Vera è una bambina di 11 anni che un giorno scompare senza lasciare tracce. Dopo 2 anni riappare, ma invece di essere una bambina è già una giovane donna, che però non ricorda nulla di quello che le è successo. I genitori sono sconvolti, eppure l’esame del DNA non lascia dubbi sul fatto che sia davvero lei. Pian piano i ricordi affiorano e Vera si rende conto di aver vissuto la vita di un uomo cileno, dall'altra parte del mondo, clinicamente morto. È questa la trama di Io sono Vera, film del regista Beniamino Catena disponibile a partire dal 17 febbraio.
La colonna sonora di Io sono Vera ha la particolarità di essere stata realizzata dai Marlene Kuntz, band che già in passato si era trovata a lavorare sulle musiche da film – come, per esempio, nel 1996 per Jack Frusciante è uscito dal gruppo – e che quindi torna a pubblicare un disco in studio, 6 anni dopo La lunga attesa e 2 dopo la parentesi solista di Cristiano Godano col suo Mi ero perso il cuore. Abbiamo contattato Riccardo Tesio, chitarrista e fondatore della band piemontese, per farci raccontare il progetto.
Come siete entrati in contatto col regista?
Conosciamo Beniamino Catena da oltre vent’anni. Ci siamo incrociati la prima volta nel 1999 e abbiamo iniziato a collaborare nel 2000 al cortometraggio Quando si chiudono gli occhi. Ci siamo piaciuti e abbiamo così affidato a lui la regia dei videoclip di La canzone che scrivo per te (2001), poi di A fior di pelle e Notte (2003), video che a oggi restano tra quelli di maggior successo di tutta la nostra storia. Le nostre strade si sono poi separate e ricongiunte nel 2018.
In che occasione vi siete ritrovati?
Noi eravamo a Roma per lo spettacolo Il castello di Vögelod (una settimana di repliche al Teatro Ambra Jovinelli), lui anche in quel periodo viveva a Roma. Abbiamo passato insieme un pomeriggio, in cui Beniamino e Nicoletta ci hanno raccontato di questo progetto che stava iniziando a prendere forma. Noi abbiamo risposto: "Collaboriamo!". Nell’estate del 2019 ci siamo rivisti a Cuneo: la sceneggiatura era pronta, così come il piano di produzione già molto ben definito. E siamo partiti.
Come avete lavorato alle musiche?
Siamo partiti dalla sceneggiatura, dalle suggestioni e dalle visioni del regista per immaginarci un mondo sonoro, per definire il quale dovevamo inventarci dei confini creativi: di conseguenza abbiamo individuato quali strumenti avremmo suonato, quali processori di suono avremmo utilizzato e la tonalità principale di tutta l’opera. Con questi “paletti” abbiamo prodotto sonorità e atmosfere che man mano inviavamo al regista, mentre lui ci rispondeva con foto di scena o brevi frammenti video. Grazie a questo interscambio si è definita sempre più la direzione musicale: per buona parte dei brani il suono doveva risultare naturale, in qualche modo organico ma non facilmente riconducibile a strumenti musicali convenzionali.
Da cosa avete tratto ispirazione, oltre che dalle immagini del film?
Inizialmente, dalle parole del regista: dalle suggestioni che lui ci trasmetteva, dalla musica che ci faceva ascoltare e dai film che ci consigliava di vedere. Poi, una volta definiti quali strumenti avremmo usato e la tonalità principale della colonna sonora, dagli strumenti stessi: abbiamo iniziato a improvvisare e creare atmosfere e semplici melodie. Man mano che arrivavano le immagini diventava sempre più evidente quali sarebbero state le sonorità giuste per il film.
Quali sono le tue colonne sonore preferite?
Sarò banale, ma il mio compositore preferito è Morricone, soprattutto per la capacità di mettere insieme il suono solenne di un’orchestra sinfonica con il suono delle voci e con quello di altri strumenti molto più popolari (una chitarra, o una batteria, o un fischiettare...) Il buono, il brutto, il cattivo ha una delle melodie più memorabili della storia del cinema. A mio gusto poi metto Il grande silenzio (bellissimo western con Corbucci alla regia), che ha una circolarità che mi incanta.
E c'è qualche compositore in attività che ammiri particolarmente?
Il mio compositore giovane preferito è di gran lunga Ludwig Gorannson, che sta producendo musica pazzesca, da Tenet a Mandalorian, che meritano di essere visti anche solo per la musica. Un altro compositore che mi piace moltissimo è Thomas Newman: un po’ più convenzionale nei suoni, ma atmosfere strepitose. La mia colonna sonora preferita e quella di Revolutionary Road, ma ha fatto tantissime altre opere memorabili come le musiche di American Beauty o Wall-E.
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L'articolo Il suono della scomparsa secondo i Marlene Kuntz di Redazione è apparso su Rockit.it il 2022-02-18 13:52:00
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