(Demo e gli Ah, Wildness!, I collage sono di Fabrizio La Scimmia)
Loro si definiscono stronzi, hanno da poco pubblicato il loro primo album: un groviglio di funk e rock come non se ne sentiva da tempo. Lui dice di essere lo stronzo numero uno, storico direttore d'orchestra del Maurizio Costanzo Show, di funk se ne intende. Entrambi sono emilani. Gli abbiamo chiesto di farsi una chiacchierata. Demo Morselli intervista gli Ah, Wildness!
Federico: Pronto, Demo!
Demo: Si.
F: Ciao, siamo gli Ah! Wildness… Da quello che sento, sei ad una grigliata o sei in spiaggia?
D: (Ride, NdR) No, sono davanti al computer, sono di fronte al vostro sito internet.
F: Ottimo, le prime impressioni quali sono, terrificanti?
D: No, mi meraviglio solo di una cosa: non avete scritto che strumenti usate, mi pare che siano tutti vintage.
F: In realtà sono tutti midi, per questo ci vergognavamo e non abbiamo scritto un bel niente (ridono, NdR). In realtà, sì, sono tutti strumenti vintage. Abbiamo usato gli strumenti di un collezionista. Diciamo che hai colto la sonorità.
D: Il suono saturo si sente, è il suono giusto per questo genere musicale, un po' funk… un rock d'annata… Il vostro disco precedente non l'ho sentito, ho visto che ne avete fatto anche un altro.
F: In realtà quello era un demo, che abbiamo registrato…
D: E poi in questo disco non c'è il sax.
F: C'è poco…
D: C'è un megafono però…
F: Il demo l'abbiamo registrato a casa di questo collezionista. Il sax e le voci sono stati registrati in bagno per sfuttare meglio il suono della mattonella (ridono, NdR). Alcuni pezzi sono anche finiti nel disco vero e proprio, uscito una decina di giorni fa per la Riotmaker.
D: Ma si, io quando faccio l'arrangiamento dei fiati… ad esempio per Elio ho registrato i pezzi nella mia camera da letto.
F: Ah si? (Ridono, NdR)
D: Se volete sapere qualche altra leggenda metropolitana: Adriano Celentano ha registrato "Il mondo in mi settima" sul tetto della Mondial sound di Milano, all'aperto, perché gli piaceva il riverbero. Anche perché… quando io lavoravo negli studi di registrazione dove c'erano gli stessi banchi, gli stessi microfoni, le stesse casse, gli stessi fonici, alla fine i dischi si uniformavano e suonavano tutti uguali.
(Era meglio il Demo)
F: Ascolta Demo, visto che hai citato delle leggende metropolitane, io ne avrei una da farti confermare…
D: Dimmi.
F: Si dice, almeno qui in Emilia, che Demo Morselli è un trombettista con un soffio così potente che se suona la tromba rivolta verso il cielo riesce a tenere sospesa una pallina da ping pong.
D: In parte è vera, cioè, senza la tromba, soffiando… metto sulle labbra una pallina da ping pong e riesco a tenerla in…
Silvia: Ma come fai a tenerla in equilibrio?
F: Quindi è in parte vera. Poi si dice che riesci a farlo anche con una palla da bowling. (ridono, NdR)
D: (Ride, NdR) Ancora no, mi devo allenare…
(Demo e la band)
D: Ragazzi, vi devo chiedere io una cosa, la copertina: c'è il mio animale preferito, la tigre, poi c'è il deserto, poi c'è questo vortice, cos'è un uragano?
F: Si, il concetto principale della copertina è del "dito nell'occhio"…
D: Ha un significato intrinseco?
F: Volevamo riprendere delle copertine anni 70, non ci andava di fare la solita copertina… un po' umile, un po'… un po' testina, come dire: siamo al primo disco, non sappiamo suonare. Volevamo fare una copertina un po' stronza.
D: Bella, molto bella.
F: Ci piaceva anche l'idea di riprendere delle copertine un po' kitsch, come quelle dei dischi prog anni 70.
D: Ah, sono belle, poi tu immaginati questa copertina fatta su un long playing, bella grande, sarebbe una figata.
F: Infatti noi l'abbiamo disegnata pensando alle dimensioni di un vinile, poi ovviamente il vinile non è uscito. Speriamo uscirà.
D: Le foto all'interno tradiscono un po' una vena nostalgica, non ce n'è uno che sorrida.
