Emanuele Lombardi ha 22 anni, vive a Marano di Napoli e, oltre al suo lavoro da graphic designer, da qualche anno sta inseguendo la sua passione per la musica. Da questa necessità, molto più di uno sfogo personale, come ci ha raccontato, nasce il suo moniker Nuken, dove i suoi pensieri vengono incastrati in fiumi di barre. Dopo Nettare, ep uscito nel 2021, è uscito il suo nuovo singolo Ora che, che apre le porte a una nuova fase della sua carriera.
Ciao Emanuele, quando hai iniziato a fare musica?
Circa quattro anni fa, ma il desiderio di esprimere me stesso attraverso la creatività risale a molto prima. Già da adolescente scrivevo testi senza una specifica destinazione, semplicemente come sfogo personale. Poi è arrivato il rap, e ho iniziato ad incastrare i miei sfoghi di pensiero in una barra e l'altra. E ad oggi credo che non sia soltanto uno sfogo il mio, ma il bisogno costante di esprimermi, e il desiderio di riscatto in una società che non ti permette di sognare. Non ritengo di avere un talento innato, ma ho investito molto tempo e impegno nell'affinare le mie capacità musicali nel corso degli anni. Inoltre, ho avuto la fortuna di crescere con artisti napoletani di grande esperienza, come Marcello Coleman, che rappresenta per me un modello di riferimento tutt'oggi. Non mi sento mai appagato e non voglio mai smettere di migliorare, progetto dopo progetto. La musica è un continuo viaggio di scoperta e di crescita, e io sono felice di poter continuare a esplorare la mia creatività attraverso essa.
Con chi collabori?
Collaboro con Nathan Coleman, un abile produttore napoletano, che realizza le basi dei miei brani e spesso mi da una mano anche a definire la direzione artistica. Ho iniziato a lavorare ai miei primi progetti con lui e ci siamo subito intesi artisticamente, e siamo grandi amici. Insieme abbiamo pubblicato l'EP "Nettare", che include cinque tracce, e attualmente stiamo lavorando su un progetto ancora più ambizioso. Per quanto riguarda l'immagine, ho scelto di affidarmi alla giovane fotografa Claudia Scognamiglio, anch'essa napoletana ed emergente nel mondo della fotografia. Grazie alla sua attenzione ai dettagli e alla sua creatività, Claudia è stata in grado di catturare l'essenza della mia personalità artistica attraverso una serie di fotografie.
Come definiresti la tua musica?
La musica che faccio è molto mia. C'è tanto di quello che sono io realmente, mi rappresenta e m'identifica a pieno. Ma allo stesso tempo credo possa essere di chiunque, parlo comunque di sensazioni che non provo soltanto io e di ambizioni che molti hanno nascosto dentro. Spero di riuscire a smuovere qualcosa nelle persone con la mia musica. Per me è una boccata d'aria in una confusione costante che vivo, e spero possa esserlo anche per chi l'ascolta. Non mi piace dare un etichetta precisa alla mia musica: sicuramente l'hip hop è il genere che più mi rispecchia, ma allo stesso tempo non mi pongo nessun limite, tanto che non preferisco nemmeno essere indentificato soltanto come rapper.
Quali sono i tuoi ascolti e a chi ti ispiri?
Kendrick Lamar è sicuro uno degli artisti che ascolto molto, Mac Miller è uno dei miei preferiti, ma può variare molto dal mio stato d'animo. Si, vengo dal hip hop, ma i miei ascolti si estendono anche nel rock, metalcore ed elettronica. Architects e Moderat, Eminem e Linkin Park... Ho sempre accostato generi diversi e non sento d'ispirarmi a qualcuno di essi. Addirittura ci sono periodi in cui faccio molta musica e ne ascolto altrettanto poca per non farmi influenzare. Cerco di avere un suono molto personale.
Ci parli del tuo ultimo singolo?
"Ora Che" è il mio ultimo lavoro, viene fuori da un momento cupo della mia vita, è pura confusione un testo cupo affiancato da sonorità dance a tratti "allegre". Un brano che si contraddice fra testo e strumentale, che però allo stesso tempo si intendono alla perfezione.
Qual è il concerto a cui sei più affezionato?
Il mio primo live è stata un'esperienza che non dimenticherò mai. Si è tenuto in un locale di Pozzuoli, eravamo io e Nathan, pronti a presentare il mio primo EP. Sentivo un misto di ansia ed eccitazione crescere sempre di più nei trenta secondi prima di cantare, ma tempo che è partito il primo brano che tutto è sparito, improvvisamente mi sono sentito a mio agio, come se avessi trovato il mio posto nel mondo. Quei momenti sul palco sono stati magici, e mi hanno spinto a continuare a coltivare la mia passione per la musica.
Progetti futuri?
Ho qualche singolo in uscita, dopo "Ora Che" uscirà una versione acustica del brano "Sai che" insieme a frvncwsca. Voglio continuare a lavorare a nuovi brani e poi chissà, magari uscirà un mio album interamente in spagnolo...
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L'articolo Nuken, un respiro in mezzo alla confusione di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-03-24 11:06:00
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