La Luccicanza

La Luccicanza

Katya Sanna

2004 - Sperimentale, Elettronica, A Cappella

Descrizione

Lyrics: katyasanna.it/laluccicanza.htm
Buy CD: cnimusic.it/products-page/c…

- Tracklist
1) I Dadi Il Filo (Sanna)
2) Aurore (Sanna - Bruno - Sanna)
3) Rosa Mystica (Sanna - De Vito - Sanna)
4) Come l'elettricità del lampo (Sanna)
5) La curva che porta lontano (Sanna - De Vito - Sanna)
6) Luminarie nel blu (Sanna - Biondo - Sanna)
7) Driade (Sanna - De Vito - Sanna)
8) Non sapere di più (Sanna - De Vito - Sanna)
9) Il luccichio (Sanna - Biondo - Sanna)
10) Danzano lente (Sanna - Biondo - Sanna)
11) Diapason (Sanna)
-- Bonus tracks:
12) Brahmodbahv (Parte)
13) Nutrito - La curva che porta lontano remix (Sanna - Baldi - Sanna)
14) Braccato - I Dadi Il filo remix (Sanna - Baldi - Sanna)

Credits

Direzione artistica e produzione: Katya Sanna
Melodie, voci, vocalizzi, cori, testi: Katya Sanna
Musiche: Katya Sanna (#1-4-11),Katya Sanna e Alessandro Bruno (#2),Katya Sanna e Sergio De Vito (#3-5-7-8)Katya Sanna e Fulvio Biondo (#6-9-10)
Tastiere, programmazione, campionamenti:Sergio De Vito (#1-3-4-7-11)Fulvio Biondo (#6-8-9-10)
Chitarre: Alessandro Bruno (#2-9)
Voce recitante maschile: Sergio De Vito (#2)
Registrazioni e missaggi: Armando Rossetti (Studio Epsilon)
Masterizzazione: Fabrizio De Carolis (Reference Mastering Studio)

COMMENTI (1)

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  • katyasanna 14 anni fa Rispondi

    RECENSIONI

    DA esserirock.it
    Katya Sanna, la luccicanza…ma questa qui da dove salta fuori?! Qualcuno gliel'ha detto che noi siamo sulla Terra?! Che siamo parte di una umile fanzine cartacea?! Che spesso abbiamo a che fare con cd piuttosto imbarazzanti?! Che tiriamo a fine mese a malapena (a proposito, si cercano sponsor!)?! Dico io, Katya, ascoltami bene, non azzardarti più a mandarci cd come questo! Vi rendete conte che questa qui, ci ha mandato un cd pieno zeppo di vocalizzi stralunati filolirici, filosperimentali, elettronica che Massi Vattac gli fa una pippa, come idee e anche come scelta dei suoni?! Le atmosfere, vogliamo parlare di atmosfere?! Il cd suona al limite del surreale, va ascoltato rigorosamente al buio, magari in cuffia, o comunque ad un volume che possa far uscire tutte le frequenze, e ovviamente da sballati. Ci vedo dentro un po' di Ded Chen Dens, delle belle melodie mai banali (MAI BANALI!!!), tripòp, in alcuni punti ci rivedo anche i NIN di Still, un goccio di musica araba, o forse è meglio dire uorld miusic (penso sia questa, no?!), tutto molto tranquillo e pacato, mai sbrodolone. Katya, non puoi fare le cose, hai capito?! Non puoi fare un cd dove tutto è cantato da dio, le basi elettroniche e quelle percussive sono perfette e non c'è una sbavatura, persino nella registrazione (certi parti sono state registrate in una grotta vera, vero?! Dai, tanto lo so che è vero!), dimmi che è uno scherzo! Ti ricordo che siamo in Italia, e tu venendo da Roma ci sei dentro fino al collo! E' già la seconda volta che ci fai questo scherzo (vedi Esseri Rock n°14, se non sbaglio), in più questa volta è pure meglio, non voglio credere che possano esistere cd così perfetti. Mi spiace molto il fatto che sia un grosso casino, un brutto guaio, cercare di spiegare cosa c'è dentro La Luccicanza, secondo me conviene provare ad ascoltarsi il cd. Facciamo così, voi (lettori) comprate il cd e poi mandate una recensione ad Esseri Rock, così magari si capirà qualcosa!