F: Quello perché ci diamo un tono… (ridono, NdR)
D: Ah, vi date un tono. (ride, NdR)
A: E' stronza la copertina, stronzi siamo noi.
D: Ah c'è un fil rouge…
A: C'è il fil rouge della stronzaggine. (ridono, NdR)
(Demo e Ivan King)
D: Poi mi sono piaciute molto queste mini suite all'interno dei brani, mi ricordano un gruppo che probabilmente non conoscete: i Traff… (non si capisce bene, NdR)
F: Chi?
D: I Traffic.
F: Ooooh, Demo! Abbiamo le discografie complete dei Traffic.
Ivan: Anche in vinile.
D: Il vinile suona di brutto, io mi ricordo a Rolo, in Emilia…. Voi di dove siete?
F: Di Poviglio.
D: Poviglio (ride, NdR), Poviglio libera! A Poviglio come vi guardano?
F: Non sanno manco che esistiamo…
D: Ma va là, vi stanno alla larga.
F: E' che siamo stronzi, hanno paura.
(Lo stronzo numero uno sono io)
D: Capisco bene quali siano i problemi del musicista: caricare, scaricare tutte le sere, al massimo per 30 euro… se te le danno.
F: Noi siamo abbastanza stronzi da chiederne quaranta.
D: Con la consumazione?
F: (Ridono, NdR) A volte riusciamo a strappare anche una consumazione perché magari la barista è russa e non capisce bene…
D: Free drink escluso, quindi, siete già… perché la realtà è questa ma posso rincuorarvi: tutti, a partire da Elio in avanti… tutti hanno fatto la vostra stessa strada. Forse una volta era più facile perché nei locali giravano i famosi talent scout che, quando trovavano un gruppo che sapeva suonare, gli facevano registrare qualche provino, e magari li portavano anche da una discografica seria.
F: Demo, ma guarda che è cambiato tutto il mercato.
D: Si, parti dal presupposto che non si vendono più i dischi…
F: Tra l'altro, se ti interessa, il nostro disco lo trovi su Emule, hanno fatto un ottimo lavoro di pirataggio, ti invitiamo a scaricarlo.
D: Ah ah, ma io ho quello orginale. Dai c'è speranza, se lo trovi su Emule vuol dire che almeno uno l'ha comprato. (ride, NdR)
F: Infatti sono stato io.
D: (Ride, NdR) Autofregatura.
F: L'ho fatto alla faccia degli altri componenti della band perché mi stanno poco simpatici, se lo meritavano.
D: Ma l'Italia merita di più, merita locali, merita spazi, rassegne che non siano sempre le solite. Si deve fare una cosa seria, si deve dare la possibilità a gruppi come voi, che cantano bene, che suonano bene. Complimenti alla cantante, l'ho sentita ridere prima, ha una bellissima risata.
S: Grazie…
(Silvia e Demo)
D: Bisogna dare la possibilità ai gruppi di esprimersi dal vivo, perché senti il suono delle valvole, degli amplificatori, dopo un concerto, magari, uno può essere invogliato a comprare il tuo disco anche se non ti ha mai sentito prima. Ma torno a ripetere, mancano i locali…
F: Sicuramente gli spazi mancano, noi siamo obbligati a suonare nelle discoteche, lì abbiamo trovato una nostra dimensione. Abbiamo aperto anche a dei dj importanti. Ci siamo inventati spazi dove non esistevano.
D: Si, ma la gente cosa dice?
F: La gente se la gode, la cosa interessante è quella: è la dimostrazione che non è tanto una questione di genere ma è una questione di organizzazione, semplicemente bisogna di crederci. Noi siamo una band che fa muovere il culo.
D: Però io ho abitato a Milano per tanti anni, c'erano una trentina di locali dove tu potevi suonare, ogni sera in uno diverso.
F: Oggi è morta, oggi Milano è totalmente morta…
D: E non ti dico locali fighetti dove andare a bere lo champagne…
F: Oggi è morta, la situazione milanese è allucinante, io e Silvia abitiamo a Milano e la situazione dei locali è tragica, non si sa cosa sta succedendo, la vita dei locali milanese è… Abbiamo trovato una bella situazione nel nord est.
