(I Transgender - Foto da internet)
Una lunga telefonata. Il nostro Nicola Bonardi chiacchiera con Luca Cavina - bassista dei Transgender - mentre è in viaggio verso una destinazione sconosciuta. Gli argomenti imprescindibili della conversazione sono: lo strano linguaggio con cui vengono coniati i testi, le molteplici influenze musicali e l'ironia (requisito fondamentale per un gruppo Snowdonia). E si scopre anche che hanno avuto tutti un passato nel metal (ma non se ne vergognano).
Avete fatto della commistione fra generi la vostra bandiera e in primo luogo il vostro nome, è sbagliato vedere una componente ironica in ciò?
La componente ironica c'è per forza di cose, nel senso che la gente ci ascolta, ci viene a vedere e non capisce se ci siamo o ci facciamo... in vena! (risate, NdI) In realtà l'ironia è sicuramente presente nella nostra musica, ma non si tratta di qualcosa di ricercato, nel senso che siamo noi ad essere una contraddizione vivente e questo si riflette in ciò che suoniamo.
In che senso?
Beh, nel senso che fondamentalmente siamo dei malati di mente.
Le posso scrivere queste cose?
Si si, non ti preoccupare... comunque, oltre ad essere malati di mente, abbiamo personalità musicali diversissime, siamo persone diversissime e ciò va a confluire nella musica spontaneamente perchè le cose fanno a pugni da sole, diciamo così...
Una delle cose che saltano all'orecchio quando vi si ascolta è chiaramente la lingua in cui cantate...
Eh, lo sapevo... (ridacchia, NdI)
Spero, tra l'altro, non abbiate preso male il mio paragone con le parodie fantasy di Aldo, Giovanni e Giacomo...
No, anzi pensandoci bene fa molto ridere e in parte ci potrebbe anche stare, diciamo che lo scopo della lingua che usiamo non è fare la parodia di qualcosa, mi rendo conto che in alcuni casi faccia ridere, ma di sicuro non lo facciamo con lo scopo di fare i buffoni, anche se spesso siamo dei buffoni... comunque si tratta di un'invenzione del nostro cantante, che, come tutti noi è una mente un po' disturbata: capita ogni tanto che vada in giro per le strade e chieda informazioni con quella lingua e nessuno lo capisca, la gente lo schifa ed è una situazione un po' difficile...(ridacchia, NdI)
Ma da cosa nasce questa lingua? Come si fa ad inventare una lingua dal nulla?
Guarda, in realtà la cosa che conta sono i suoni, è impossibile creare una grammatica dal nulla, una lingua nasce da una consuetudine, da stratificazioni di millenni, quindi, si, parliamo di lingua, ma in realtà non è esatto perchè si tratta di qualcosa che sta al servizio della musica. Quando abbiamo fatto il disco precedente ci siamo posti di fronte al dilemma di scegliere con che lingua cantare ed è successo che Lorenzo si mettesse a improvvisare sulle musiche con parole inventate da lui, oltretutto aveva anche fatto dei testi (consultabili su www.bandtransgender.com, NdR) e ha poi deciso di fondere i fonemi e le parole che inventava con quei testi e con l'atmosfera dei brani... insomma non sono semplici suoni, a volte sono storie molto strane, o serie di immagini evocative, fermo restando che nei Transgender i testi sono secondari, è più importante il suono.
E' paradossale il fatto che voi mettiate i testi in secondo piano e poi quando uno vi ascolta, come prima cosa, nota proprio la lingua in cui cantate...
Guarda, fondamentalmente il nostro cantante usa la voce come uno strumento: Lorenzo è il quinto strumento dei Transgender, poi ci sono vari livelli e niente impedisce che qualcuno voglia accedere ad un livello più profondo e cercare i retroscena dei brani, ma è tutto funzionale alla musica, per esempio dal vivo c'è un impatto più superficiale ed è difficile che qualcuno cerchi di soffermarsi sui testi, quindi, come ti dicevo, è sempre il suono che conta.
Bene e, da questo punto di vista, per voi è meglio il live o il disco?
Il live, senz'altro. Ciò non significa che non ci interessi fare dischi, anzi, ma la dimensione live ci è più congeniale.