    MURIZIO MARINO Rockerilla
    Katya Sanna per il suo debutto "La Luccicanza" viaggia, con le parole e con la musica, tra suggestioni indiane, ritmiche trip-hop e fondali sonori arcani e rarefatti. Merito di Fulvio Biondo e Sergio De Vito degli Epsilon Indi, veterani della scena elettronica italiana, che curano la regia sonora del progetto, e sopratutto della vocalità impressionante della Sanna, che svaria tra le armonie tradizionali indiane (viene in mente Amelia Cuni) e i vocalizzi misteriosi di certo dream-pop, da Liz Fraser a Lisa Gerrard. Un disco "alieno" e notturno, dal grande fascino interiore e dal valore internazionale.

    GIOVANNI DISTASO ID Box
    Suggestivo e ostico: questi sono gli aggettivi che mi sento di associare a questo cd, debutto solista per Katya Sanna. Suggestivo perché i brani si susseguono creando un atmosfera sognante, con rimandi a musiche "altre", evocando in particolare un Oriente quasi fiabesco; c'è un qualcosa di spirituale in quello che si ascolta su questo disco, come se la Sanna avesse voluto renderci partecipi di un suo percorso interiore di scoperta. L'aggettivo ostico deriva invece dal fatto che la forma canzone è rifiutata (tranne , forse, in "La curva che porta lontano", unico brano vagamente "canonico"): un uso abbondante di elettronica crea strutture molto libere su cui la voce di Katya Sanna si libra con vocalizzi e testi che spesso hanno una metrica spregiudicata (e non è un difetto). In conclusione, un disco affascinante, ma non per tutti i gusti, e che necessita di ascolti attenti e ripetuti: spesso dà l'idea di essere una colonna sonora, uso per il quale credo sarebbe perfetto.

    VITO SATOR mescalina.it
    "La Luccicanza" è un disco profondo, affatto convenzionale e tremendamente spirituale: si capisce già dalle tracce d'apertura che la vocalist romana Katya Sanna (autrice e voce solista) ha voluto dare voce a qualcosa che evochi fortemente la natura lasciando a margine chi la abita. La sensazione è quella di ampliare le percezioni, come se in qualche modo gli elementi della natura vadano osservati per i suoni da essi emessi, andando oltre il corpo delle cose.
    Ci si ritrova pienamente con il titolo dell'opera, che dona di per sè un senso spiccato alla mediterraneità. È poi il brano centrale "Il Luccichio" a svelare la chiave di lettura: i suoni vengono effettivamente riflessi, rimbombano ed echeggiano, trasportati dai gorgheggi e dalle litanie che la cantante segue dando al brano un forte senso di sperimentalità e di antimateria. Queste elementi sonori potrebbero dare all'opera delle sfumature troppo orientali, invece le tecniche canore utilizzate dalla Sanna vanno ben oltre: dal bel canto ("La Curva Che Porta Lontano"), alla lirica e perfino acuti gregoriani ("I Dadi - Il Filo" e "Non Sapere di Più"). "Aurore" invece fa comprendere l'intenzione poetica dell'autrice omaggiando la tradizione letteraria del nostro paese, dando al testo un'espressione più esplicita: "banchi di nebbia salgono verso la luna / parcheggi umidi e lampioni accesi / finestre che si aprono al sole / aurore eteree aurore luminose". Le vere intenzioni musicali di tutto il progetto vanno identificate in "Come l'elettricità del Lampo" dove l'autrice si supera lasciando ampio spazio all'elettronica di Sergio De Vito e Fulvio Biondo (Mondo EpsilonIndie), esecutori ed organizzatori di suoni in tutto il lavoro: ottima la loro impronta, anche in "Luminarie Nel Blue" e nella due versione remix di "Nutrito" e "Braccato". Da citare il lavoro musicale di altri musicisti come Alessandro Bruno alle chitarre in "Il Lucicchio" e l'ottima performance di ensemble nel classico indiano "Brahmodbav" eseguito da Tushar Parte (voce-autrice-arrangiatrice), Madhav Pawar (pakhwaj), Deepak Borkar (percussioni), Zarine Daruwala Sharma (sarod), ospiti speciali nel disco. Quest'opera è severamente consigliata a chi ama avventurarsi nei futuri percorsi del digitale, a chi non ha preconcetti musicali e soprattutto a chi si ritiene semplicemente appassionato di musica."

