Matilde De Rubertis (già negli Studiodavoli con suo fratello Gianluca) e Andrea Mangia (Populous) hanno dato vita ai Girl With The Gun. Erano uno dei nomi che mancava all'appello per quanto riguarda il pop retrò leccese (un altro è Giorgio Tuma e sarà approfondito con l'anno nuovo). Il loro disco d'esordio è un piccolo gioiello che ha segnato positivamente questo 2008. Ester e Matilde chiacchierano telefonicamente: parlano di cinema, del Salento, di femminilità.
Che cosa si porta dietro Girl With The Gun de "La ragazza con la pistola" di Monicelli?
L'immaginario dell'epoca, i gusti affini. Le atmosfere non propriamente del film che è molto più ironico, d'azione, ma in generale di quel tempo storico. Molto semplicemente ci piaceva quel titolo e abbiamo pensato di rifarci al film di Monicelli per questo motivo.
Nessuna affinità dunque fra Populous e l'aguzzino Davide interpretato da Carlo Giuffrè e le tue con la sedotta e abbandonata Assunta che ha il volto della meravigliosa Monica Vitti?
Onestamente non credo che io e Andrea possiamo avvicinarci neanche lontanamente ai due protagonisti del film, il paragone con queste due personalità così forti del cinema italiano è distante. Mi piace molto però Monica Vitti, credo che sia una delle attrici migliori al mondo.
Vogue Italia ti ha definito una delle reginette della musica intellettuale italiana. Hai posato poche settimane fa insieme a Margot dei Tiger Tiger!, Alessandra Contini de Il Genio e Lia dei Van Houtens su Xl il mensile di Repubblica per un servizio dedicato alle Switchblade Sisters che titolava: "chi ha paura di queste ragazze, giovani, belle e incazzate?" Un po' cantautrice, un pò però anche capo delle cheerleader. Ti fa sorridere il fatto che parlino di quello che fai, nominando le belle gambe?
Si assolutamente. Penso sia una deformazione professionale del mondo mediatico ma onestamente ci vedo tanta normalità in questo. Tirare in ballo l'aspetto fisico, la teoria della ragazza carina è un passaggio naturale perfino quando ci si rapporta ad un uomo ormai. E' un discorso estendibile anche al mondo maschile, se uno è di bell'aspetto, è un bel ragazzo è un valore aggiunto che non dovrebbe togliere nulla al resto. Sono rimasta sinceramente sconvolta quando ho letto l'articolo su Vogue perché onestamente tra Giusy Ferreri e Irene Grandi io c'entravo ben poco e ancora non capisco perché mi abbiano voluto citare. Il servizio per Xl era invece fatto apposta, ma a dirla tutta al di là del tono ironico, non credo si possa ancora parlare di una reale discriminazione tra uomo e donna, fortunatamente queste differenze ormai non ci sono più.
Pensi dunque che le questioni di genere non esistano né dentro né fuori l'ambiente musicale?
Certo, anzi credo che attualmente ci sia molto più potere femminile di quanto si creda soprattutto in ambito decisionale e quasi in tutti i campi. Si dà attenzione più del dovuto a queste questioni, che vengono trattate a volte al pari di un fenomeno del momento. Penso che una donna oggi come oggi possa fare quello che vuole senza nessun problema, senza grandi difficoltà, se ha voglia a capacità di farlo naturalmente.
C'è un bersaglio, simbolico si intende, che volevate centrare quando avete messo su il gruppo?
No, il nome è stato scelto perché ci piaceva chiamare un progetto di due persone: un ragazzo e una ragazza con un nome che propendesse più dal lato femminile e Girl With The Gun lo è, evidenzia quella personalità. Ci piaceva il contrasto, l'idea che un duo si potesse chiamare così, l'accostamento fra alcune suggestioni del film e il progetto, tutto qui.
Qual è stato il terreno musicale comune in cui la tua esperienza con gli Studiodavoli ha incontrato le manipolazioni elettroniche di Populous? Come nascono i Girl With the Gun?
In modo molto spontaneo. Niente è stato creato a tavolino o pensandoci su molto. Il progetto è nato da un'amicizia, ci stimiamo molto personalmente e professionalmente. Non c'è stato nulla di programmato. Con Andrea ci siamo conosciuti un po' di tempo fa, perché avevo collaborato con lui in "Queue for Love", in particolare in due tracce dell'album. Non ci conoscevamo all'epoca e siamo diventati amici così. In seguito lui ha fatto lo stesso in alcune tracce di "Decibels for dummies" degli Studiodavoli, e da lì avendo passato molto tempo insieme, abbiamo detto: "Perché non proviamo a fare un disco"? I Girl With The Gun sono nati sostanzialmente in questo modo. Non ci siamo posti tante domande. Avevamo voglia di fare qualcosa di acustico. Io poi sono particolarmente legata all'immaginario folk americano e avevo l'esigenza di sperimentarmi in quel genere e lo stesso vale per Andrea: questo è stato il luogo musicale in cui ci siamo incontrati.
Musica cinematica, jazz d'autore, melodie 50's. Come avete mescolato questi generi nella composizione dell'album?
