(Caparezza - Foto di Cesare Cicardini)
Il risultato elettorale, i Ministri, l'hip hop, Myspace e il primo approccio con la carriera da scrittore. I giovani rincoglioniti, quelli stronzi e poi i veri eroi dell'era moderna: i muratori. In occasione dell'uscita dell'ultimo "Le Dimensioni Del Mio Caos" (Emi) Francesco Cremonese ha intervistato Caparezza.
Elezioni: come la vedi ora che i giochi sono fatti?
I risultati non rispondono alle mie aspettative… Mi rendo conto che il mio modo di pensare sta diventando una nicchia…
Visto che ormai sei totalmente crossover come stile, ho una curiosità: cosa ne pensi dell’hip hop in Italia?
Io sostanzialmente, pur rispettando chi fa hip hop, o chi fa punk, o chi fa un tipo di genere che non è un genere ma è una cultura, e che quindi la devi vivere, se no non lo fai, se no non lo sei, io non aderisco a questo pensiero. Non credo che chi fa un certo tipo di musica debba poi viverla su tutti fronti. Io dell’hip hop ho sempre preso il rap come punto di riferimento, che è una cifra stilistica che è quasi spontanea, è come poesia parlata. È uno degli elementi dell’hip hop, ma io non ho mai vissuto l’hip hop. Io tutto quello che voglio rappresentare è me stesso. In questo caso io mi allontano dalle forme di cultura musicale e cerco di mostrare la mia di cultura, che ha più a che fare con la cultura universale più che con quella musicale. Ma questo accade in ogni ambiente in cui finisci per diventare parte di un movimento, quindi col vestirti e atteggiarti in un certo modo ed avere alla fine un pensiero comune. E devi poi rappresentare. E questo non mi piace. Io non voglio rappresentare niente, io voglio esprimere me stesso. È questa la musica per me. Però rispetto chi ha un pensiero diverso dal mio.
Cosa ne pensi invece di Myspace? Mi pare sul disco ci sia più di una critica a riguardo, pur avendo tu stesso uno “spazio” ampiamente sfruttato…
Io dico che Myspace, come tutte le forme di social-networking, sono importanti, rappresentano il futuro, ma non sono ancora usate bene. Se in internet non applichiamo l’etica diventa un mondezzaio, come è diventata un mondezzaio la televisione, che era una grande invenzione rivoluzionaria, e guarda adesso cosa è diventata… perciò usare Myspace solo per fare spamming selvaggio, non è la cosa migliore… io che ho tanta voglia di scoprire musica nuova, faccio fatica. Faccio fatica perché è pieno di persone che si sono messe lì con il microfonico e hanno fatto per la prima volta un pezzo nella loro vita, e ti postano che è uscito il loro nuovo singolo… Io non riesco a trovare quello che mi piace, perché c’è un surplus di informazioni ed è difficile orientarsi. Questo vuol dire che ha una potenzialità di fondo, però è un mezzo non un fine. E poi comunque, spero che molte persone che lo usano riescano a farsi un loro pubblico indipendentemente da quelli che sono i canali promozionali di sempre.
La collaborazione con i Ministri - in “Ulisse (You Listen)” - come è nata?
Mi era arrivato il loro demo a casa (io ascolto molta musica nuova) e mi era piaciuto. Poi siccome sono uno che va a vedersi i concerti di tutti, sono andato a vedermeli dal vivo, e sono rimasto folgorato. Loro dal vivo sono bravissimi. E questo ha fatto si che li vedessi altre due volte, e alla terza gli ho detto che avevo un pezzo in cui ci vorrebbe proprio la voce di Davide… e loro hanno accettato.
I giovani di oggi sono davvero così rincoglioniti come sembra dal tuo pezzo “Pimpami La Storia”? O è solo che fa figo far diventare i mafiosi degli eroi nazionali?
