Unlimited Struggle vs Blue Nox. Lasciate a casa i ragazzini

Meglio dei Guerrieri della notte, le due crew più autenticamente fighe del rap italiano a confronto. Abbiamo provato anche a strappargli qualcosa sul nuovo di Ghemon ma con scarsi risultati. L'intervista

Meglio dei Guerrieri della notte, le due crew più autenticamente fighe del rap italiano a confronto. Abbiamo provato anche a strappargli qualcosa sul nuovo di Ghemon ma con scarsi risultati.L'intervista.
Meglio dei Guerrieri della notte, le due crew più autenticamente fighe del rap italiano a confronto. Abbiamo provato anche a strappargli qualcosa sul nuovo di Ghemon ma con scarsi risultati.L'intervista.

"Hai quello che ti serve? Voglio che il nostro marchio sia dovunque. Tutti devono sapere che i Guerrieri sono passati di qui." A parlare è Cleon, leader dei Guerrieri di Coney Island, ma non mi sorprenderebbe sentir uscire queste parole dalla bocca di Stokka e Macro Marco, rispettivamente leader di due delle crew più autenticamente meglio riuscite del rap italiano: Unlimited Struggle e Blue Nox. Li abbiamo intervistati in occasione dell'evento Blue Struggle, che vedrà le due crew unite sullo stesso palco il 17 Aprile ai Magazzini Generali di Milano. Niente gelosie, vanno così d'accordo che non hanno dubbi: per far limonare il pubblico bisogna far salire Ghemon sul palco.

Blue Nox e Unlimited Struggle, due crew amiche o c'é di più? Spiegateci un po' chi è nato prima, l'uovo o la gallina?
Stokka: Unlimited Struggle e Blue Nox sono due crew certamente amiche, nel senso che ci sono dei ponti che le attraversano e le uniscono: uno su tutti Ghemon, che appartiene a tutte e due le crew e unisce le due identità. C'è un forte legame d'amicizia e degli intenti comuni, come quello di produrre musica che si distingua da quello che gira nel panorama italiano. Unlimited Struggle ha da poco compiuto 10 anni mentre Blue Nox è a metà percorso.
Macro Marco: Sì, ci doppiano. Vero, la presenza di Ghemon ha reso tutto più semplice, anche solo l'avvicinarsi tra i diversi artisti. Poi, a livello di timbro e background musicale, tutti i protagonisti delle crew provengono dallo stesso periodo o comunque hanno vissuto esperienze simili, per esempio il doversi trasferire dalla propria città natale. Quando abbiamo iniziato a collaborare non pensavamo che prima o poi ci saremmo così tanto avvicinati, è stata una trasformazione naturale.

(Stokka & MadBuddy) 

Musicalmente, che cos'è Blue Nox e che cos'è Unimited Struggle?
M: Quello che ci unisce è quello che in hip hop si dice keep it real, cioè fare le cose in maniera molto naturale, senza forzature. Ecco, ognuno di noi vede nell'altro la sua stessa attitude.
S: Forse una delle differenze è che Unlimited Struggle oltre a essere una crew è anche un'etichetta discografica mentre Blue Nox è una crew che lavora insieme a Macro Beats.
M: Si, la particolarità è che la crew (Blue Nox) è nata dal momento in cui tutte le persone che ne facevano parte erano residenti nella stessa città. Lì diventa davvero facile collaborare - sai - si vive, si mangia si va ai concerti insieme…
S: All'inizio Unlimited Struggle era una realtà di persone separate: c'è chi stava a Milano, chi a Treviso, chi a Palermo… Quindi la voglia era quella di trovare un nome comune per persone che erano lontane, forse il contrario della Blue Nox… Se vogliamo vedere la differenza è proprio questa, la lontananza.


(Macro Marco)

Domani vi troverete tutti ai Magazzini Generali per l'evento Blue Struggle, una serata che vedrà alternarsi sul palco tutti i vostri artisti. Cosa ci dobbiamo aspettare, cosa si celebra?
M: Vorrei proprio sottolineare che ci saremo realmente tutti. In passato abbiamo già fatto dei concerti insieme con la formula Blue Struggle, ma mai le due crew al completo, si parla di più di una dozzina di artisti… Già adesso, a pochi giorni dal live, siamo tutti molto emozionati.
S: La nostra idea è quella di portare sul palco il nostro marco di fabbrica, tra le due crew si traccia una linea comune di stile che tutti possono sentire, esiste un sound che ci piace rappresentare. Crediamo di avere un'identità forte, celebriamo questo tipo di sound.
M: Celebriamo anche il rapporto con i nostri ascoltatori, questi ultimi anni - anche grazie all'ascesa del rap - molti si sono avvicinati anche alla nostra musica e quotidianamente sentiamo il calore dei fan...

