Uno, nessuno e centomila Rafel

Metà cantante e metà attore teatrale, Rafel fonde queste due passioni per creare tutti i suoi personaggi e farli sbucare nei suoi brani

Rafel – foto stampa
Rafel – foto stampa

Per Rafel la musica è stata una cura a cui si è attaccato fin da piccolo. "Canto da quando sono bambino perché la musica mi ha aiutato a parlare e a curare la balbuzie". Oltre alla musica il cantante di Cagliari – che ora vive a Milano – si è buttato nel mondo del teatro. Da qui ha imparato a costruire personaggi che fanno capolino nelle sue canzoni, passando dalle ballate pop al suo nuovo singolo, Hannya. È un brano dal sound scuro in cui esce il suo carattere da "attore espressivo e incazzato". Ma anche nel titolo del brano c'è un forte richiamo al teatro. "Hannya è la maschera giapponese della gelosia", racconta Rafel, quella che si vede nella copertina del pezzo. Allora ci siamo fatti strada tra tutti i personaggi di Rafel per farci raccontare come fondere musica e teatro.

Come ti sei avvicinato alla musica?

La mia formazione è iniziata molto presto, sia per gioco che come terapia, la musica mi ha aiutato a parlare e a comunicare. Imparare la respirazione è stato fondamentale anche per la recitazione a cui tengo tantissimo. Io sono una raccolta di personaggi e personalità e ho tutti i giorni la possibilità di esprimerne una. Non ricordo esattamente quando ho concluso la prima canzone ma ero di sicuro al liceo, in una stanzetta di un ragazzo conosciuto tramite amico di amici di amici che aveva microfono, cuffie, una scheda audio e poteva farmi registrare qualche cosa. Mi innamorai subito di questo, per me era bellissimo ma non avevo la consapevolezza di quello che facevo. Andando avanti arrivarono varie band con cui ho suonato fino a quando ho deciso di volare da solo come un Rondone Eurasiatico.

Rafel – foto stampa
Rafel – foto stampa

Con chi collabori?

Ora collaboro con tanti artisti perché da soli è difficile poter portare avanti un progetto così. La squadra fa il 50% del successo mentre il resto si divide in perseveranza, dedizione e tanto culo. Usai, the best producer in my heart, è favoloso. Collaboro con lui grazie a Dj Pitch che sta a capo di Noface Agency. Il Mauri (Maurizio Pinna di Soundroom Studio) si occupa di tutta la parte di mix e master e ovviamente dà dei preziosi consigli dal punto artistico. Poi c'è la parte visiva che per me è super importante e lì arriva Vladimir Scavuzzo del quale mi fido senza se e senza ma. Assieme facciamo video, foto e tutto ciò che gira attorno a questo. Ovviamente Marianne Collet (stylist) oltre ad essere una eccezionale compagna di vita, mi da la possibilità di esprimermi anche per quanto riguarda l outfit per ogni occasione. Poi ci sono Eli, Mike, membri dello zoccolo duro della mia band che ci sono sempre per ogni cosa e mi supportano. E tantissimi altri che ringrazio ogni giorno per quello che fanno.

Come descriveresti la tua musica a qualcuno che non ti conosce?

La mia musica la definirei libera, priva di limiti e con tanta espressività. È un drago che combatte quando c'è da combattere, sputa fuoco, distrugge, saccheggia ma allo stesso tempo si prende cura della sua integrità e della sua famiglia sapendo essere dolce e caloroso.

Che generi musicali ascolti principalmente?

Ci sono momenti in cui il punk e il rock fanno da colonna sonora delle mie giornate e delle volte che vado avanti con dei bellissimi piano e voce o chitarra e voce. Visto che collaboro anche con format come la Zarro Night, mi piace ascoltare della musica elettronica, dance anni '90 e post. Come la mia musica, non ci sono limiti ma ci sono sicuramente personaggi che per varie ragioni mi hanno ispirato: Freddy Mercury, Di Caprio, Jared Leto, David Bowie e Will Smith su tutti.

Cosa racconti nel tuo nuovo singolo?

Il mio ultimo lavoro è Hannya. È un brano energico e introspettivo che racconta qualcosa di profondo che riguarda i miei pensieri. Racconta della gelosia che la mia mente prova per quello che amo. È gelosa del tempo che dedico a quello che amo e non a lei. La mia mente vorrebbe che io rimanessi da solo a occuparmi di lei e che fossi decisamente meno in mezzo al mondo. Hannya è la maschera giapponese della gelosia, ecco perché questo titolo. Se avete visto il videoclip stupendo creato con Vlad e Leonardo Geraci, avete notato che ho dato anche un volto umano a tutto questo con l’anima più innocente che abbiate mai visto.

Rafel live – foto stampa
Rafel live – foto stampa

Qual'è il live che ti è rimasto più impresso?

Il mio ricordo va sempre al mio primo live con la mia vecchia band storica con cui ebbi anche un po’ di successo. Il primo live ero carico a molla, come mai nella mia vita. Avevo una tensione tale da poterla scacciare solo vedendo tanta tanta tanta gente di fronte al palco, e così fu. C'erano 800 persone perché aprivamo una importante band e dovevamo farci valere. Cantai benissimo, invitai un sacco di persone, feci davvero il devasto lì. Finito il concerto era stato organizzato un after party, in cui tutti ma proprio tutti quelli invitati e della band andarono, tranne me perché l'adrenalina scese e io mi addormentai in macchina per tutta la notte. 

Anticipazioni sul futuro?

Il futuro è sicuramente luminoso e io ho in progetto di essere parte di questa luce. Penso che la musica sia anche un arma per combattere la schifezza e la cattiveria. Provano a metterci la museruola e tenerci imbrigliati ma noi possiamo far valere la nostra voce e il nostro suono e combattere sempre. Il mio progetto è che questo lavoro/sogno/magia duri per sempre e voglio render felici amici, famiglia e tutti quelli che hanno il piacere di ascoltarmi e farmi compagnia nel percorso. 

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L'articolo Uno, nessuno e centomila Rafel di Redazione è apparso su Rockit.it il 2024-04-03 16:26:00

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