    DA Passione Alternativa
    Un intreccio di sensualità e perbenismo, una scarica di elettromagnetismo virale, una sensazionale marcia di accompagnamento felino, Katya Sanna è questo, e quello che non si vede, è ciò che non sappiamo dire. Nata con un'anima vagamente melodica, questa artista tutta al femminile, si diverte a invertire volontariamente la propria vita nella propria musica, suscitando così un vero e proprio ribaltone culturale. Nelle sue conoscenze musicali, anche del buon pop rock e sopratutto dell'elettronica d'avanguardia, visibile ma poco addomesticabile. Questo disco nonostante la sua semplicità, è un agglomerato di geniali idee, tutte rinnovate e indirizzate verso delle sezioni ritmiche/basilari. Definirlo come un disco alternativo forse sarebbe sbagliato, infatti questo album altro non è che un grande lavoro da commercio bionico, formato da testi e brani orecchiabili, alla portata di tutti. Atmosfere medievali, si trasformano piano piano, in seducenti armi dell'amore, atmosfere mistiche invece si trasformano in vere affascinanti forme di impressionismo catartico. La voce di questa fanciulla, ormai stagionata dal tempo, è una calma sintetica espressione paradossale, caratterizzata in più parti da scanzonate reazioni istintive. In tutto il suo istinto, questo disco è un disco coraggioso, che osa, che non si tira mai indietro, è un disco fuori stagione, ma pieno di colori e sfumature interessanti, da favola. Undici pezzi e tre bonus track, vere perle di saggezza femminista, tirate e veloci, come allo stesso tempo, pensanti e lusinghiere, i più interessanti, "La curva che porta lontano", "Non sapere di più" e infine "Rosa Mistica".

    LAURA DEIANA Alternatizine
    "Poche volte mi è capitato di trovarmi di fronte ad un album così difficile da recensire.
    Poche volte, perché altrettanto pochi sono stati capaci di riunire insieme in un solo lavoro suoni appartenenti a generi musicali completamente diversi tra loro, riuscendo a fonderli e a plasmarli con un esito così affascinante ed armonioso. Atmosfere che spaziano dall'ethereal più raffinato all'elettronica più sintetica e cerebrale, il tutto tra evocazioni di tribalismi mai assopiti nel profondo dell'uomo, che resuscitano il lontano tam tam di ancestrali tamburi e il profumo del vento d'Oriente. Cantante dotata di un'estensione di quattro ottave, Katya Sanna, ci rapisce con la sua melodiosa voce che aleggia come spirito cosmico in, LA LUCICCANZA,(CNI, 2003), progetto a cui collaborano anche Sergio De Vito, Fulvio Biondo, (tastiere, programmazione, campionamenti) e Alessandro Bruno, (chitarre). Arista, il cui amore per i miti e le leggende dei Celti ha spesso ispirato le sue creazioni, la Sanna era già nota dagli inizi degli anni '90 come cantate dei Dunwich, (band Gothic metal dalle connotazioni ethereal, che si richiamava agli oscuri misteri della "città annegata"), con la quale collaborò attivamente dal 1992 al 1997 e con la quale incise 3 demo tape, ("la tavola di smeraldo",1992; "Sul monte è Il tuono", 1993 e "Al di sopra del lago è il vento", 1993), a cui seguirono 3 C.D./L.P, di cui uno prodotto dalla famosa etichetta tedesca Rising Sun , ("Sul monte è il tuono" su etichetta genovese Black Widow,1994; "Il chiarore sorge due volte", Su etichetta Pick up e infine "L'eterna eclissi di ghiaccio", prodotta appunto nel 1999 dalla Rising Sun, Germany). Amante di letteratura, scultura, pittura e fotografia, Katya Sanna ha sempre cercato la contaminazione tra le varie forme d'espressione e il connubio tra le differenti culture; Basti pensare al fatto che per i 3 album prodotti con i Dunwich si avvalse musicalmente della partecipazione di ben 40 turnisti di varia estrazione musicale, con un supporto totale di ben 35 strumenti tra acustici ed elettrici! Connubio tra culture e tradizioni dai più disparati angoli della terra che si ritrova non a caso in LA LUCCICANZA, vero e proprio viaggio dello spirito, in cui la fisicità della musica tipica dei popoli antichi viene accompagnata da sonorità artificiali e contemporanee, verso un risultato che veramente è in grado di abbattere le comuni barriere di spazio e tempo. Viaggio che inizia tra i tamburi e le urla inquietanti ed arcane di I Dadi del Filo, continua nella melodiosissima ed eterea Aurore che si chiude con la voce recitante di Alessandro Bruno, ci ammonisce con la latina e medievale Rosa Mystica, ci porta in Oriente con Come l'elettricità del lampo e poi in lontani e notturni siti pagani con la sacrale Driade. Viaggio che ci incanta con fusioni di elettronica ed etereo canto, (Il luccichio), ci spiazza per lo stravolgimento delle comuni regole dei tempi musicali e testuali, (si pensi alla non corrispondenza delle pause musicali con quelle testuali in La curva che porta lontano), ci culla con una nenia dai tratti ambient-industriali, (Danzano lente) e ci sorprende ancora con Diapason che chiude solo sulla carta un album tanto affascinante quanto singolare per la sua non comune originalità. Le tre Bonus Tracks non fanno altro che confermare, d'altra parte, la bellezza di La Luccicanza, dalla indiana Brahmodbahv ai remix in chiave tecno-dance di La curva che porta lontano e I Dadi del filo. Giunta alla fine, non riesco tuttavia a farmi un'idea completa ad un primo ascolto e devo piacevolmente dedicargli la mia attenzione almeno altre 10 volte. A chi mi domandasse cosa "sia" e cosa "esprima" quest'album, posso dare con sicurezza ora solo una risposta: Che parlare al singolare è già un errore per La Luccicanza poiché esso, proprio come uno spettro, è in grado di assorbire per poi riflettere, a partire dalla luce, tutte le sue infinite e meravigliose sfaccettature."