Se poteste rubare un artista all'altro da aggiungere alla vostra formazione, chi scegliereste?
S: Che domanda bastarda… Io scelgo Mecna, più che altro per avere una persona alta all'interno della crew.
M: Io prendo Shocca per avere un altro dj nella crew.

(Mecna)

Straniero invece?
M: Vorrei Joe Dukie, cantante dei Fat Freddy's Drop.
S: Action Bronson. Perché mi sembra spudoratamente sulla cresta dell'onda, quindi tanto vale sfruttarlo…

Ah, quindi non ci credi?
S: Mi dovrebbe convincere lui, ma credo che non ci metterebbe molto.

Tutte e due le crew hanno dimostrato di intendere l'hip hop in maniera totale: dal disco, al merchandising, fino alla grafica e alla produzione video. Come descrivereste questo approccio?
M: Essere cantanti, dj, produttori e grafici, non è semplice, abbiamo deciso di intraprendere questa strada perché volevamo fare tutto da soli. Se qualcuno sbaglia, siamo noi a sbagliare, non volevamo accollare a nessuno colpe e tanto meno successi. Sentivamo proprio l'esigenza di raccontarci in questa maniera; spesso quando metti le cose in mano ad altre persone, non puoi aspettarti di ricevere esattamente quello che avevi in mente.
S: Sì, quello del voler fare tutto è il motivo per cui Unlimited Struggle è diventata un'etichetta: ci siamo resi conto di essere un insieme di persone con skills diverse: c'è gente che lavora nell'abbigliamento, chi fa il grafico, chi si occupa di marketing… La nostra è stata una comunione d'intenti tra persone che vogliono essere e rimanere indipendenti al 100%.

Qual è la città più hip hop d'Italia?
M: Ti parlo per esperienza personale. Io ho dovuto lasciare la mia terra per fare musica, ma se non avessi avuto il background della mia città, della mia provincia di Cosenza, non sarei come sono. Credo che non ci sia una città più hip hop dell'altre, credo che ognuno debba cercare il meglio nel proprio territorio.
S: Dire qual è la città più hip hop non è per forza un pregio, però è innegabile dire che la città dove accadono le cose è Milano. Lì si respira di più l'hip hop, ma non come a Brooklyn che lo senti nell'aria, diciamo che Milano è la città dove puoi vivere di hip hop.

Il rap in Italia sta avendo sicuramente molta fortuna, ma il modello inizia ad arruginirsi. È come se funzionasse solo quando si muove per poli opposti, si possono scegliere solo due categorie: fare rap parlando di ego trippin' o buttarsi sul sociale. Secondo voi dove sta andando il rap italiano?
S: La mia sensazione è che in questi anni il rap italiano stia creando una nuova generazione di ascoltatori, che assimilerà il genere nel bene e nel male. Quello che mi prospetto è che venga inglobato nell'intera cultura musicale, quindi che si smetta di guardarlo come un fenomeno. Non credo che il rap si dissolva nel nulla, è una musica così forte che segna il background di chi l'ascolta, ma verrà ridimensionato nelle forme.
M: Concordo, ma c'è da considerare che è normale che una musica così duratura abbia diverse sfaccettature. È giusto che esistano mainstream e underground, poi ognuno sceglie cosa preferisce. È stato sempre così, ovunque, io sono a favore della differenziazione di stile perché è quello che dà identità al genere musicale.

