La fame come insaziabile inquietudine, come inesausta ricerca di sé stessi, cammino sulle tracce di brevi barlumi e bagliori di felicità, eterno punto di partenza per “diventare migliori”: questo e molto altro ancora è la Fame di Camilla. Il disco d’esordio omonimo, che si avvale della produzione artistica del gruppo stesso, è composto da 12 tracce. Registrato presso gli Stone Room Studios e gli Itaca Recording Studios di Bari, missato presso Itaca Recording Studios da Mirko Patella e Roberto Matarrese e poi masterizzato a Londra da John Davis (R.E.M., U2, New Order, Damon Albarn, Snow Patrol, Bloc Party, ecc.), l’album scorre come una linea retta infinita tra qualità, stile e tocchi sapienti, immediato e diretto come un pugno nello stomaco. L’attenzione per i dettagli del tessuto musicale, che parte dalla costruzione “artigianale” del disco, è combinata con una voce di estensione notevole, che si sublima in falsetti lucidi di commozione e discende sensuale negli abissi senza luce dei …
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