“Accalappiacani”, il terzo album di Jacopo Gobber, è un album nel contempo pesante e leggero: le canzoni che lo compongono sono bitorzolute, scritte ed arrangiate in stile liberty (in questo senso pesanti) ma anche agili e sintetiche (leggere). Il materiale sonoro del disco è ibrido: una sezione elettronica è stata saldata sopra ad una sezione acustica. Le liriche dell’album sono in parte filosofiche e spirituali (privarsi di se stessi, equilibristi, dirimpetto, la mente veglia, giocare a scacchi, sfortuna), in parte indisciplinate ed ironiche (accalappiacani, il pianista, lenitivo sassòne, voce in spia). Il genere musicale del disco è un frullato di tutto e nello stesso tempo il suo contrario: una ricerca verso qualcosa di nuovo. Il principio guida di tutto l’album è la scelta di bilanciare qualcosa di complesso con qualcosa di semplice, di usare forze della stessa intensità in direzioni opposte. Un ultimo filo conduttore tra le canzoni è il “taoismo”: la ricerca verso la liberazione del proprio io, la separazione tra mente e corpo, e la privazione del narcisismo per diventare un tutt’uno con l’ambiente; concetti che ritornano in molti dei brani.
Accalappiacani
Jacopo Gobber
Descrizione
Credits
Le canzoni sono state scritte, arrangiate e suonate da Jacopo Gobber.
Registrato e mixato da Jacopo Gobber tra il 2014 e il 2015.
Masterizzato da Matteo Franzan presso il Bass Department a gennaio 2016.
Scolpito da Coffee ’n’ Tv Production.
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