Sassuolo è un pezzetto della provincia di Modena appena sopra l'Appennino emiliano. Stretto tra la Via Emilia e i fan della Ferrari che arrivano in visita a Maranello, tra le montagne e la bassa padana. Alta probabilità di insofferenza se preferisci le chitarre ai motori o alle mirabolanti ascese calcistiche. "Credo che a parte la musica ci abbia legato la passione per il viaggio e il malessere verso la città di Sassuolo", dice Teresa Bertoni. L'altra insoddisfatta dalla città è Lilli Stefani. Suonano entrambe, entrambe evaderanno da Sassuolo, e – dopo anni da quei giri in macchina – entrambe suoneranno al MI AMI domenica 26 maggio.
Le due si ritrovano a Tolosa, dove incontrano Amelie Michez e William Bonnet, l'altra metà di terestesa, il loro gruppo. Ora si aggirano tra i piccoli locali della città bazzicando sia la scena underground e alt rock sia quella jazz. È così che si sono incontrati. Alternative rock distorto e minimale, con un basso grezzo e dritto, testi ridotti quasi all'osso e un sound garage che sembra la strana e bellissima fusione tra Baobab! e Sonic Youth. Nei pezzi più delicati, come rêveria, arrivano anche tromboni e flauti. Dall'alternative inglese, al jazz passando per post punk e sperimentazioni, Teresa descrive così lo stile del gruppo. Un mix che non vediamo l'ora di sentire domenica 26 dal vivo. Per ingannare l'attesa abbiamo fatto due chiacchiere con Teresa per farci raccontare il salto da Sassuolo a Tolosa e come sono andate le ultime date.
Come vi siete conosciute tu e Lilli?
Io (Teresa, ndr) e Lilli ci siamo conosciute alla scuola di Musica Olinto Pistoni di Sassuolo, entrambe andavamo a lezione di flauto traverso e suonavamo nella banda della beneficenza del paese: concerti, gite bandistiche e processioni. Un percorso abbastanza divertente. Credo che a parte la musica ci abbia legato la passione per il viaggio e il malessere verso la città di Sassuolo, quindi facevamo dei lunghi giri in macchina la sera tardi ascoltando musica e mangiando gelati, era il nostro modo di evadere dalla Pianura Padana. Con il tempo abbiamo preso strade diverse.
A livello musicale invece, che percorsi avete fatto?
Io ho frequentato un anno di accademia di Belle Arti a Bologna. Mi piaceva ma volevo suonare e dovevo pagare l’affitto, quindi ho lasciato l’accademia per lavorare e contemporaneamente ho iniziato a cantare, scrivere e suonare la chitarra nei Miselad, un gruppo a Bologna che in seguito si chiamò miscela. Abbiamo vinto il Premio Daolio e fatto qualche data qua e là.
Lilli si è laureata al conservatorio di Modena e poi è partita per vari viaggi tra Colonia, Francia e Brasile. Ha cominciato a suonare il trombone nella fanfara francese Kikafesa al Carnevale di Rio, come autodidatta. Poi si è iscritta all’Università di Jazz a Toulouse.
Amelie ha un percorso più scolastico. Ha cominciato a suonare la batteria alle medie. In seguito si è iscritta all’Università di jazz a Tolosa, e contemporaneamente il percorso nella scuola di batteria Dante Agostini a Tolosa. Tutte e tre ci siamo ritrovate al terzo anno di Music’Halle, una scuola e formazione professionale di Musica a Tolosa nel 2021.
William è l’autodidatta del gruppo. Ha cominciato a suonare il basso molto presto, prendendo qualche corso di musica con una insegnante nella sua città natale Lyon. Ha frequentato l’Università di Geologia a Tolosa e ha presto cominciato a suonare in diversi gruppi nella scena musicale alternativa di Tolosa.
A parte io e Lilli, ci siamo conosciuti tutti nei diversi spazi dedicati ai concerti e a eventi a Tolosa.
Quali sono i primi pezzi che avete suonato insieme?
Abbiamo cominciato a suonare assieme poco dopo il covid. Da poco avevo pubblicato diversi singoli con l’etichetta indipendente di Bologna Triginta. Erano pezzi scritti e registrati in casa durante la pandemia. Alcune tracce le suoniamo live ancora oggi come: respiroverde, X, Grigio Piombo.
