Filippo Ghiglione è nato a Genova ma da qualche mese vive a Roma e I Temporali è il suo nuovo progetto musicale. Prima era metà del duo f o l l o w t h e r i v e r, "ma ho sentito l'esigenza di tornare a scrivere in italiano dopo molto tempo", dice. Il suo primo ep si chiama Tre stagioni. La vita sognata, la vita vera, una chitarra acustica e testi evocativi, fine. È scarno, diretto, senza fronzoli. Ma Filippo sa scrivere. Forse perché da molto tempo lavora con i libri: ora li vende in una libreria, ma prima ha lavorato per un paio di case editrici ed è stato assistente di una scrittrice. Ci siamo fatti strada tra le pile di romanzi e saggi per chiedergli come è nato questo nuovo progetto.
Come hai scoperto la passione per la musica?
Ho iniziato a suonare la chitarra elettrica a 15 anni quando un mio amico mi ha fatto scoprire i Led Zeppelin, e da lì è partito l'amore per la musica, cantare, suonare dal vivo e scrivere. Sono arrivate le prime band e i SuperNova, e le prime esperienze nell'ambiente musicale. Un altro punto fondamentale è stato quando ho scoperto Justin Vernon e i Bon Iver nel 2013. Con loro è partita la mia passione/ossessione per quel mondo alt-folk malinconico e introspettivo.
Quando è nato questo nuovo progetto?
Io e il mio alter-ego I Temporali non ci conosciamo da tantissimo. Per molto tempo ho portato avanti un altro progetto alt-folk in inglese (f o l l o w t h e r i v e r) insieme al producer Federico Malandrino, ma ho sentito l'esigenza di tornare a scrivere in italiano dopo molto tempo. Negli anni però ho sviluppato una specie di fobia per la scrittura in italiano, la paura di non dire abbastanza o di "tradire" le mie origini musicali. Nel 2021 è arrivato un temporale (in tutti i sensi) che ha travolto tutto ed eccomi qua, a scrivere nuovamente nella mia lingua madre. Sono tornato a casa, finalmente.
Come definireste la tua musica?
La definirei una musica con radici sempre nell'alt-folk anglosassone (con un po' di melodie di Jeff Buckley qua e là) e con un'attenzione ai testi che si rifà soprattutto a cantautori come Niccolò Fabi, che mi piace molto.
Quali sono i vostri ascolti e a chi vi ispirate?
Ascolto moltissimi artisti alt-folk come Bon Iver, RY X, Ben Howard ma anche musica elettronica come Chet Faker, James Blake, ANOHNI. Rimanendo in campo italiano, mi piacciono molto Niccolò Fabi, Zibba, i Perturbazione, Rares, Daniela Pes, Roberto Angelini.
Di cosa parla il tuo primo ep?
Il mio nuovo ep si chiama Tre stagioni. La vita sognata, la vita vera, e raccoglie sei canzoni che sono state seminate in tre stagioni appunto, dalla primavera all'autunno del 2021. In quei sette mesi, piantate in una piccola stanza in fondo al cuore, sono germogliate, cresciute e diventate alberi rigogliosi, alimentate dai temporali estivi e da un buon vento. E dopo due anni sono pronte per uscire da quel piccolo posto, chiudendo un cerchio ancora aperto.
Qual è stato il live più bello che hai fatto?
Uno dei live più belli degli ultimi tempi è stato quello al Meraviglia Festival dell'estate dell'anno scorso. Io ero l'ultimo artista a esibirsi, all'interno di uno slot definito "Sul cucuzzolo" perché posizionato su una piccola altura rispetto alla piana del festival. Totalmente unplugged, alle 2 di notte circa, illuminato praticamente solo dal manto stellato. Io dovevo suonare dopo la parte di dj set, e avevo paura che le persone dopo tutto quel ballare senza sosta non avessero la minima voglia di ascoltare le mie piccole canzoni, ma piuttosto di continuare a scatenarsi. Avevo paura mi tirassero i sassi! Invece è stata una bellissima esperienza e una bellissima buonanotte per tutti.
Progetti futuri?
Sicuramente portare in giro l'ep per suonarlo dal vivo e farlo ascoltare a più persone possibili, per farci bagnare dalla pioggia dei temporali tutte e tutti insieme.
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L'articolo Sei canzoni con I temporali dentro di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-11-13 10:46:00
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