In che modo nascono i brani? Avete una perizia tecnica veramente notevole che vi permette di intraprendere molte strade, come decidete la direzione da dare a un brano?
Questa è una bella domanda. Non esiste un metodo pienamente soddisfacente o una strada che siamo soliti seguire, ci sono pezzi che possono nascere da un'improvvisazione in sala prove, poi si fissano determinate idee, oppure uno arriva con un'idea base e poi insieme si decostruisce il tutto. Non voglio dire che le cose nascano in una maniera spontanea perchè sarebbe una cazzata, però non nascono in maniera costruita nonostante possa sembrare così. I pezzi dell'ultimo disco poi sono nati in maniera abbastanza naturale, ma per rispondere alla tua domanda, non è che decidiamo a tavolino di mettere uno stacco jazz o una parte di musica brasiliana, per quanto mescoliamo svariati generi tra loro, non lo facciamo in maniera programmatica.
Già mentre suoniamo lo facciamo in maniera contaminata, io, per esempio, non saprei dirti che tipo di bassista sono e anche a livello di ascolti sono così onnivoro che non ti so dire che cosa abbia esercitato un'influenza maggiore sul mio modo di suonare e così è per gli altri. Insomma diciamo che le cose sono molto meno premeditate di quel che sembra, come ti dicevo prima, oltretutto, siamo persone con gusti e manie diverse, chi infatuato di elettronica, chi suona anche in progetti punk, chi fa joga, mangia vegetariano e si dedica allo shiatsu, il nostro cantante impegnato anche in situazioni etniche e io che sono un mezzo metallarone!
E qual è il punto di contatto?
(risatina, NdI) Vorrei poterti rispondere, ma faccio un po' fatica, ti posso dire che suoniamo insieme e siamo abbastanza aperti per capire i modi di suonare di ognuno e adattarci agli altri, perciò per forza di cose, quello che tiriamo fuori non si riesce ad incastonare in un unico genere, perchè frutto di cinque menti distinte, ma allo stesso tempo simili per quanto riguarda l'apertura (o la non chiusura) verso svariati generi.
E come vi siete incontrati “fisicamente” (senza, chiaramente, chiederti la storia del gruppo)?
Beh, è molto semplice, tranne Lorenzo siamo tutti di Imola, che sebbene voglia fare la grande città è, in realtà un piccolo centro ed è molto facile che le persone che suonano si incontrino e si conoscano tutte, molto spesso fanno lo stesso lavoro, per esempio tre quinti del gruppo hanno letto i contatori nella stessa azienda e lo stesso facevano altri musicisti della città...
Il lettore di contatori come mestiere del musicista!
Sai, permette di incastrare periodi di lavoro con periodi di attività musicale, purtroppo non ci sono molte alternative se si vuole che la musica sia la parte più importante della propria vita.
Mi dicevi che sei un “mezzo metallarone”... Nella recensione sottolineavo questa componente della vostra musica: perchè, secondo te, si tratta di una realtà (che chi è cresciuto in un certo periodo difficilmente può non aver vissuto) di cui molti si vergognano? Insomma che rapporto avete con il metal?
In realtà non ascolto praticamente più nulla di metal, preferisco certi sconfinamenti del genere tipo Meshuggah o Dillinger Escape Plan o anche Mike Patton per farti capire; quella del metallaro è un po' la parte che mi fanno fare, perchè ogni Transgender ha un suo personaggio. Comunque nessuna vergogna, anzi spesso molte persone che conosco, apertissime musicalmente, provengono da lì.
E' stato giusto pubblicato uno studio per cui la maggior parte dei giovani con il Q.I. più alto ascoltano Heavy metal...
(risata, NdI) No, non lo sapevo, ti posso dire che il mio primo gruppo era death metal e la cosa vale anche per il nostro batterista, il chitarrista ha suonato in contesti di quel tipo e i primissimi Transgender avevano molte più componenti metal di quelli attuali, insomma il metal fa parte della nostra educazione musicale, il problema, forse, è che la definizione metal associata a noi possa trarre un po' in inganno, ma capisco i collegamenti che hai fatto tu nella recensione, soprattutto per l'uso della voce o per certe atmosfere.