Abbiamo abbozzato dei piccoli provini casalinghi, dove abbiamo buttato giù delle idee e messo su le strutture principali dei brani. Poi piano piano quando abbiamo cominciato a registrarli in studio, vedendo come stavano uscendo fuori i pezzi si è capito che alcuni potevano essere contaminati lì sul momento. Ad esempio "Coast to Coast" inizialmente doveva essere una canzone chitarra e voce, ma in sala abbiamo optato per un arrangiamento più ricco fatto di batteria, contrabbasso e spostarla dunque in territori effettivamente jazz e il risultato devo dire che ci ha convinti. Lo stesso è successo per gran parte degli altri pezzi. I canovacci base sono stati fatti a casa e poi gli arrangiamenti sono stati imbastiti in studio assecondando e accompagnando la direzione che prendevano mentre li suonavamo.
Questo è un disco intriso di collaborazioni. Ci sono tanti strumenti dentro, partecipazioni importanti nella scrittura dei testi. Da dove viene fuori l'esigenza di mettere insieme così tanto apporto creativo?
Quando siamo partiti quello che volevamo far uscire fuori era l'idea di un progetto corale. La base era sicuramente il duo ma avevamo già in mente di chiamare musicisti validi, amici, vedi Giorgio Tuma che nel disco ha scritto e ha cantato due brani dell'album e ci piaceva pensare che questo lavoro non appartenesse soltanto a noi due ma a un gruppo allargato di persone che stimiamo, delle presenze amiche. Volevamo non rendere il progetto troppo personale e in realtà l'intenzione era quella di coinvolgere ancora più gente di quella che poi ha effettivamente collaborato, solo che i tempi non ce l'hanno permesso.
She & Him, Bobby and Blum, Belle & Sebestian: la formula scelta coniuga all'elettronica gentile il cantautoriato crepuscolare. In Italia nessun Lui&Lei ha fatto breccia nei cuori degli ascoltatori dopo la tragica rottura fra Albano e Romina. Vi sentite un pò soli?
Meglio soli che male accompagnati, poi devo dire che adesso c'è anche Il Genio con cui si potrebbe fare un bel duello. Mi sa che però qualche altra coppia c'è, anche se non me vene in mente nessuna al momento.
Seconda creatura della Disastro Records che punta ai fratelli De Rubertis come a due cavalli di razza. La scelta di uscire per questa neonata etichetta è una coincidenza fortuita o un progetto preciso?
L'incontro con la Disastro è stato per merito loro. Mi scrissero un giorno via mail, quando era appena nata l'etichetta e cercavano persone da produrre, chiedendomi degli Studiodavoli, per sapere come eravamo messi sia per quanto riguarda il precedente contratto discografico che a livello di nuovi lavori. Solo che in quel periodo io ero impegnata con Andrea nel finire il disco, Gianluca con Alessandra e quindi gli dissi che gli Studiodavoli per il momento erano fermi e che però c'erano questi due progetti nuovi. Ascoltarono prima Il Genio, poi i Girl With The Gun e da qui è nata la produzione dei due dischi. In realtà sono stati loro a contattarci e poi casualmente essendoci altre cose a disposizione hanno deciso di lavorare su quelle.
I Girl With The Gun, Il Genio, i Superpartner che portano nel nome un omaggio agli Studiodavoli. C'è una nuova scena salentina che alla musica tradizionale preferisce altre forme di contaminazioni. C'è qualcuno fra di voi che abita ancora a Lecce ma soprattutto esiste un'idea comune di suono che riecheggia in questi progetti?
Chi vive ancora a Lecce credo sia Francesco dei Superpartner. Io mi sono spostata momentaneamente a Bologna, ma non penso di rimanerci a lungo, penso che tornerò presto giù anche io. Tutti noi partiamo da un background comune, siamo tutti fan degli stessi grandi artisti, ci piace un certo tipo di musica. La cosa positiva però è che anche avendo questa base musicale simile, ognuno di noi ha poi concentrato queste risorse in modo diverso: Il Genio a suo modo, i Superpartner a loro modo, i Girl With The Gun in un modo ancora diverso. C'è lo stesso gusto, la stessa passione, le basi sono analoghe, ma sono tre gruppi molto diversi che partono da presupposti differenti, nell'ascolto e nell'approccio alla musica. In tutti e tre questi nomi c'è sicuramente un fascino per la musica degli anni 60, per un certo immaginario del passato che si rifà molto anche alla musica italiana: Piero Umiliani, Pietro Piccioni, nel caso de Il Genio anche Gainsbourg.
Sei felice di come stanno andando le cose, ti aspettavi una così tanta attenzione per i Girl With The Gun?
Penso che questo sia un disco difficile, non così semplice e immediato all'ascolto, un po' perché è un disco molto lento e non ci sono pezzi ballabili, veloci, quindi sono rimasta sorpresa per alcune recensioni che hanno parlato veramente molto bene di questo lavoro. Sono molto contenta e un pò mi stupisco, perché credo sul serio che non sia un album facile da digerire e capisco perfettamente chi può pensare che sia noioso e cose del genere. Non mi aspettavo che ci fosse così tanta attenzione e spero naturalmente che cresca maggiormente in futuro.
Porterete in giro l'album presto?
Sono in programma delle date a Febbraio. Non so se con me ci sarà Andrea, anche se sta risolvendo i suoi problemi fisici negli ultimi mesi, ma sicuramente i live partiranno a breve, c'è parecchia voglia di suonare in giro.
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L'articolo Girl with the gun - telefonica, 13-12-2008 di Ester Apa è apparso su Rockit.it il 2008-12-13 00:00:00
COMMENTI (2)
:)
Bravibravibravi...e anche Ester che intervistatrice!!!