Amari - via Mail, 16-12-2009

Gli Amari suonano ad un party Rockit? Dopo la stroncatura "record d'incassi" di Wad a "Poweri" degli Amari la discussione si è spostata dal disco ai massimi sistemi. Poi Rockit decide di inserire il gruppo nella line-up del party di fine anno Gelato al Veleno (il 19 Dicembre al Magnolia di Milano). E gli Amari accettano di suonare? Gli Amari non sono finiti? Dal vivo il disco suonerà bene? Ha ragione Federico Dragogna dei Ministri? X Factor ha decapitato il giornalismo musicale italiano? Gli Amari parteciperanno alla prossima edizione del talent show? Gli Amari faranno il grande salto? E dove? Tutte le domande che pensavate non avremmo mai fatto agli Amari in un'intervista che potevamo benissimo non fare.



Partiamo dalla questione principale: Rockit vi invita a suonare in un suo evento - dopo aver stroncato il vostro ultimo disco! - e voi accettate senza battere ciglio.
Dariella: Direi che sarebbe stato stupido non farlo! Una recensione è una recensione e noi gli diamo il peso che ha. Per di più, nonostante voi abbiate decretato la nostra fine, l'affluenza ai nostri concerti è cresciuta data dopo data e forse ci portate fortuna! Poi Gelato al Veleno si svolge al Magnolia, a Milano, non a Rockitville, e in questo Poweri tour non avendo ancora suonato nel capoluogo lombardo ci è sembrata un'occasione perfetta per presentare il nuovo "Poweri". Magari forse non sapete che una band non esiste solo per accontentare voi illustri critici musicali ma anche perché man mano che si va avanti c'è una fanbase che vuole sentir suonare pezzi nuovi e pezzi vecchi. Immagina se avessimo rifiutato di suonare. Vi avremmo regalato un bel po' di accessi sul forum e una bella bagarre come ai vecchi tempi...

Sempre nella recensione pubblicata su Rockit compare traccia di una discussione via chat in cui consigliate all'autore, seppur in via confidenziale, di evitare la critica nel caso in cui il disco non sia stato di suo gradimento.
Pasta: La mia richiesta in chat con Wad non è stata "ti prego non stroncare il disco" ma semplicemente "parla del disco, e non dei fatti tuoi". Ricordo benissimo di essermi riferito alla sua vecchia recensione di "Scimmie d'amore", in cui, anziché parlare del disco, discerneva fra Paperino, paperette e frangette. Volevo semplicemente evitare questo, ma mi rendo conto che ormai è sua cifra stilistica.
Nessuno ha mai preteso che il disco piaccia a tutti e tanto meno che qualcuno non possa esprimere il suo parere; avrei però preferito venisse fatto sulle canzoni, non sulla simpatia o meno, o addirittura sul futuro della band…
D: Wad (e svariati emuli anche all'interno della redazione di Rockit) ha un modo di scrivere in linea con l'attuale abbruttimento nella comunicazione mediatica - e questo a noi non fa impazzire - ovvero un modo di porsi che predilige aggressività e provocazione gratuita con toni spesso inutilmente sopra le righe, che come fine ultimo hanno semplicemente la bagarre e la zuffa. Chiaro esempio è l'ultima edizione di X-Factor (che rispetto alla precedente ha l'ingrediente magico, il dirty talk…): è bastato spostare l'accento dalla pura competizione musicale agli sproloqui fra Morgan, Maionchi e mago Zurlì per alzarne gli ascolti. Torniamo a noi: non ditemi che Rockit fonda la sua esistenza unicamente su baci, carezze e frasi rubate a Pertini perchè sarebbe una grande ipocrisia nei confronti di tutti gli utenti che mandano avanti questo network. Credete che non si sia accorto nessuno che certe interviste o recensioni attraggono più accessi di altre perchè magari concentrate su contenuti prettamente non musicali? Con questo taglio giornalistico Wad andrà lontano e magari scriverà pure sul Foglio o Libero; noi, gli auguriamo ogni bene, come lui ha fatto con noi d'altronde.

Persino Federico Dragogna, chitarrista dei Ministri, trae spunto dalla recensione per spendere parole sulla necessità di distinguere le amicizie del "piccolo giro dell'indipendenza italiana" dal giudizio sulle opere d'arte. Pensate sia un compromesso possibile?
D: Premesso che stai interpretando deliberatamente il post di Federico, noi suoniamo ad un evento organizzato dallo stesso portale che ha decretato la nostra fine e che non solo ci fa pesare di aver accettato, ma addirittura promuove la serata con (cito liberamente dalla vostra news): "A Milano al Circolo Magnolia si festeggia con gli Amari, il cui disco è stato brutalmente stroncato da Rockit e il cui live potrebbe essere il più grande ripensamento/conferma della storia". Beh, se non vi sembra un compromesso questo! Vi rigiro la domanda: perchè fate suonare come headliner una band che avete pesantemente stroncato? Siete forse dissociati?

