Siamo a Dublino, in un tipico Irish pub c’è un concerto di benvenuto organizzato dal college BIMM Dublin. Nel mentre che le matricole si scambiano le prime parole di circostanza, uno chiede all’altro di ripetere cosa ha detto perché il volume è troppo alto, e non ha sentito: "Anche tu sei italiano?!" chiede a 120dB Jacopo a Micheal. Riccardo è lì vicino, che tenta di comprendersi con un irlandese che più irlandese non si può: capelli rossi, bellissimi, lunghissimi.
Si chiama Rory Fleming, ha 21 anni e vive a Ratoath, nella costa di Meath (vicino Dublino), è uno scout e suona il sassofono e la tastiera. "Anche io suono. La chitarra ritmica, e canto", gli risponde Riccardo, "e anche io sono italiano!" si aggancia al discorso dei due di fianco: così – qualche birra di troppo e la promessa di incontrarsi il giorno dopo in una sala prove – comincia la storia degli Strawman & The Jackdaws, band alternative folk di base a Dublino, per 3/4 italiana.
Jacopo Stofler, 23 anni, originario di Brescia diventerà il chitarrista della band e farà le doppie voci: "Oltre alla musica sono molto appassionato di fotografia, quindi se non sto suonando probabilmente sto scattando qualche foto", dice. Michael Reolon (per gli amici "Mike Baloo Drumblood") ha 23 anni ed è nato a Belluno, diventerà il batterista e percussionista della band: "A parte percuotere qualsiasi cosa mi passi sottomano in qualsiasi luogo io mi trovi, adoro viaggiare e meditare in natura", racconta di sé.
Poi, Riccardo Ranzani, 24 anni, nasce a Torino e sarà la voce (e la chitarra) degli Strawman: "A parte la musica sono fan dei viaggi spensierati ed estremi, oppure amo perdermi con una tenda in mezzo alle montagne", dice. Infine, Rory, di cui abbiamo già detto: sarà il sassofonista e suonerà le tastiere nella band, l’unico davvero irlandese (ma ascolta Maria Antonietta, In Her Eye e adora il trombettista Enrico Rava).
Gli altri dall’Italia si sono trasferiti a Dublino nel 2017 per inseguire il sogno di vivere suonando. In una città dove la musica è al centro dell’interesse comune popolare: "A differenza di un piccolo paesino come Belluno, qui ho trovato un ambiente stimolante e motivante che mi ha permesso di crescere come persona e soprattutto come artista", spiega Michael.
F∇X (registrato al Flaked Studio di Dublino in collaborazione con il Terzo Mondo Studio di Belluno) è l’EP di debutto degli Strawman & the Jackdaws. Frutto di tre anni di lavoro ed esperienze in quella terra verde, il titolo in italiano Volpe è ispirato alle numerose volpi che si vedono in giro per Dublino la sera, tornando a casa in bici. Cinque tracce che esplorano i significati e l’esperienza del viaggio, attraverso melodie indie-pop coinvolgenti e riff distorti. Con una vena imprescindibilmente folk.
Dublino, culla del genere, ha condizionalo la musica della band per ¾ italiana: "Sicuramente vivere in una città con così tanta tradizione musicale influenza quasi involontariamente una band emergente", spiega Riccardo, voce e chitarra del gruppo. Che oltre al folk subisce le influenze di altri generi: "Ognuno di noi ascolta musica diversa e di conseguenza porta una sfumatura propria ai brani che produciamo. Il folk rimane, comunque, 'il genere del cuore' della band, che ci ha guidato a scegliere Dublino come città per iniziare questo viaggio", continua.
"La musica irlandese mi ha sempre affascinato", aggiunge Jacopo (chitarrista e doppie voci degli Strawmann). I suoi genitori gli hanno trasmesso la passione per artisti come Sinéad O'Connor e gli U2, ma quando si è trasferito a Dublino ha conosciuto la scena musicale irlandese. Che negli ultimi anni si è espansa, portando alla luce una serie di progetti incredibilmente interessanti, come i Just Mustard, Thumper, The Murder Capital, Bicurious e Lankum.
