Van Dyne, ritratto di una band

I Van Dyne sono una band bolognese che mescola cantautorato, pop e shoegaze, hanno debuttato un anno fa con l'ep "Comete" e ora li abbiamo incontrati per farci raccontare aneddoti dai live e non solo

I Van Dyne – foto di Francesco Rubattu
I Van Dyne – foto di Francesco Rubattu

Il loro nome ricorda quello del pittore Antoon Van Dyck – famoso per i ritratti reali del Seicento – ma il loro sound è alternative pop frizzante, tutt'altro che vecchio. Si presentano così: "I Van Dyne sono Lillo Morreale (impiegato al mattino e artista al pomeriggio), Carlo Marrone (educatore e smanettatore seriale di tutte le diavolerie musicali più rumorose possibili), Nicola Benetti (graphic designer, insegnante di batteria e nostro drummer del cuore) e Paolo Vita (medico musicista)". Vengono tutti da parti diverse d'Italia ma si sono incontrati nel capoluogo emiliano, che da allora è casa loro. Un anno fa è uscito Comete, il loro primo ep, li abbiamo incontrati per farci raccontare come si sono formati e come sono andati questi primi 12 mesi dal debutto.

Come vi siete formati a livello artistico?

A un certo punto abbiamo capito che era il momento giusto di esplorare nuove strade. Con i pro­get­ti pre­ce­den­ti ave­va­mo esau­ri­to un ci­clo ed era­va­mo ormai fuo­ri dal no­stro per­so­na­le periodo mu­si­ca­le. Per cam­bia­re pa­gi­na ser­vi­va ri­par­ti­re da zero, è sta­to un la­vo­ro lun­go e fa­ti­co­so ma sia­mo mol­to con­ten­ti di aver­lo in­tra­pre­so.

I Van Dyne – foto di Francesco Rubattu
I Van Dyne – foto di Francesco Rubattu

Come vi siete conosciuti? 

I Van Dyne sono nati dalla collaborazione artistica di Lillo e Paolo, che hanno suonato insieme in altri progetti per circa una quindicina d’anni. Nicola aveva già suonato con loro due negli Antarte, mentre Carlo Marrone ha conosciuto Lillo per puro caso diventando coinquilini alla fine del 2020.

Come definireste la vostra musica? 

Crediamo che la contaminazione sia la chiave della creatività e ciò vale non solo all’interno della musica stessa ma fra le varie arti in generale. Veniamo tutti da esperienze in progetti di musica più o meno sperimentale e abbiamo cercato di far confluire il nostro background sonoro in un formato-canzone che per la nostra esperienza ci risulta abbastanza inedito. Quando vogliamo semplificare all'osso diciamo che facciamo pop ma dietro c'è tanta ricerca anche verso altri generi.

Quali sono i vostri ascolti?

Siamo tutti e quattro degli ascoltatori molto eclettici e abbiamo suonato più o meno tutti in progetti musicali molto diversi fra loro. Quando ci troviamo a parlare di musica però abbiamo sicuramente molti ascolti in comune (dai Radiohead ai Sigur Rós ai Godspeed You! Black Emperor a mille altre cose) e anche alcuni generi che abbiamo masticato un po’ tutti come ad esempio il post-rock e l’elettronica. Nello specifico però crediamo che il materiale dei Van Dyne nasca dai nostri ascolti più pop: MGMT, Son Lux, Beach House ma anche certo pop italiano: dal sacro Battisti fino a Colapesce e Giorgio Poi. 

video frame placeholder

Com è nato Comete?

A livello musicale il disco è nato da delle lunghissime session in studio, iniziate forse 3 o 4 anni fa. Abbiamo iniziato a produrre una moltitudine di suoni con l'intento di allontanarci il più possibile da quello che avevamo fatto nei nostri progetti musicali precedenti. Tutto ciò con lo scopo di uscire dalle nostre personali comfort zone e stimolare quindi l'ispirazione e la creatività. I testi invece sono una vera e propria catarsi emotiva che affonda le radici in degli eventi personali avvenuti negli anni in cui lavoravamo al disco.

Qual è il live che vi ha colpiti di più?

Siamo molto legati al live che abbiamo fatto all'inizio di quest'anno all'Auditorium Spazio Binario, un bellissimo teatro vicino Bologna. Era un periodo pieno di impegni, la data era stata fissata all'ultimo minuto e anche per questi motivi avevamo fatto decisamente poca promozione per il concerto. Ci aspettavamo praticamente quattro persone in un teatro da 150 posti ma alla fine con nostra grande sorpresa la sala era pienissima. Ci siamo stradivertiti.

Progetti futuri? 

Stiamo lavorando a delle nuove idee e abbiamo già diversi brani strutturalmente completi. Adesso stiamo cercando di arrangiarli nell'ottica di proseguire con un percorso musicale che sia un'evoluzione rispetto a Comete. Per questo stiamo sperimentando dei nuovi setup sia per il lavoro in studio sia per i live. "Esplorazione" è la nostra parola d'ordine e cambiare le carte in tavola, a livello di strumentazione, è sempre un'ottima via per partire verso nuove rotte.

---
L'articolo Van Dyne, ritratto di una band di Redazione è apparso su Rockit.it il 2023-06-20 19:40:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia