Venticinque, episodio 19: dal vangelo secondo Manuel Agnelli

A tu per tu con il frontman degli Afterhours, nella casa che gli ha "salvato la vita". Una puntata del nostro podcast intensa e potentissima, in cui riavvolge il nastro per raccontare l'epopea del rock alternativo e il suo nuovo disco solista, la tv, la famiglia e il passaggio generazionale

Manuel Agnelli – artwork Giulia Cortinovis e Beatrice Arrate
Manuel Agnelli – artwork Giulia Cortinovis e Beatrice Arrate

"Un artista deve essere incoerente. O meglio deve essere coerente a sé stesso, alle proprie pulsazioni. Invece oggi la legge dei numeri ha preso il sopravvento. Tu fai San Siro? Hai senso. Non fai San Siro. Non hai senso. Nessuno giudica più che musica uno fa. Perché non ci sono più le basi per poterlo fare, e questa è la tragedia".

Manuel Agnelli è sprofondato in poltrona, mentre sorseggia il caffè della moka, un po' deluso dal fatto che lo zucchero non sia stato girato direttamente dentro la macchinetta ("la mia compagna è napoletana"). La sua voce sale su, verso i soffitti altissimi della sua "nuova" casa poco fuori Milano, che durante la pandemia gli ha salvato la vita. 

È lui il protagonista della nuova puntata di Venticinque, il podcast prodotto da Rockit e Life Gate Radio e scritto da Dario Falcini, Giacomo De Poli e Marco Rip disponibile su tutte le piattaforme di streaming. Parlare di questo quarto di secolo di musica indipendente – come ormai facciamo da un anno a questa parte grazie alle voci dei protagonisti di questa rivoluzione rumorosa – senza sentire la persona che più di ogni altra l'ha incarnata semplicemente non avrebbe avuto senso.

Tra queste mura che sanno di storia e che gli hanno dato nuova pace e creatività, Manuel ha registrato il suo esordio solista, a 56 anni. Si chiama Ama il prossimo tuo come te stesso e per noi è stato uno dei migliori dischi del 2022, l'anno che (nonostante la carriera più che trentennale) abbiamo deciso di "affidare" ad Agnelli. "Continuo a chiedermi perché avete scelto me per questi dodici mesi", ci dice mentre tira fuori un poster di un vecchio tour. "Io sono un dinosauro. Io me la ricordo bene la nascita di Rockit, Faustiko e tutti gli altri. Mi ricordo ancora un paio di interviste che ci fecero durante il tour di Hai paura del buio?. Ma sono contentissimo di essere stato scelto per questo nuovo disco, io faccio la mia cosa che può anche essere 'old style', ma la faccio oggi e mi sento del tutto contemporaneo". 

Il nuovo disco Manuel lo ha fatto in una maniera con cui non pensava nemmeno più di potersi tornare a confrontare. Come un "ragazzo di oggi", tra quattro mura. Ci mostra, al terzo piano, il piano che ha utilizzato, un paio di chitarre e gli altri "strumenti", ossia tutto quello che trovava nell'abitazione, dalle catene per fare attività fisica al riverbero della tromba delle scale. "Agli inizi della mia attività musicale registravo tanto da solo a casa, con un quattro piste e un tascam: su Germi, ma anche Hai paura del buio? ci sono degli esempi di pezzi registrati così. Poi col tempo cresci e vuoi gli studi migliori, i fonici migliori. E quando hai speso tutti quei soldi, con quel tipo di pressione addosso, eppure i demotape sono sempre meglio del risultato finale, ti fai delle domande. Poi mi sono trovato 'bloccato' qui durante la pandemia, e ho riscoperto un modo di altro. Fare le cose così è liberatorio, ora questa modalità qui non la mollo più".

Nel podcast si susseguono alcuni dei brani storici degli Afterhours, e assieme a loro le voci di Davide Rossi (da poco visto sui palchi italiani dei Coldplay) e di Gianmaria, giovane di talento che Manuel – che sarà di nuovo in tour, a partire dal 1 luglio a Palermo e con una serie di date su e giù per l'Italia che trovate qua – ha accompagnato in un bellissimo duetto durante l'ultimo Sanremo. 

Manuel Agnelli live al Carroponte nel 2022 - foto Starfooker
Manuel Agnelli live al Carroponte nel 2022 - foto Starfooker

Il frontman della più significativa band dell'epopea del rock alternativo italiano non si tira mai indietro, raccontandoci con la consueta sincerità la propria storia, dagli anni 80 passando per "i meravigliosi 90" e fino a oggi. Dall'epopea degli After alla voglia di fare da sé – "arriva un momento in cui le band diventano una gabbia" –, dalla famiglia alla tv. La chiusura è dedicata alla figlia, che ospita nel brano Lo sposo sulla torta, che a sorpresa e in maniera quasi paradossale è finito per risultare "il mio singolo di maggior successo all'uscita, almeno da un punto di vista radiofonico".

"Ultimamente mi sono incontrato spesso con Lorenzo Olgiati, che è fondatore e primo bassista degli Afterhours, perché sua figlia suona il basso con mia figlia. Sono anche loro nella stessa band, È incredibile, se ci pensi. Una volta Emma mi ha detto: 'Quando suono con la band, mi dimentico tutto, per quelle due ore sto davvero bene. Questa complicità, anche solo per due ore, è una cosa pazzesca, un'arma. Secondo me è una medicina incredibile. So di cosa sta parlando, e quindi io questa cosa la voglio alimentare".

Manuel Agnelli durante MI AMI 2018 - foto Silvia Violante Rouge
Manuel Agnelli durante MI AMI 2018 - foto Silvia Violante Rouge

La puntata scorre via, su queste note dolci che sanno di passaggio generazionale. Se volete scoprire tante altre chicche su un personaggio unico, e una storia di musica davvero speciale, non avete che andare sulle piattaforme di streaming e schiacciare Play. 

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L'articolo Venticinque, episodio 19: dal vangelo secondo Manuel Agnelli di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2023-06-27 23:46:00

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