Se chiudete gli occhi e solo ascoltate, potremmo essere somewhere in UK o chissà dove, dall’altra parte dell’oceano. Immaginiamo in uno di quei localetti scassati, per pochi intimi: luci basse, atmosfera da tarda serata, batteria lenta, basso profondo e una voce soul che coccola la notte. Eppure, siamo a Bologna e non è comunque male per niente: è il 2018 e Sleap-e apre il concerto a Any Other al Covo Club, uno dei cuori musicali della città. Lei è stupenda, sembra arrivi dalla luna o da un altro pianeta: si chiama Asia Martina Morabito, è giovanissima e ha un talento prezioso; due occhioni enormi, un piglio alla Amy Winehouse e tiene il palco con un’innata naturalezza.
Classe 2000, assieme ad Asia sul palco c’è Luca Gruppioni (al basso) e Francesco Bonora (alla batteria; già con Baseball Gregg, Leatherette). È il 2018, dicevamo, il primo live del progetto Sleap-e al Covo: "Eravamo 'appena nati' e in quel periodo eravamo una formazione classica, ma in questi due anni abbiamo fatto acquisti e ho trovato un’ottima sezione fiati (Jacopo Finelli al sax, già con Vipera e Leatherette, e Natan Dall’Aglio alla tromba). Il sound è cambiato decisamente in meglio da quel concerto, tanto da poter dire che vorrei aggiungere anche altri musicisti e dare un corpo più grande al progetto. È come una droga", commenta la ragazza.
L’EP Mellow (2020, WWNBB Collective, prodotto dalla band italo-americana Baseball Gregg) non era ancora uscito: tre tracce bedroom pop e altri "bei suoni" – il titolo si riferisce esattamente a questo, ci spiega –, suoni pieni zuppi di sensualità (che ricorda molto quella dei Mazzy Star). "Ora che ci penso You Already Know è decisamente gialla, That’s what he said è rossa, mentre Comfort Zone è blu. Non scherzo, la mia adolescenza era fatta di colori primari (ride, ndr)", e quell’EP li racconta (quasi) tutti.
"Se, invece, vi piace il viola, aspettate che esca il nuovo disco", anticipa Sleap-e. Si intitolerà Pouty Lips e darà voce alle tonalità più soul e R&B della giovane artista, senza abbandonare l’humus compositivo dell’indie rock à la Strokes dei primi anni zero.
Uscirà a brevissimo, anticipato da un singolo: "È un album molto intenso. Dentro ci sono gli ultimi anni della mia vita. Mi sono presa molto tempo per buttarlo giù e farlo diventare come volevo non è stato facile. Ho aspettato che le canzoni maturassero e prendessero la loro forma migliore. Ho lavorato sodo coi ragazzi della band per riuscire a farcela, siamo andati a fondo e ora mi sento molto fiera e soddisfatta", dice serena Sleap-e.
Si chiama così per l’accostamento di "sleap" ("dormire") e "leap" ("saltare"), due azioni e anche due modi di essere completamente opposti, che convivono nel carattere di Asia. Nella musica ha trovato "un buon modo per esprimersi", dichiara: "Attraverso il progetto emerge la mia parte più vulnerabile e onesta. Cerco di capirmi e di sentirmi forte nella mia fragilità, cosa che per me è una battaglia. Ho bisogno di sentirmi coraggiosa, e nelle canzoni cerco di tirare fuori la mia forza in ogni modo possibile: con le parole, l’intonazione, la melodia, lo stile. Canto per combattere e per ricordarmi di restare coi piedi per terra, nel qui e ora. È la mia personale causa".
"Sleap-e è intensità, introspezione, a volte rabbia e confusione, intimità", secondo le parole della stessa autrice. Suonare dal vivo amplifica queste sensazioni ed è lì, sul palco, che hanno luogo le vicende di Asia: "È mentre suono, e in particolare mentre suono davanti a un pubblico che prendono forma i miei mostriciattoli. Per sconfiggerli devo farlo a modo mio: devo abbracciarli, lasciarli sfogare, curarli e liberarli. È un processo di guarigione al quale sto ancora lavorando. Ci vogliono pazienza, esperienza e accettazione, ma credo di essere sulla buona strada", afferma.
Una strada iniziata ufficialmente con Hard Times, il primo singolo ufficiale uscito nel 2020 (prima di Mellow). Un pezzo che ha aiutato la musicista a sentirsi meglio, per davvero: "Mi è servito per dare libero sfogo alle cose che sentivo, senza doverne capire troppo il significato, ma solo per il gusto e la necessità di esorcizzare qualcosa che tenevo dentro. Volevo esternare tutto e goderne allo stesso tempo", spiega. Nel videoclip si può benissimo vedere, infatti, che Asia è in giro a gustarsi la sua thug life, ironizza: "A parte gli scherzi, il video rappresenta semplicemente i momenti di quell’anno. È un bel ricordo e mi è servito tanto farlo".
Canta in inglese: "Credo che la mia voce in questa lingua suoni meglio. I suoni sono più interessanti, le parole nella mia bocca e tra i miei denti si muovono in un modo più affascinante, meno definito, più poetico", dice. Ha provato una volta a cantare in italiano: "Avevo scritto una canzone (pallosissima, tra l’altro) a circa 16 anni, ma cantandola mi ero resa conto che non mi piaceva sentire la mia voce cambiare in quel modo. Non mi trovavo e non mi ci vedevo. Quindi, ho capito che sarei rimasta dedita all’inglese per sempre e che mi sarebbe bastato ascoltare altri artisti cantare in italiano".
Il fatto che canti in inglese è molto legato anche a ciò che Asia ha sempre ascoltato: "Per rilassarmi ascolto spesso Floating Points, Fela Kuti, Beatles e Mac Demarco; mi fanno sentire a mio agio e mi aiutano a stare sul pezzo. Cab Calloway e Tyler the Creator per dirne altri, ma a caso", perché Sleap-e non è una mangiadischi vivente, è più il tipo di ascoltatrice che deve assimilare e metabolizzare per bene o che si fissa sulle cose, ci dice.
"Mi ispirano gli artisti che hanno uno stile molto loro, preciso e distintivo, geniale e sublime quanto assurdo. Mi affascina tutto ciò che mi fa pensare, riflettere, che mi fa venire idee. Negli ultimi anni ho scoperto musicisti più spinti a livello vocale e coi fiati ben in risalto, che mi hanno ispirata molto per il nuovo album in preparazione: Otis Redding, Sam Cooke, Ella Fitzgerald, Etta James e gente di quella balotta; poi i Kokoroko, Fela Kuti e Sufjan Stevens. Mi hanno fatta entrare molto nella dimensione big band”, che è quella degli ultimi lavori.
Dal suo primissimo live a 16 anni – l’artista era sola con la sua chitarra a cantare, in mezzo a un parco alberato, sui colli bolognesi –, passando dal Covo e altri palchi, fino a oggi, il progetto Sleap-e è cresciuto, e con esso Asia: una giovane musicista pronta all’esordio discografico, ma che sul palco sembra starci da almeno due vite.
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L'articolo Sleap-e da un altro pianeta di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2022-02-25 13:30:00
COMMENTI (1)
Un'artista con un talento formidabile. Complimenti, che voce, che canzoni.
Perché ascoltando il suo nuovo disco, oggi che scrivo 17 maggio, le canzoni sono sempre quello che sta al centro di un'artista. E Sleap-e fa davvero VOLARE!