L'invito a Gelato al veleno, come immaginerete, è stato argomento dibattuto all'interno della redazione - e proprio per questo più sopra vi chiedevo quali fossero le motivazioni che vi hanno portato ad accettare. Detto ciò, mi pare che anche sull'interpretazione del post di Federico Dragogna ci siano visioni diverse: qual è quindi la vostra?
D: Federico non si sofferma solamente sulla distinzione tra giudizio e amicizia con chi esprime il giudizio ma anche sul modo in cui viene espresso un giudizio e sul rispetto che a priori un organo mediatico come il vostro dovrebbe portare verso qualsiasi artista, che sia un suo disco o un suo concerto. Si sofferma poi anche su come il vostro metro di giudizio sia cambiato negli anni in relazione all'inflazione discografica della musica italiana arrivando ad un'altalena di obiettività che mette in dubbio la vostra capacità critica.

Il collega Wad scrive che "Dal vivo questo disco sicuramente suona bene". Perché dovrei credergli?
P: Non saprei, forse è un invito ad andarlo a trovare per provare il suo nuovo impianto hi-fi?
D: O forse bisognerebbe capire come suona dai monitor del Magnolia? Come fai a capire se un disco suonerà bene dal vivo finchè non senti una band suonare i pezzi dal vivo?
P: Ma se il disco è brutto allora significa che è la band che (lo) suona sicuramente bene?

Parliamo di Riotmaker: è ancora troppo presto per fare un bilancio di questa esperienza oppure ogni tanto vi sedete intorno a un tavolo (o magari anche in furgone…) e ne discutete?
P: Riotmaker è un pò il nostro giocattolo, lo ammetto: siamo dei trentenni cresciuti male, e mi vieni a chiedere un bilancio a trentanni? Riprovaci fra una ventina, noi intanto continuiamo a giocare.

E' proprio questo il punto: che senso ha creare un "giocattolo" e considerarlo ancora come tale superata la soglia dei trent'anni di vita? Liberi di compiere qualsiasi scelta nella gestione di una vostra creatura, per carità, ma non si rischia di posticipare ad un "eterno domani" questo momento?
P: Ci piace vederci come dei moderni Mauro Corona, tanto per citare un mito locale: spesso definiamo la nostra musica "artigianato" proprio perché, indipendentemente da come vanno le cose, ci piace pensare di poterci sempre dedicare alla passione della nostra vita, senza dover per forza un giorno "trovare un lavoro vero". Un po' dei bohèmienne se vuoi metterla sul romantico...

In definitiva: voi siete un gruppo potenzialmente da classifica, che magari spera ancora nel grande salto. Cosa pensate vi sia mancato fino ad oggi, artisticamente parlando, per raggiungere certi risultati?
P: Credo che quello che ci frega sempre è la nostra mancanza di compromessi: abbiamo resistito per dieci anni alle lusinghe delle sirene, non per rigore hard-core (effettivamente siamo distribuiti da una major) ma semplicemente perché i compromessi che ci son stati proposti erano sempre italioti ed imbarazzanti. Quindi, rispondendo alla tua domanda, quello che c'è mancato fino ad ora è un'enorme somma di denaro da sputtanare in promozione. Ah, scusa... avevi detto "artisticamente parlando" giusto.

Quindi, premesso che sono l'ultimo a credere ciecamente nel rigore hard-core e che anzi a volte questo abbia generato inutili paranoie mentali, il punto, secondo voi per arrivare in classifica basterebbe semplicemente del denaro da "sputtanare in promozione"? Un po' troppo semplice come scusa per liquidare la questione…
P: Se ci pensi bene sono sicuro che ti vengono in mente parecchi esempi che confermano la mia tesi, ma volendo dirla tutta, anche un bel pezzo paraculo potrebbe aiutare; la cosa buffa è che, nonostante le critiche, noi non siamo ancora riusciti a scriverlo. O non abbiamo voluto? Ti lascio con questo dubbio...

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L'articolo Amari - via Mail, 16-12-2009 di Faustiko Murizzi è apparso su Rockit.it il 2009-12-16 00:00:00

COMMENTI (23)

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  • utente34323 15 anni fa Rispondi

    quoto

  • utente34323 15 anni fa Rispondi

  • lello128 15 anni fa Rispondi

    sopratutto "cha ragione"

  • lello128 15 anni fa Rispondi

    Ma chissenefrega di incalzarli. Io è di musica che voglio sentir parlare, non delle lagne degli Amari.
    E' per questo che dico cha ragione ce l'hanno anche loro. Perchè, senza nulla togliere all' ENORME lavoro che fa Rockit, a volte vi soffermate un po' troppo su questi scazzi alla Maria De Filippi.

  • musicaperdrogati 15 anni fa Rispondi

    Faustiko al ridicolo
    un po' come bucknasty quando tenta di ribattere a critiche assolutamente legittime
    da gente con un cervello

  • oxygen 15 anni fa Rispondi

    Faustiko al veleno!:)

  • faustiko 15 anni fa Rispondi

    Uhm... il "problema" é che l'intervista ha un limite non di poco conto, ovvero che é stata fatta via mail e su alcuni punti avrei preferito contraddirli face-to-face, incalzandoli per benino. Ad esempio penultima e ultima risposta é da perfetti "paraculi", quali loro sono...
    :)

  • lello128 15 anni fa Rispondi

    Sono, quasi totalmente, d'accordo con quello che dicono gli amari in questa intervista. Molto arguti.
    Il problema, però, è che la loro musica rimane proprio di basso livello. Nonostatnte la loro intelligenza.

  • nickwire 15 anni fa Rispondi

    Ho riletto il post di Federico Dragogna per benino. Mi sa che dovresti rileggerlo anche tu.

  • utente34323 15 anni fa Rispondi

    mi confondete.