Fluxus - via mail, 11-08-2002

"Cercando di vendere la musica come se fosse un paio di scarpe, quegli acuti pianificatori artistici e commerciali che sono i discografici la musica l’hanno devastata, riducendola a uno squalliduccio pezzetto di plastica."



Quattro anni fa cantavate "Le cose che non cambiano mai / Poi cambiano in un minimo limite di tempo"... proviamo a raccontare cosa è successo in questo periodo.
Sono successe tante cose, a noi e intorno a noi, grandi e piccoli cambiamenti: la formazione è cambiata, il suono è cambiato, il mondo che ci circonda è cambiato, anche se i ‘rapporti di forza’ sono ancora gli stessi, almeno per il momento… quello che non è cambiato è lo spirito con cui continuiamo a fare quello che facciamo e a raccontare quello che vediamo.

Con Pura Lana Vergine avete chiuso un capitolo. Ora vi siete parzialmente liberati della "saturazione" per aprirvi a sonorità molto più dilatate. Cambiamento consapevole o vi siete resi conto di essere diversi man mano che si sviluppavano le registrazioni?
C’è stata una scelta consapevole, anche se istintiva, all’inizio di questo progetto: il desiderio di sperimentare un modo diverso per esprimere fondamentalmente gli stessi concetti del passato; la ricerca di una maggiore libertà espressiva, anche grazie a una formazione ridotta al nucleo originario, arricchita da nuove collaborazioni… tutto il resto è venuto da sé, abbiamo composto il disco praticamente mentre lo registravamo.

L'approccio linguistico appare molto più riflessivo e "romantico" rispetto all'impeto rabbioso di Pura Lana Vergine o VIUPNM. Come nascono le liriche dell'ultimo lavoro?
Più o meno come sono sempre nate, ma in questo caso, anche grazie alla struttura più scarna del suono, la voce è più modulata e riflessiva, meno urlata. Ma le parole sono ancora le stesse, gli argomenti che affrontiamo ritornano su ognuno dei nostri dischi, e spesso non sono argomenti ‘spensierati’, per usare un eufemismo… preferiamo parlare in modo onesto del mondo reale che raccontare un mondo virtuale più rassicurante.

Prima cantate "Nessuno si accorge di niente", poi in "Radiografie" ripetete "in un mondo dove non succede niente". E' davvero così?
E’ così in apparenza, sulla superficie del muro di granito che circonda il fortino assediato del nostro ‘habitat’ occidentale, così ‘sviluppato’ e potente… ma dentro e fuori da quel muro no, non è così, anzi forse è il contrario, stanno succedendo tantissime cose molto importanti: stanno davvero incrinandosi, nel bene e nel male, tante delle pseudo-certezze che rendevano ‘stabile’ la situazione. E’ come se stessero crollando delle quinte teatrali, una dopo l’altra. E ci sono dei grandi punti interrogativi che spuntano come funghi nella testa delle persone, anche quando all’apparenza fanno finta di niente.

La critica sembra essere unanime nel definirlo un grande disco, ma come è stato accolto il nuovo lavoro dai fan di vecchia data?
Davvero con grande calore e affetto. E siamo stati felicemente stupiti nel constatare che chi ci ascolta ha un atteggiamento critico, nel senso positivo del termine, nei confronti della musica in generale e della nostra in particolare. Abbiamo un pubblico di persone che amano andare in profondità e che non ‘consumano’ un disco, che a noi è costato una grande fatica, come se fosse un detersivo. Abbiamo tutti, noi e quelli che ascoltano i Fluxus, un grande rispetto per la musica, e questo era il nostro primo obbiettivo.

Roy Paci ha semplicemente arricchito brani gia pronti oppure la sua presenza ha determinato scelte ben precise in fase compositiva?
Roy è intervenuto sui pezzi già pronti, ma la qualità del suo contributo ci ha immediatamente convinti a utilizzarlo in modo più caratterizzante rispetto alle nostre prime intenzioni: in questo senso ha sicuramente dato un’impronta importante al disco.