    DA versacrum.com
    Il nome di Katya Sanna di certo non è una novità nell'ambito della musica alternativa italiana: questa notevole cantante ha infatti prodotto numerosi lavori, sia da solista sia con i Dunwich, autori di un demo tape e tre CD ufficiali e dai quali si è allontanata, credo, verso la fine del 1999; notevole è anche la sua collaborazione con molti di progetti, tutti estremamente interessanti: per fare qualche nome, potremmo citare tre ottimi gruppi che, al principio degli anni '90, gravitavano intorno all'etichetta romana Angel Records: gli Engel der Vernichtung, gli splendidi e ineffabili Epsilon Indi e i Solar Lodge; ricorderei inoltre il suo contatto con gli Ain Soph, con i quali ha inciso il brano MAG. Quello in mio possesso è il suo terzo CD solista uscito dopo aver abbandonato l'organico dei Dunwich e devo constatare che, purtroppo, i due precedenti sono passati decisamente inosservati. In questo lavoro la cantante romana si fa aiutare da un paio di vecchie conoscenze: Sergio De Vito (Deus ex machina degli Ipsilon Indi) e Fulvio Biondo (uno dei due membri fondatori dei Solar Lodge). Caratteristica della voce di Katya Sanna è l'escursione di tonalità molto ampia, che le permette di spaziare e di sperimentare molto: di conseguenza in questo CD si possono trovare numerose influenze, dalla musica orientale fino a brani più sperimentali. I risultati sono spesso molto buoni anche se non posso negare che il CD nel suo complesso sembra essere affetto da un paio di difetti che in qualche modo ne limitano l'impatto complessivo: innanzitutto una mancanza di coesione che tende a confondere l'ascoltatore; inoltre, pur essendo un amante delle voci femminili, ho l'impressione che la vocalist romana, sebbene molto dotata, abbia ecceduto nel porre la propria capacità vocale al centro di tutto l'impasto sonoro, rendendolo a tratti un po' troppo distaccato e facendo perdere al tutto un po' di mordente. Si tratta, beninteso, di un buon lavoro, anche se ho l'impressione che le produzioni di alcuni dei progetti a cui ha partecipato (in particolare penso agli Ipsilon Indi, forse i più vicini da un punto di vista stilistico) siano state in grado di raggiungere livelli di eccellenza che qui si riescono appena ad intravedere, probabilmente proprio perché in essi la voce era parte di un amalgama più ampio, ricco e complesso che era in grado di esaltarne le caratteristiche.

    DA giag.lv
    Katya Sanna croons its way through fourteen tracks of medieval-influenced misery and woe. La Luccicanza's" sound is minimalistic and stripped down to the simplest yet harmonious lines, the slowest of lumbering electronic beats and laziest angelic vocals. At times brutal, at others more subtle, this album rely on excellent, healthy wad of melody. Sure, thats got gothic intentions, but what sets it apart from a scene groaning, through overload is the ability to use dark atmospheres to generate powerful music, that has a frenetic kick


    (Messaggio editato da katyasanna il 20/11/2010 12:46:40)