Taha Bouhdid suona ovunque gli è possibile, "considerando che non sono conosciuto, sono felice di avere l’opportunità di fare gavetta", dice. Nella sua provincia di Parma allora inizia a suonare usando solo il suo nome, Taha, dal 2023. Ha suonato in posti belli, ma anche in tanti posti meno belli. Dopo una giornata da informatico, stacca e si mette a perfezionare il suo "indie 2.0", come lo ha definito un suo amico. Poi, quando si riesce, va a suonare, consapevole che potrebbe essere l'ennesima cantonata. Lo abbiamo incontrato tra un live e l'altro per farci raccontare cosa gli ha portato questa fantomatica gavetta.
Come ti sei formato a livello artistico?
Non ho nessuna formazione artistica. Osservo, leggo e provo a praticare ciò che rientra nei miei interessi, non mi definirei un artista vero e proprio. Il mio percorso ha inizio da quando sono piccolino, cantavo sotto la doccia e scrivevo piccoli testi in rima fantasticando di essere una rockstar. Invece per quanto riguarda il progetto è nato nel 2019 e ufficialmente nel 2023.
Con chi collabori?
I miei 2 collaboratori più attivi e importanti al momento sono Michele Casalini che si occupa di fornirci il suo studio, di mixare e masterizzare, e Carlo Di Mauro che invece si occupa di comporre, arrangiare, produrre e suonare il basso dal vivo insieme al resto dei turnisti che compone la mia band. Per quanto riguarda il resto invece sono indie al 100%.
Che genere di musica fai?
Un amico tempo fa la definì “indie 2.0”, a me piace molto. Diciamo che esistono luoghi comuni con il sound indie e del cantautorato italiano pop.
Cosa ascolti di solito?
In questo periodo sto impegnando i miei ascolti sull’ep a cui sto lavorando, sto ascoltando un po’ di
tutto ma soprattutto le mie demo e gli artisti di riferimento. Non possono mancare Mecna, Tropico, Venerus e Frank Ocean.
Com'è nato il tuo ultimo lavoro?
Il mio ultimo lavoro è stata l’outro del mio ep, ed è la title track. È un brano molto fuori dalla mia
comfort zone. È uno dei pochi brani sofferti. Il significato lo interpreteranno gli ascoltatori. Io non
godo a dire cosa volevo comunicare, se sono stato bravo il messaggio arriverà. È nato dalla necessità di chiudere l’ep e di migliorare ulteriormente la mia penna, stavo pensando a una linea melodica, ho preso la prima strumentale che avevo sotto il naso e ho scritto, mi è piaciuto, mi ha preso allo stomaco e sono convinto che piacerà e susciterà la sensazione che ho provato scrivendolo a chi lo ascolterà.
Quali sono i live che ricordi meglio?
Ricordo tutti i miei live. Non starò qui a dire che sono stati tutti speciali e preziosi perché non è
vero, molte volte ci si ritrova a dover “lavorare” per un cachet, e dunque a suonare in ambienti o
situazioni (e con persone) non proprio entusiasmanti, specialmente considerando che non sono
conosciuto. Sono felice di avere l’opportunità di fare gavetta e di partire dai “peggiori bar come le migliori star”. Altri però, purtroppo meno, mi hanno regalato emozioni fortissime e spero di farne molti in futuro così. Mi fa sentire a casa, io godo e il pubblico lo sente, piace anche a loro. Mi piacerebbe diventare un grande performer un giorno. Ci stiamo lavorando.
Progetti futuri?
Continuare a sperimentare in studio e suonando dal vivo, vivere veramente fino in fondo il percorso. A parte gli scherzi, a settembre/ottobre farò uscire il mio primo ep. Prima di allora pubblicherò vari estratti e cercherò di trovarmi più spazio possibile per suonare e mangiare la mia piccola fetta. Il target principale rimane quello di aprire opportunità per suonare dal vivo sempre più spesso e sperimentare anche con lo show. Mi piacerebbe portare un live veramente speciale in giro per i vari locali e club che ospitano progetti emergenti di provincia come il mio.
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L'articolo Taha fa gavetta di Redazione è apparso su Rockit.it il 2025-03-06 19:59:00
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