“Talidomide” vede la partecipazione di Teho Teardo, come è nata l'idea di collaborare? E' un caso che il brano abbia un forte sapore di "Consorzio"?
I Csi, come già i CCCP, ci piacciono e ci piacevano, ma, come al cinema, ‘ogni riferimento è puramente casuale’ e inconsapevole: in ogni caso se qualcosa della loro esperienza affiora nella nostra musica, tanto meglio. Teho aveva già collaborato con Ale ‘Ovi’ Sportelli, coproduttore dei dischi dei Fluxus a partire dal secondo e titolare di Furious Party, l’etichetta con cui è uscito il lavoro. Ovi ci ha proposto di affidare a Teho la produzione di ‘Talidomide’ e così è nato il tutto.

Come si spiega la presenza dell'ex-Negazione Roberto 'Tax' Farano alla chitarra in "Strana Forma di Vita" e "Stella dalle Mille Facce"?
Tax ha suonato con noi a lungo, abbiamo fatto un disco insieme, è un amico, e ha collaborato con noi perché sarebbe stato quasi strano il contrario.

Come mai i Fluxus cambiano formazione e strumenti ad ogni disco?
Perché non ci piace lo stereotipo del gruppo rock a compartimenti stagni: al disco abbiamo lavorato in tre, oltre ai collaboratori vari, e questo è il nucleo ‘storico’ dei Fluxus; ma il gruppo si è subito allargato e arricchito dell’esperienza e della sensibilità di Ciro Nardone al basso e Ramon Moro alla tromba, sia per i concerti che stiamo facendo in giro per l’Italia che per le prossime magnifiche imprese che ci aspettano.

Se non ricordo male, all'epoca del video di Lacrime di Sangue, avete avuto dei problemi di censura. La situazione oggi è cambiata? Avete in progetto di far uscire videoclip del nuovo album?
‘Lacrime di sangue’ parlava in modo poco accomodante (ma assolutamente non blasfemo) di religione: purtroppo incidentalmente c’era anche il giubileo, e quindi il clip, che utilizzava anche un linguaggio visivo non molto ortodosso e aveva una musica violentina, è andato in onda pochissimo, a parte qualche passaggio nelle solite fasce per punk, metallari ‘nu’ e old, musicisti spostati e strambi assortiti rigorosamente relegate nelle ore notturne. Ora abbiamo due (!) clip quasi pronti, girati in pellicola e tutto il resto, totalmente autoprodotti, uno tra l’altro sottotitolato in polacco (veramente): per la legge delle probabilità abbiamo esattamente il doppio di chances dell’altra volta…:-)

L'ultimo disco è interamente disponibile online in streaming. Che rapporto avete con le nuove forme di comunicazione?
Come tutti le usiamo per lavorare e per cercare di capirle; come tutti ne percepiamo le potenzialità e i rischi; come tutti stiamo a vedere dove si andrà a parare; come qualcuno non le mitizziamo e non ne siamo fanatici.

Dal vivo come conciliate il vecchio repertorio con i nuovi brani?
Suoniamo senza porci il problema: probabilmente dal vivo i nuovi brani suonano più grezzi e potenti, e i vecchi più raffinati e articolati…ma dipende dalla serata. :-)

Sono ormai passati molti anni (undici?) da quando avete iniziato a suonare, cosa è successo da allora nella scena musicale italiana?
Questa è una domanda che dovrebbe presupporre una risposta enciclopedica, ma in realtà purtroppo non è successo quasi niente, almeno in profondità: tanti dischi, tanti nomi, tante cose buone o cattive, parecchie orrende, qualcuno che continua , qualcuno che sparisce… ma il dato più importante è che cercando di vendere la musica come se fosse un paio di scarpe, quegli acuti pianificatori artistici e commerciali che sono i discografici la musica l’hanno devastata, riducendola a uno squalliduccio pezzetto di plastica. Nessuno, di questi tempi, spende una fortuna per un pezzetto di plastica, se gli togli gli unici valori aggiunti: l’originalità, il non-conformismo, la curiosità, il coraggio, il gusto e il piacere della scoperta, del crearsi il proprio percorso musicale senza essere istupidito dal battage ‘promozionale’ che ti satura fino alla nausea.

Cosa c'e' nell'immediato futuro per i Fluxus?
Un concerto domani. Un'ultima cosa: non fateci aspettare altri quattro anni...
Cos’è tutta questa fretta? :-)

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L'articolo Fluxus - via mail, 11-08-2002 di Stefano "Acty" Rocco è apparso su Rockit.it il 2002-08-11 00:00:00

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