Il governo irlandese sembra tenere particolarmente all’arte, alla musica e a qualsiasi forma espressiva che valorizzi la cultura. A proposito della situazione attuale post-Covid, chiedo ai ragazzi se anche lì, come in Italia, i lavoratori dello spettacolo siano stati lasciati indietro: "Dallo scorso marzo (da quando è stato annunciato il primo lockdown), tutti i lavoratori che hanno perso il loro impiego a causa della pandemia sono stati e vengono ancora retribuiti mensilmente con una paga che riflette il loro abituale salario", spiegano i ragazzi.
Mentre io immediatamente penso al paragone con il nostro paese, gli Strawmann dicono: "La musica live fa culturalmente parte di questo paese e, forse, è più sentita come evento collettivo rispetto all’Italia". Di conseguenza, c’è maggiore interesse da parte sia del pubblico nell’ascoltare e supportare la musica indipendente, sia del governo, che attua politiche e sostiene la cultura e la musica, specie in un periodo come questo: "Ci sono stati dei fondi extra elargiti dal governo e indirizzati a gruppi e artisti emergenti per poter comporre e registrare nuovo materiale", spiega Micheal.
Con il fondo riscosso dal First Music Contact Ireland e dal Dipartimento della Cultura, gli Strawman hanno registrato un nuovo singolo. Ma la favola non finisce qui, c'è un'altra risorsa per rilanciare la musica live. Un fondo favore non solo degli artisti, ma anche dei lavoratori dello spettacolo come fonici, tecnici e organizzatori. Chiedo ai ragazzi se, invece, hanno la percezione di quello che sta succedendo in Italia: "Certo", mi rispondono, "e speriamo che presto torni tutto alla normalità. Qui per il momento procede e ci sentiamo tutelati".
Anche in Irlanda i locali, i club, i cinema e i teatri sono chiusi, ma il sostegno e il supporto del governo irlandese è forte e in qualche modo permette agli artisti e ai lavoratori dello spettacolo di non perdere le speranze e mantenersi vivi: "Di recente abbiamo suonato assieme su un palco per un live-stream sul canale Youtube Dublin City Today", racconta Rory.
E continua: "Non è facile rimanere positivi e stimolati dal punto di vista artistico. È passato un anno senza musica dal vivo, ma nonostante questo noi continuiamo a metterci in gioco tramite le live streaming anche attraverso i nostri canali personali. Perché sentire il legame con il pubblico e il supporto degli ascoltatori è fondamentale, specialmente in un periodo come questo".
Sebbene sia difficile prevedere quello che accadrà in futuro, in Italia come in Irlanda, gli Strawman & the Jackdaws (oltre a consegnare gli ultimi esami al college) continuano a scrivere e registrare nuovo materiale in attesa di portarlo sul palco. Dovranno recuperare il tour in Russia, rilasciare il prossimo singolo e organizzare un tour europeo che comprenda anche i festival estivi ai quali sono stati invitati.
Stanno andando forte, insomma. Anche in Italia, dove non vedono l'ora di tornare. Chiedo in ultimo ai ragazzi se secondo loro quando un progetto prende piede in un altro paese, viene maggiormente valorizzato dal paese di origine: "Potrebbe essere", rispondono. "Comunque il pubblico italiano è unico e noi manchiamo da troppo tempo: era il 2019 l'ultima volta che abbiamo suonato in Italia. Dovevamo tornare la scorsa estate per un altro tour già organizzato, ma a causa della pandemia è stato rinviato a data da destinarsi", conclude Riccardo.
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L'articolo A Farewell to Italy: storia di tre folksinger nostrani a Dublino di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-03-26 15:00:00
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