(Dj Shocca)

Nonostante formazione, età e luoghi di nascita differenti, tutti i vostri artisti dimostrano una certa maturità. Possiamo dire che questa non è musica da ragazzini. È una realtà che riscontrate anche nel pubblico che segue i vostri concerti?
S: Per quanto riguarda Unlimited Struggle, da una parte ci sono gli artisti, che cercano sempre di evolversi, dall'altra parte c'è il pubblico: una parte si dimostra attento, segue le uscite dell'artista e ne apprezza l'evoluzione, ma dall'altra c'è un parte di pubblico che si aspetta di risentire sempre il tuo marchio di fabbrica. Nel caso di US ti parlo di un sound classico legato alle origini della nascita dell'etichetta, quindi parliamo di "60Hz" di Dj Shocca, i primi dischi di Mista, un feeling molto classico. Sicuramente c'è chi segue l'evoluzione artistica, ma c'è anche chi vorrebbe continuare a risentire quello che abbiamo già fatto dieci anni fa e a noi non interessa, ci piace celebrare ciò che abbiamo fatto ma guardiamo avanti.
M: Secondo me è più facile che delle persone adulte si avvicinino alla nostra musica, ma ai concerti non vedo poi questo target preciso. Molte persone riescono a vedere la qualità nel nostri marchi, poi si avvicinano ascoltandoci sulla fiducia.

Mettiamo che giovedì all'evento Blue Struggle il pubblico è composto soprattutto da giovanissimi, chi fate uscire della vostra crew?
M: Mecna!
S: Johnny Marsiglia!

Se il pubblico fosse composto completamente da donne?
M: Tutti.
S: Mistaman!

(E-Green)

Pubblico difficile da scaldare….
S: E-Green
M: TUTTI! La mia risposta è sempre uguale.

Siamo davanti a un pubblico di romantici, chi mandate fuori per far limonare la gente?
M: Io dico Ghemon
S: Eeee, sottoscrivo anche io!

(Ghemon)

A proposito di Ghemon… Non solo è l'archetipo perfetto della sintonia tra le due crew, negli ultimi anni lo abbiamo visto diventare il volto del rap italiano raffinato, intelligente e seducente… Del nuovo album sappiamo il titolo ("ORCHIdee") e che è un disco completamente suonato, tra l'altro con dei Signori ospiti (Rodrigo D'Erasmo degli Afterhours, Patrick Benifei dei Casino Royale, Enrico Gabrielli e Fabio Rondanini dei Calibro 35, Ramiro e Daniel dei Selton). Voi non potete anticiparci nulla di più?
M: La particolarità di Ghemon è che non siede mai sugli allori, ha grande rispetto per il genere, ma ama le sfide. L'album uscirà tra poco, sempre per la Macro Beats, ma all'evento Blue Struggle ai Magazzini non sentirete nessuna nuova canzone. Che dire, spettatevi un gran disco!

No dai, tutto qui?
S: Ti posso dire che Macro, essendo un uomo del sud come me, non riesci a farlo parlare facilmente.

(A questo punto decido di giocarmi la carta del "sai anche dentro di me scorre sangue calabrese", ma niente. Macro ha la bocca cucita. Ragazzi, io ci ho provato.)

Pubblico da domare?
M: Kiave.
S: Stokka e MadBuddy.

Sia Unlimited Struggle che Blue Nox hanno un sound dal sapore classico, si sente che provate un certo piacere nell'ascoltare anche robe degli anni 80' e 70'. Quando si parla di beat qual è quel disco che ascoltate sempre, perché è la miglior ispirazione al mondo?
S: Complicato eh… Se devo rispondere in base a US direi "60Hz" di Dj Shocca, perché è da lì che è partito il nostro sound.
M: Per me è difficilissimo, perché l'entità di Blue Nox sono così differenti per età che è impossibile scegliere un solo ascolto che li ha formati. In generale, contando una vasta gamma di produzioni, ti direi J Dilla.

Chiudiamola così: il 19 Aprile "Illmatic" di Nas compie vent'anni, correva il 1994 e un album d'esordio si appresta a diventare un classico. Cosa ricordate di quell'album?
M: Guarda, Io ho già pre-ordinato in cd e vinile.
S: Mi ha assolutamente segnato, ero piccolino ed è stato uno dei primi dischi che ho comprato, è inevitabilmente legato alla mia adolescenza.

Pezzo preferito?
S: "NY State of Mind"
M: Decisamente. È difficile scegliere una canzone da quel disco, ma se sto facendo un dj set scelgo sicuro "NY State of Mind".

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L'articolo Unlimited Struggle vs Blue Nox. Lasciate a casa i ragazzini di Elena Mariani è apparso su Rockit.it il 2014-04-15 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • RANCHO 10 anni fa Rispondi

    Anch'io ho il vinile di Illmatic quello vecchio del '94 però, e NY state of mind e anche la mia traccia preferita insieme a The world is your