Una storia d’amore aperta da un giro di chitarra senza una corda, che accelera con il ritmo delle percussioni leggere, fino a chiudersi con un flauto delicato e felice. Sopra, le parole di Giovanni Barbini aka Tauma, tenere e senza filtri, invitano chi ascolta a guardare la vita con semplicità, come nei film del cinema francese degli anni ’50.
Nouvelle Vague, secondo singolo di debutto del giovane artista veneto classe 2000 – prodotta da Factory Flaws/Peermusic Italy –, è un omaggio all’omonima corrente cinematografica, caratterizzata da semplicità, autenticità e scarto di ogni sorta di artificio che possa allontanare dalla realtà.
Volutamente imperfetto e "umano", questo pezzo cerca di rendere chiara e visibile la bellezza dell’errore e del grezzo: "Per far capire che c’è un certo romanticismo che tiene in vita la musica: l’amore per il suono come tale, non per la perfezione di esso", afferma il giovane rapper. Che era già attivo sulle scene come Slim G, prima di decidere di intraprendere un nuovo progetto – sempre accompagnato dal duo di producer Ocean Dreams –, con il quale provare in maniera più libera e aperta a raccontare in musica la sua vita e le sue emozioni.
Il singolo, fortemente autobiografico, nasce di getto durante una notte in studio. Raccoglie e reinterpreta alcuni momenti importanti e particolarmente intensi della vita del giovane artista: "Se tutt’ora dovessi pensare a un’immagine da collegare al brano, il mio pensiero si rivolgerebbe subito a due persone che ballano in un parcheggio di notte. Ballano, e pensano per un attimo di essere le uniche persone al mondo. È la stessa immagine che avevo in mente mentre scrivevo il testo, ed è ancora vivida dentro di me. Così come le emozioni, che mi fanno pensare alle atmosfere e alle sensazioni che provo guardando un film francese degli anni '60".
Prima di Nouvelle Vague, Tauma pubblica Cult, un pezzo che sancisce l’effettivo cambio di rotta del giovane veneto, verso una musica più fresca e genuina, ma allo stesso tempo fortemente malinconica: "Compresi che quel pezzo avrebbe segnato un nuovo inizio nel percorso già intrapreso con gli Ocean Dreams. Scrissi in pochissimo tempo: cerco di non organizzare mai i momenti in cui farlo, ma quando sento che è arrivato il momento giusto, allora non perdo l'attimo e scrivo. Cult, poi, ha cambiato forma continuamente. Persino in studio avevamo aggiunto delle parti che non erano state pensate e ragionate prima", racconta Tauma.
Per il giovane artista è difficile spiegare una canzone a parole, e tradurre il significato della musica in un discorso: "Mi sembra di tradire la sua natura libera, la sua 'pretesa' di dire l’inesprimibile; di esplorare tutto, e non solo alcune porzioni della realtà". Tuttavia, si può definire Cult in maniera indiretta: "È sogno e realtà. È la nostalgia di una vita mai vissuta, che forse può essere reale solo se rappresentata su uno schermo. O, forse, è solo accettazione di una perfezione irraggiungibile. Una malinconica tutt’altro che triste, però", spiega il rapper, e continua: "Cult è un’immagine mai vissuta, solo pensata e desiderata con fermezza. È una canzone che a me ancora trasmette quiete e inquietudine allo stesso tempo".
"Ascolto ogni genere di musica. Tutto ciò che mi smuove, tutto ciò che mi trasmette qualcosa. Dal rap al rock, dal cantautorato alla musica classica, dal jazz alla bossa nova, fino alla techno e alla musica elettronica", afferma Tauma: "Cerco di farmi ispirare da tutto. Artisti che ascolto spesso e che magari si avvicinano di più a quello che facciamo – parlo al plurale perché io e gli Ocean Dreams siamo diventati inscindibili – sono: Kevin Abstract, Fkj, Tom Misch, James Blake, Bon Iver, Jeremy Zucker, Verzache".
Tauma, giovanissimo, spera di smussare alcuni angoli del suo carattere, soprattutto se ostacolano la creatività. In primis, l’ansia: "Sono di base molto ansioso. Un difetto che non mi consente di tirare fuori e svolgere a pieno ciò che vorrei creare. Vorrei che tutto fosse perfetto e a volte, quando registro in studio, viene a mancare la naturalezza necessaria e il flusso creativo si inceppa a causa di questa mia ansia di riuscire a fare le cose super bene". Uno scoglio da superare, ma anche uno stimolo a essere competitivo e a dare il massimo di sè.
Dopo Nouvelle Vague arriverà sicuramente altra musica: "Non mi faccio troppe aspettative", dice Tauma. "Non so cosa potrà accadere. So solamente che continuerò a fare musica. Cercherò di portare avanti questo mio progetto, senza troppi paletti e senza presupposti di alcun tipo. Farò musica per fare musica": spontaneamente e in maniera autentica, semplice, genuina, leggera, romantica, malinconica. Parlando di amore e delle sensazioni che a vent’anni cominciano a smuoversi dentro il cuore e dentro la pancia, Tauma si accoda al roster della Factory Flaws e con la sua musica contribuisce a variare e ad arricchire la label&publishing italiana, nata nel 2016, già eterogena grazie al lavoro e alla musica di HÅN, Giungla, Eugenia Post Meridiem, Iside, Lucia Manca, Albert e altri artisti.
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L'articolo Tauma, il mio rap dalla Rive Gauche di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2020-09-25 17:00:00
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