Hopeless Ballads” è un breve EP di quattro canzoni che attingono da diversi territori musicali, cercando di farli convivere in un sound misurato ma ricco di colori e di sfumature. Ogni arrangiamento è una sorta di citazione difettosa che allude di volta in volta rock degli anni ’70, al soul o alla bossa nova, ricreando un mood sottilmente ammaliante e a tratti ambiguo. Questi riferimenti a sound lontani, nello spazio e nel tempo, si intrecciano con i significati dei testi, in cui serpeggia un costante riferimento alla distanza, sia fisica che figurata. La stessa scelta del titolo riflette l’ambiguità che si respira ascoltando il disco: “Hopeless Ballads” descrive una raccolta di “tentativi senza speranza di scrivere delle ballads”, ma è anche un accenno all’animo più cupo e cinematico che pervade le composizioni.
Questo EP, uscito dopo 7 anni dal suo predecessore “Demur”, rappresenta una svolta artistica per i Kandma, motivata sia dal desiderio di trovare nuova freschezza compositiva, sia dalle peculiari contingenze in cui le canzoni sono state ideate e messe a punto. La band, infatti, inizia a lavorare su questo materiale nel 2017, quando dopo diversi anni di pausa, si ritrovano tre elementi della vecchia formazione, senza un batterista. La scelta di dedicarsi alla scrittura fra le mura di un appartamento al terzo piano di un palazzo, anziché fra quelle della sala prove, spinge una già pianificata virata stilistica verso un sound ancora più morbido, intimo ed espressivo. Dopo alcune sessioni in studio con il batterista Massimo Palmirotta, la band decide di produrre e registrare queste canzoni cercando di rispettare il particolare mood che si era creato proprio mentre muovevano i loro primi passi.
Hopeless Ballads
Kandma
Descrizione
Credits
Giulio Fassina: vocals, keyboards
Alessandro Emmi: guitars
Sebastiano Leonida Bianco: bass
Massimo Palmirotta: drums
mixed e mastered by Federico Bianchi
recorded and edited by Simone Giorgi at Downtown Studios, Pavia
recorded by Riccardo Caprotti at Bureau Studios, Milano
very special thanks to Paola Candeo and Mattia Caserini
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