La fila è interminabile ma molto composta. Non c'è quel tipo di pubblico che deve entrare per primo ad ogni costo ma una serie di persone tutte ordinate perbene che aspettano il proprio turno. Il momento più complesso è quasi sempre quello dove bisogna capire la posizione del guardaroba; sono minuti che rendono il flusso lento e il personale risponde sempre nello stesso modo "è lì" perchè poi alla fine in Santeria a Milano, il guardaroba è situato davanti all'entrata quindi non si può proprio fare a meno di notarlo.
Pubblico eterogeneo, consapevole di andare a vedere un concerto ma leggermente ostile alla ressa che potrebbe incontrare. Tendenzialmente lavoratori che hanno appena finito di fare l'aperitivo usciti dall'ufficio o sono stati a cena con il proprio fidanzato/a, però tranquilli, senza essere eccessivi. Vestiti non troppo come t'impone la moda milanese, ma nemmeno con il Peuterey costato tantissimo e onestamente proprio brutto da vedere (chiedo scusa per questa cosa, sono sincero). Ecco chi vedo attorno a me al primo dei due live sold out degli Stunt Pilots nel club milanese (in mezzo anche un Monk a Roma).
Io sono vestito come una persona addetta alla sicurezza e infatti una signora che ha circa l'età della mia mamma cerca informazioni, naturalmente sul guardaroba. Io la guardo, lei mi guarda, poi sorride, io alzo lo sguardo e sì, il guardaroba è davanti a noi. Segue un grazie e con estrema gentilezza rispondo con "ma di che?". Ed è molto piacevole sapere che esistono persone cordiali anche di venerdì sera dopo le 22 e non solo zombie esauriti abituati ad andare a vedere/farsi vedere a manifestazioni musicali senza nessun tipo d'entusiasmo.
Non ci sono troppi giovanissimi, questo dato fa riflettere anche su come sia cambiato il pubblico televisivo rispetto ad anni fa: no, non ci sono più under 20 perchè la musica per loro si scopre altrove probabilmente o almeno non più sui canali di Sky che invece ha un target più stretto ma con una consapevolezza diversa e chissà, forse meno di passaggio, ma con sicuro potere d'acquisto.
Gli Stunt Pilots sono nati nel 2020 e ottengono visibilità dopo il recente percorso a XFactor Italia, dove convincono ogni puntata sempre di più un pubblico che decide di premiarli facendoli arrivare fino al secondo posto. Fanno parte di un collettivo chiamato Loggia West Milano, anche se ci tengono a ribadirmi che si sta parlando di “un ecosistema artistico indipendente” e aggiungono “dove si coinvolgono musicisti, grafici, videomaker e non solo”.
C’è molta ricerca in quello che fanno ma soprattutto nel modo in cui lo portano dal vivo. Sono tre ragazzi appassionati, molto meno poser di quando osservavo tutto comodamente dalla televisione (anzi zero) ma veramente competenti e coerenti in maniera musicale. Non si nascondono dietro a una posa, ma dicono che il loro genere vuole essere "Stunt Pilots" ovvero la commistione tra personalità diverse, provenienti da mondi hip hop, elettronici e rock.
“A noi piace l’idea che il pubblico che c’è la fuori in fila si senta rappresentato da noi, si vesta come noi e decida di vivere quest’esperienza insieme a noi”. Non sono interessati al compromesso, al dover far qualcosa ad ogni costo per raggiungere l'obbiettivo ma soprattutto "se ce lo chiede una casa discografica, non abbiamo voglia di cantare in italiano, se fossimo in studio e salta fuori qualcosa nel nostro stile va bene, altrimenti no". Vivono il loro approccio al mercato discografico con sincerità "dateci soldi e basta, anche le cover ci piace farle però a modo nostro, senza che nessuno c'imponga nulla perchè altrimenti non ci va bene".
Dell'esperienza televisiva onestamente non voglio sapere nulla, ma rimango sempre affascinato da come possa cambiare la percezione di un progetto musicale dopo una buonissima esposizione mediatica e come possano esserne influenzati i loro componenti. Su come vivano questo sali scendi che gli ha portati da fare busking a Berlino, per poi finire a riempire per ben due volte la Santeria a Milano, appaiono piuttosto tranquilli e consapevoli: “Ko sappiamo, chi vuole rimanere noi siamo sempre qui e suoneremo anche per convincere tutti a tornare ai nostri concerti, ci sembra doveroso”. E se non dovesse andare? “Torneremo a suonare per strada o in qualche altra parte del mondo per vivere nuove esperienza".
Ed è proprio l’estero uno dei desideri del gruppo, a cui chiedo tra due anni dove saranno e soprattutto per chi suoneranno. “Primavera Sound e poi con il furgone in giro per altri festival, vogliamo stare lontano da casa per 10 mesi l’anno”. Nemmeno il tempo di approfondire tutto ciò che inizia il concerto con Dolcedormire: "uno del nostro collettivo" mi dicono.
Ancora c'è fila fuori mentre il concerto inizia, l'ingorgo generato dalle informazioni sul guardaroba e di conseguenza il guardaroba rende lentissimo il flusso. Il concerto è realmente una questione fisica, loro sono molto bravi a suonare e a tenere il palco per quasi 20 canzoni. Il pubblico salta, si diverte ma vuole sentire la hit - perchè sì, dal vivo alla fine Imma Stunt è un pezzo hit - e alla fine se la sente per due volte ed è contento. Ci sono le cover, altri brani in Inglese che mi sono piaciuti e loro mi sembrano si siano divertiti.
È stata una serata piacevole? Sì. Il flusso all'uscita è problematico, il guardaroba diventa la nuova agorà dove poter raccogliere l'entusiasmo delle persone che non vede l'ora di tornare ai prossimi concerti. Era questo l'obbiettivo dei ragazzi, forse l'hanno raggiunto, sicuramente non hanno deluso le aspettative del loro nuovo pubblico e alla fine quello che conta, in questo mondo travolto da ricerche di mercato, target e Peuterey è riempire positivamente il tempo delle persone che scelgono di fare qualcosa che non sia lavorare, la cosa più difficile e bella. Anche se la rivoluzione lo sappiamo, non passerà in televisione.
---
L'articolo Stunt Pilots: chi vuole rimanere, rimanga di Teo Filippo Cremonini è apparso su Rockit.it il 2024-01-29 12:22:00
COMMENTI