Anche i senzatetto danno soldi a Nicola Cassarino

Nicola Cassarino, da Modica a Bologna, tra dati e pentagrammi, tra formule statistiche e melodie dolci. Da quando ha iniziato a suonare da solo è nicolainmusica. Nato artisticamente tra le band locali della sua Sicilia, Nicola si è poi ritrovato a Nord, senza una band e con un’urgenza nuova: scrivere e cantare le proprie canzoni. Il suo primo EP, Am I EP?, è un viaggio emotivo in cui l'incertezza e la ricerca di senso si intrecciano con suoni che spaziano tra rock e sperimentazione. Nei suoi ascolti passano Thom Yorke, Foals, Battiato e Bowie, mentre tra le sue esperienze live spunta un aneddoto da busker che sembra uscito da un film neorealista: un senzatetto che svuota il suo cesto delle offerte nella custodia della chitarra di Nicola, mentre lui continua a cantare. Lo abbiamo incontrato ancora incredulo per fargli qualche domanda.

Quando hai cominciato a fare musica?

Il primo ricordo che ho è quello in cui il me tredicenne prende in braccio una chitarra classica lasciata a prendere la polvere in un angolo della casa. Quella chitarra in realtà era stata regalata a mio fratello per spingerlo a imparare. Da quel momento è diventata mia e alla fine sono stato io ad aver imparato a suonare. Ho preso lezioni private e ho iniziato a fare tanta gavetta da chitarrista per varie band locali suonando in diversi posti della provincia più o meno dimenticabili. Dopo essere partito per motivi universitari nel nord Italia, ritrovatomi senza una band, ho deciso di scrivere i miei brani e cantarli.

Con chi collabori?

Finora l'arrangiamento e la produzione è stata curata da me, talvolta aiutato dai miei cari amici musicisti che mi hanno accompagnato in questo viaggio. Su tutti ricordo Giorgio Cavallo, fido batterista studio e live, e Vincenzo Toro, chitarrista e fonico che ha mixato il mio ultimo EP (Am I EP?).

Come definiresti la tua musica?

Domanda che lascerei volentieri ad altri, ma se devo rispondere, mi piace pensare la mia musica come un potpourri di influenze. Credo che alla base ci sia una forte impronta rock, perché è il genere che mi porto nel cuore e in cuffia da sempre. Detto questo, nei miei brani mi piace sperimentare soluzioni proprie di altri generi. Dal punto di vista musicale ciò che cerco di fare è coniugare un certo tipo di sperimentazione a livello ritmico e armonico alla melodia. "Musica poco leggera, molto pensante" è la frase che ho scelto per la mia bio su Instagram. Penso rappresenti bene sia la "pesantezza" dei suoni che caratterizzano il mio stile, sia il fatto che i miei testi spesso esplorano tematiche cerebrali e riflessive.

Quali sono i tuoi ascolti e a chi ti ispiri?

Nella mia musica mi piace sperimentare perché ascolto costantemente musica che mi stimola. Per questo sono un amante dell'alternative e degli artisti che cercano di portare freschezza e nuove idee alla scena, al di là del genere. Amo e ho amato molto gruppi come Biffy Clyro, Foals, MGMT; poi artisti che hanno sfidato ogni categorizzazione come Bowie e Battiato. Come musica nuova mi hanno colpito English Teacher, Willow, i Fontaines DC. Poi di sicuro, come mi ricorda ogni anno il wrapped, chi ascolto di più è Thom Yorke con i suoi mille progetti: tutto ciò che partorisce entra nella mia libreria. 

Come è nato Am I EP?

Avevo bisogno di pubblicare un qualcosa che rappresentasse le mie diverse sfaccettature e ciò che avevo voglia di comunicare, cosa difficile da fare in un solo brano. Per questo, dopo aver pubblicato in questi anni diversi singoli, ho deciso di pubblicare un EP. Am I EP?, il mio primo EP ufficiale, è il frutto di oltre un anno di ricerca, sperimentazione e introspezione. Ogni canzone rappresenta una tappa di un viaggio emotivo, che non segue un filo narrativo unico, ma si snoda tra emozioni profonde e spesso contrastanti. Incertezza, instabilità, paura e noia si intrecciano con la ricerca di senso, serenità e talvolta speranza, componendo un mosaico di sensazioni universali in cui soprattutto le giovani generazioni possono riconoscersi. Am I EP? è un progetto che invita all’ascolto e alla riflessione, ma soprattutto a un viaggio dentro sé stessi. Ogni brano è un mondo a sé, ma insieme formano un insieme coeso che parla di dubbi, sfide e riconciliazioni.

Ricordi di qualche tuo live recente o passato?

Di ricordi ne ho diversi, e durante questo anno si sono moltiplicati grazie alla mia esperienza da busker. Conservo gelosamente diverse parole di augurio ricevute da persone dopo i miei set, che mi motivano a non fermarmi. Vorrei raccontare un aneddoto da busker per testimoniare che suonando per strada si provano sensazioni uniche. Stavo suonando per una via di Bologna, come spesso mi capita, a occhi chiusi. Riaprendoli per un attimo mi accorgo che da lontano si stesse avvicinando molto lentamente un senzatetto. Dopo essersi avvicinato ancora un po' verso di me mi accorgo che fosse visibilmente claudicante, scalzo, con un piede gonfio e malmesso e degli abiti strappati e malandati. Mentre continuava nella sua lenta camminata mi rendo conto che portasse con sè il proprio cesto per le offerte. Tra me e me penso "vorrà un'offerta". Se non fosse che, arrivato al mio "cappello", svuota tutto ciò che conteneva il suo cesto nella custodia della mia chitarra. Con lo stesso passo lento e trasandato se ne andò via. Tutto questo è successo nel bel mezzo della canzone e senza che io smettessi di cantare. Non ho mai capito come prendere l'avvenimento. Sul momento ho provato un enorme senso di colpa. 

Progetti futuri?

Ho già dei brani in cantiere che devono trovare il tempo di fiorire nella giusta forma. Sono poi pronto a collaborare sempre di più con artisti che possano aiutarmi a portare avanti questo mio percorso di ricerca e di crescita che credo non finirà mai. Ma di certo so che è iniziato.

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L'articolo Anche i senzatetto danno soldi a Nicola Cassarino di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-03-20 20:51:00