Quali sono gli ingredienti delle vostre canzoni?
Siamo quattro entità evase dall'illustrazione di Maurice Sendak a suon di rock indipendente disturbato dall’improvvisazione libera. Il nostro è un universo nuvoloso che propone melodie intime macchiate da noise rock in uno spirito di dolce follia. Ispirato alla scena alternativa inglese, le nostre sonorità possono avvicinarsi allo sperimentale, al jazz, al punk-rock. Ascoltare terestesa significa accettare che le emozioni sono mutevoli e si traducono lasciandosi guidare dalle loro ispirazioni.
Quali sono i vostri ascolti?
Ascoltiamo tutti musica diversa. Lilli ascolta musica brasiliana, jazz e pop italiano. Io molta musica italiana come i Verdena e i classici italiani anni 70. William ascolta musica alternativa, tradizionale greca, molta musica strumentale, rock alternativo. Amelie è più sul rock inglese, r'n'b, pop.
Le passioni comuni sono indubbiamente i Radiohead, Kush K, Mabe Fratti, Connan Mockasin, Iosonouncane, King Krule. Io e Lilli abbiamo una passione comune per L’officina della camomilla.
Di cosa parla il vostro nuovo singolo?
Bella faccia racconta l’attitudine sfacciata dei bambini, che dà accesso a un mondo chimerico. L’immaginario si ispira all’illustrazione di Maurice Sendak Nel Paese dei mostri selvaggi.
Max è un bambino intento a creare il caos in casa, rincorrendo il cane con una forchetta. Dopo essere stato definito dalla madre "mostro selvaggio" lui risponde che l'avrebbe mangiata e viene messo in castigo nella propria camera. Tra le mura della stanza inizia a crescere una foresta, al punto da far scomparire le pareti. Max parte per un viaggio che sembra durare mesi. Giunto nel paese dei mostri selvaggi, incontra delle strane e minacciose creature.
Nell’immaginario di terestesa, la stanza del castigo è la sala da bagno. Uno spazio nel quale il tempo si rallenta, lo specchio ci rivela ciò che vogliamo e non vogliamo vedere, e incomincia un processo di ricerca e riconoscimento attraverso il corpo e la mente.
Nell’album si percepisce questo scoppio di liberazione. I sei brani raccontano gli aspetti brutali che non sono stati riconosciuti durante la nostra vita, che vivono in noi e ci appartengono. È un modo di mascherarsi e allo stesso tempo poter prendere questo spazio, questa opportunità di mostrare i lati più nascosti e paurosi della propria personalità.
Bella Faccia racconta una follia intima.
Ci date qualche anticipazione del 26? Come sono stati i vostri ultimi concerti?
Il 30 marzo abbiamo fatto la release party al Taquin, un locale jazz molto centrale nella città di Tolosa. È stato uno dei concerti più belli fatti finora. Il Taquin è un locale piccolino che ospita massimo 150 persone e il concerto è finito con il pubblico che cantava uno dei nostri brani. È stato emozionante.
Un'altra bella data è stata durante uno dei nostri tour pazzi in italia. La data ai giardini Luzzati di Genova è stata incredibile! Il pubblico super preso a bene, e Genova è una delle nostre città preferite.
Quali sono i progetti dopo il MI AMI?
Sicuramente qualche tournée nel Nord della Francia, in Svizzera, vorremmo tornare in Italia, e avremmo il desiderio di fare una tournée in Brasile (ma è un sogno ancora nel cassetto), Lilli (che suona il flauto ed il trombone) va spesso al carnevale di Rio ed è un luogo alla quale è molto legata.
Vorremmo registrare uno dei nostri brani preferiti che suoniamo live, e perché no fare un piccolo ep. Vorremmo lavorare con un direttore artistico, e continuare a lavorare con Marion per la Mise en scène in italiano sarebbe la presenza sul palcoscenico, il lavoro dei testi, del significato della set List e dei brani.
Assieme a lei abbiamo già fatto una residenza e programmiamo di farne altre.
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L'articolo terestesa tra Sassuolo e Tolosa di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-05-20 13:47:00
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