Parliamo di etichette: prima Snowdonia, poi La Famosa Etichetta Trovarobato, com'è avvenuto il contatto con quest'ultima? E come lavorate con loro?
Narra la leggenda che i Mariposa siano rimasti così impressionati da una vostra performance live da provare addirittura soggezione e decidere di “produrvi”...
Fondamentalmente la differenza tra le due è di tipo gestionale: Snowdonia è un'etichetta di Messina e non c'era il contatto diretto che abbiamo con i Mariposa, con cui siamo molto amici. Ciò non toglie che Snowdonia per noi, dal punto di vista promozionale, ha fatto davvero tanto e siamo contenti di aver fatto un disco con loro, per fortuna esiste un'etichetta così!
Con i Mariposa ci siamo conosciuti a un concerto ed è vero che abbiamo avuto questo amore omosessuale a prima vista (risate, NdI) e quindi la collaborazione è avvenuta in modo spontaneo. Aggiungi che loro stanno a Bologna e quindi dal punto di vista organizzativo è tutto molto più semplice.
Il vostro cantante Lorenzo porta avanti prestigiose collaborazioni fuori dall'Italia, cosa ci puoi dire al riguardo? Il futuro dei Transgender va in quella direzione?
Lorenzo ha registrato con gli Ashes e Bill Laswell, il tramite è stato Eraldo Bernocchi (autore, tra l'altro di un remix all'interno del nostro album precedente). Per quanto riguarda noi, al momento, non ci sono previsioni su una “carta estera”, chiaramente potrebbe essere interessante, ma al momento siamo e rimaniamo in Italia.
E come va in Italia?
Per ora abbastanza bene, ma vorremmo fare più date, pur tenendo conto che, per forza di cose (e nostro malgrado), siamo un gruppo di nicchia.
La copertina di "Mey Ark Vu" ha qualche significato preciso?
No, non vuole essere una metafora di qualcosa. Volevamo una copertina essenzialmente grafica, la copertina del disco precedente era estremamente allegorica e carica di tutta una serie di significati...
Stalin crocifisso...
Quella, esatto!
Opera di Cinzia La Fauci, giusto?
Tutte le copertine di Snowdonia sono opera di Cinzia...
Eravate d'accordo con quel lavoro?
Ci sono stati alcuni problemi per quella copertina. Ti dico la versione politica dei fatti in quanto c'è stato un misunderstanding: Snowdonia dà carta bianca agli artisti per quanto riguarda il master tenendo per sé tutta la parte grafica. Noi gli abbiamo dato fiducia, visti anche i loro precedenti lavori, ma non ci aspettavamo una copertina come quella che, per quanto ironica, rischiava di essere fuorviante, visto che noi Transgender siamo fondamentalmente... dei coglioncelli.
Non vi va quindi la parte di intellettuali del rock?
No, assolutamente no, infatti spesso chi ci viene a vedere rimane sorpreso e pensa: “quindi i Transgender sono veramente dei cazzoni!” (risate, NdR)
Gruppi italiani che vi piacciono?
Cose davvero sconosciute, almeno per ora. Il problema è che ti dovrei fare nomi di amici e la cosa può essere imbarazzante, comunque, per esempio, tenete d'occhio gli She's mad on dancing, hanno davvero qualcosa da dire.
Un altro gruppo che spacca sta dietro le spalle di una certa Beatrice Antolini, che ha fatto uscire un disco bellissimo che si chiama "Big Saloon" e... ops, ci suono anch'io, mannaggia! (risate generali in sottofondo, NdI).
Hey c'è puzza di merda qui in autostrada! (risate continue, NdI)
Beh lo dice anche Ligabue, no?
Esatto! Ora mi mangio un pan di stelle che sono affaticato và!
Vi lascio continuare il viaggio, grazie mille e buona fortuna per tutto!
Grazie a te e Viva il metal!
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L'articolo Transgender - Telefonica, 13-04-2007 di Nicola Bonardi è apparso su Rockit.it il 2007-05-08 00:00:00
COMMENTI (1)
oh! ma quanto sei Sburo?!
rasierte totale!