Rève a occhi aperti

Il sogno di Giuseppe Abbate è vivere di musica, e lentamente il cantante siracusano sta riuscendo a portare i suoi brani live, ma per realizzare questo progetto la strada è lunga

Rève
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Giuseppe Abbate, classe 1995, è un musicista della provincia siracusana. Ora vive a La Spezia, dove lavora come impiegato in un ufficio operativo nel settore della logistica. Ma il sogno di Giuseppe è vivere di musica, ed è uno di quei sogni talmente grandi da dedicargli ogni sua canzone. In arte si chiama Rève, che in francese significa appunto sogno. Dal 2015 – quando ha iniziato a pubblicare le sue canzoni – è diventato sempre più reale, e ora Rève suona nei locali (quando riesce a vincere la timidezza). Il suo è un cantautorato pop sincero ed emotivo che ricorda Mengoni e Moro. Nel suo nuovo singolo, La risposta, toglie fronzoli inutili. Piano e voce, e poco più. Ma ce lo facciamo raccontare da lui.

Come ti sei avvicinato alla musica?

Diciamo che ho sempre amato la musica, fin da quando ero piccolo, ma ho iniziato a scrivere canzoni e pubblicarle su YouTube solo all'età di 20 anni, dopo una storia d'amore finita. Quella è stata la scintilla che mi ha sbloccato e mi ha spinto a scrivere canzoni. Ho iniziato da solo, dal nulla e piano piano sono arrivato a ricevere tanto affetto da chi ascolta la mia musica e questa è una soddisfazione immensa per me. Ogni settimana prendo lezioni di pianoforte e canto.

Collabori con qualcuno?

Ho un produttore, Sam Lover (Samuel Aureliano Trotta). È un ragazzo che contatto per realizzare le basi su cui scrivo e registro le mie canzoni.

Rève
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Come definiresti le tue canzoni?

Quasi tutte le mie canzoni sono nate di notte, riesco meglio a scrivere ciò che ho dentro, quindi le mie canzoni le reputo intime, fanno parte di ciò che sono, ciò che ho passato: gioie, dolori e fragilità. Come genere musicale direi che le mie canzoni rientrano nel pop.

Cosa ascolti di solito?

Ascolto tanta musica italiana, anche del passato. A volte mi danno dell'antico per questo, ma sono uno che ascolta molto i testi e la melodia e ormai tante canzoni di oggi sono orecchiabili ma non hanno un significato vero e proprio. Uno degli artisti che ascolto e ammiro di più è Fabrizio Moro. Scrive bellissime canzoni che sono poesie ed è anche molto umile, caratteristica fondamentale per me, è la base di ogni grandezza.

Com è nata La risposta?

La risposta è la mia ultima canzone, uscita il 26 maggio su YouTube e in tutti i digital store. È nata un po' di tempo fa e l'ho scritta pensando a come una persona riesca ad essere il riparo sicuro in un mondo pieno di incertezze. Spesso ci vediamo sbagliati e per questo vorremmo cambiare, provare a essere diversi da come siamo, ma alla fine non ci rendiamo conto che per quella persona siamo perfetti così, con i nostri difetti, le nostre fragilità e le nostre imperfezioni.

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Un ricordo che ti è rimasto impresso di un tuo live?

Diciamo che non ne ho fatti tanti, sia per colpa della mia timidezza, sia perché suono da solo e non è facile trovare posti in cui esibirsi. Mi ricordo che in quei pochi che ho fatto però avevo un'ansia assurda, tanto che non mi ricordavo neanche i miei testi, però poi una volta finiti sarei tornato subito sul palco a cantare. Mi hanno lasciato un bellissimo ricordo, spesso le cose più belle sono oltre la paura.

Hai già qualche altro progetto?

Spero di iniziare a fare tante date per portare la mia musica in giro per l'Italia, pubblicare tante nuove canzoni e vivere di musica. D'altronde non a caso il mio nome d'arte è Rève (dal francese Rêve che vuol dire sogno – parola che ho scelto perché racchiude il senso che ha per me la musica).

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L'articolo Rève a occhi aperti di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-06-27 12:30:00

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