D: Anche io sono stato a suonare a Bassano Del Grappa, in quelle zone ci sono un po' di club che osano. Ma il dj incombe sempre, poi mi fa ridere quando un dj dice che va a suonare, dove vai? A suonare? Moderiamo i termini, vai a vedere sul vocabolario…
F: Grande Demo. (scatta l'applauso, NdR)
D: E comunque la situazione è proprio tragica, io se non avessi messo da parte qualche lire ai tempi d'oro della televisione…
F: Demo cambiamo discorso, volevo chiederti un consiglio. A me del suonare piace molto il dopo concerto. Già che in tasca mi arrivano solo 30 euro e una consumazione, dico, almeno dopo…
D: No no no, ti dico una cosa: le donne che si trovano ai concerti non sono assolutamente da prendere in considerazione, lasciano l'amaro in bocca, sono affascinate dal capello, dal sudore, dalla bestialità della performance, ma poi quando scoprono che la mattina fai un altro lavoro la mattina, ti mandano….
F: Chiarissimo, allora mi devo inventare delle balle anche per il dopo concerto.
(Costanzo, il sax, lo suona davvero?)
D: Sappiate che fra me e voi, a livello di preparazione sulla musica, non c'è alcuna differenza, siete stati sfortunati a nascere in un periodo che ha portato un po' sfiga alla musica, siete nati in un'epoca dove c'è un disinteresse totale nei confronti dei musicisti. E non parlo di qualche genere in particolare. Voi di che anno siete, 80?
F: Fine anni 70.
D: Bastavano 10 anni prima: non avete visto le sale di registrazione, quelle belle, non avete avuto il piacere di conoscere qualche discografico intelligente che puntava anche sui gruppi nuovi, avete pochissime chanches, ma con un disco così bello come il vostro mi auguro che qualcuno ad alti livelli… Se volete che qualcuno vi presenti in televisione o se volete suonare in un grosso festival dovete continuare a lavorare. Tutti hanno fatto così: hanno buttato tempo, denaro, litigate. Perché alla fine la caparbietà, la perseveranza, nel nostro lavoro paga, poi non so se tanto o poco (ride, NdA)… Ma se avete le idee chiare… e lo so che non è facile, come gruppo, stare insieme quando non ci sono risultati immediati, si finisce a litigare spesso.
S: Ma con una donna nel gruppo si fa sempre pace.
D: Cos'ha detto Silvia?
S: Faccio da paciere…
D: Ecco, brava continua così, hai visto che persino i Pooh si sono separati.
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L'articolo Ah, Wildness! - Telefonica con Demo Morselli, 09-05-2009 di Sandro Giorello è apparso su Rockit.it il 2009-05-17 00:00:00
COMMENTI (5)
peccato solo che sia berlusconiano... del resto nessuno è perfetto.
Demo è diventato icona della musica nella tv trash ma rimane uno dei più grandi professionisti italiani. Basta solo vedere l'elenco delle cose che ha fatto e magari sentirlo suonare in cose come la Biba Band.
Mi piace molto che parli ancora il nostro dialetto.
Sì, sono di Rolo anche io :)
vai a vedere sul vocabolario… sì, però cerca "to play", non "suonare", visto che di parla di "disc jockey"...così magari ci si diverte un po' di più.
E' certamente diverso il significato ovviamente, si dice suonare che fa più cool :)
Io preferisco dire "vado a mettere i dischi", non è facile miscelare i pezzi, occorre tenere in fase le ritmiche dei due brani, quello da dissolvere e quello da inserire, oltre che aver trovato il tempo di b.p.m. giusto, uguale dei due, inoltre volendo essere pignoli nei mixaggi lunghi, come si facevano nei club anni '80, occorre regolare a lungo il pitch della velocità, e per questo per far sentire meno il cambiamento, occorre cambiare il pitch del brano a volume più alto, quindi inizialmente del primo brano, quello da togliere, e poi dopo aver alzato il volume al massimo della corsa del cursore del brano da inserire, diminuire il volume di quello da togliere, e quindi regolarne la velocità. Oltre a questo occorre eventualmente equalizzare e regolare il master generale del volume per non mandare in saturazione l'impianto :]
come se non bastasse nel regolare la velocità non si deve perdere di vista l'allineamento delle ritmiche e le rispettive battute, fatto non indifferente nel caso di ritmiche spezzate, quali break 'n beat, jungle, ecc. ecc.
è una cosa che ho sempre pensato anch'io... ma... in effetti fare (bene) il dj non è una roba facile, richiede preparazione, tecnica e cultura musicale... siamo sicuri che le due cose non siano ormai equiparabili?
io non ne sono sicuro, ma il dubbio ce l'ho.