Non tutti sono rincoglioniti. In ogni generazione c’è il bello e il brutto. In generale c’è in atto una forma di revisionismo molto pericolosa. Sono partito da questo per raccontarla un po’ macchiesticamente con “Pimpami La Storia”. Quando leggi sui giornali che il 25 Aprile devi onorare tutti i caduti…, quando leggi che Garibaldi in fondo non è niente di che, o anzi è meglio levarlo dai libri di storia… cominci a vedere che non essendoci più i testimoni diretti, ognuno si ridisegna la storia a modo suo. A questo ho voluto dare un tessuto giovanile: è il pezzo più hip hop del disco, perché nel rap, a forza di parlare di poesia, spesso sembra di sentire, in alcuni ambienti del rap… cioè, si parla di cultura hip hop, però c’è anche un po’ di ignoranza generale nel raccontarsi. A volte ti sembra di sentire pezzi rap, album interi, che quando finiscono ti viene da chiederti che cosa abbiano detto, quali siano gli argomenti… A me capita.
Chi è l’eroe di cui tu parli nel primo singolo dell’album?
È un lavoratore precario. È un muratore, è una persona qualunque che non riesce a tirare avanti e ha comunque delle responsabilità da assumersi. Perché è vero che si assume la droga ma bisogna anche assumersi delle responsabilità nella vita, e quelli che lo fanno, non ce la fanno. Eppure tirano avanti. Ti rendi conto che hanno problemi che sembrerebbero e che magari sono insormontabili. Ma comunque tirano avanti. E io nel video ho usato questo cappio che è un po’ la vita che ti si stringe al collo e tu comunque devi andare avanti e lo devi fare non solo per te stesso, ma probabilmente anche per la prole che hai generato, per la quale devi privarti della tua libertà per poter permettere alla tua famiglia di poter farcela. Questo è eroico oggi. Non è più eroico indossare una calzamaglia e volare nello spazio e facciamoci un sacco di problemi esistenziali. È questo l’eroismo.
E perché secondo te il mondo sembra sempre pieno di stronzi e invece è solo pieno di schiavi?
Perché gli stronzi in questa situazione culturale sono considerati degli esempi da seguire…
Ma alla fine hai votato o no?
Io sono andato a votare, ed ero contro il non voto. Lo dico perché se oggi siamo qua a piangersi addosso lo si deve anche a chi non ha votato, mettendosi la molletta al naso… perché in un sistema come questo non voterai mai per il rivoluzionario che non c’è. Purtroppo dovrai sempre votare per quello che ti sembra meno peggio. Però l’idea che avevo io era che non andando a votare si sarebbe alimentato il voto di scambio, ovvero, le persone giustamente deluse dalla politica se ne stanno a casa perché si sentono prese per il culo, quelli che vanno a votare, vanno a votare perché gli è rimasto impresso qualcosa. Questo avrebbe favorito il voto di scambio e… mi fermo qui.
Ma il tuo disco, che cos’è?
È un concept. Però essendo una storia che ha come novità il fatto che ci sono dei personaggi interpretati da doppiatori, io l’ho chiamato fonoromanzo. In più è la colonna sonora di un racconto vero e proprio che è sul mio libro appena uscito “Saghe mentali”. In questo libro ci sono tutti i testi, c’è tutta la mia carriera discografica, ci sono un sacco di retroscena, di cose che ho fatto nella vita, che mi sono capitate, del perché parlo di certi argomenti, del perché ho scritto “Habemus Capa” fortemente politico dopo un disco di successo come quello di “Fuori Dal Tunnel”. E quindi è spiegato tutto. E poi tra l’altro ho proiettato tutto il mio mondo colorato. Sono alla fine riuscito a rendere quel libro come se fosse un mio disco.
Ti sei divertito a fare lo scrittore?
Si, si, si. Anche perché sono rimasto strettamente legato al mio ambito. Non avrei mai potuto scrivere un romanzo vero.
Progetti per il futuro?
Concerti, concerti, concerti. Poi vediamo. Se qualcuno mi proporrà, dopo il disco e il libro, di creare un film… io sono qui!
---
L'articolo Caparezza - Telefonica, 15-04-2008 di FrancescoRadio è apparso su Rockit.it il 2008-04-23 00:00:00
COMMENTI (2)
sisi mi e' piaciuta
Bella intervista...