"Disadottati" è il terzo album in studio dei Lebowski, in uscita il 13 ottobre 2015. Il nuovo lavoro arriva a tre anni di distanza dal precedente "Propaganda" (che era stato accreditato con il moniker "Lebowski & Nico") e riafferma un'originale capacità di sintesi. Otto brani dalla struttura in continua evoluzione che poggiano su testi caratterizzati da un'ironia pungente, tra vena pop e sonorità abrasive, tra derive psichedeliche e trascinanti ritmi funk sospinti dall'elettronica.
In cabina di regia non c'è più Giulio Ragno Favero, come nei due precedenti dischi, bensì il veterano David Lenci in veste di sound engineer affiancato da Riccardo "Rico" Gamondi dei Uochi Tochi al mastering. Cambia anche la politica della band, che decide questa volta di sganciarsi da qualsiasi etichetta ed autoprodurre l'album. Ma a cambiare e ad evolversi rispetto al passato sono soprattutto i brani, sia per quanto riguarda le tematiche affrontate che per quanto concerne i contenuti più strettamente musicali. Se infatti l'ironia e l'irriverenza erano sempre stati tratti distintivi nei testi dei Lebowski, questa volta i sorrisi che strappano sono sorrisi amari. Le massicce dosi di non sense del passato lasciano spazio ad una riflessione più articolata sul degrado della società odierna: cinismo, disillusione e malinconia fanno da cornice emotiva all'intero lavoro. Anche il sound è diventato più scuro: la matrice electro-funk che aveva caratterizzato i precedenti lavori vira così verso aperture psichedeliche e strutture più dilatate (Rent to buy), anche se la consueta vena pop nelle melodie contribuisce ad alleggerire anche gli episodi musicalmente più ostici (Il cielo è sempre meno blu). La composizione si sgancia dai paradigmi degli esordi (  Talking Heads, Devo, B52's, Joy Division, PIL, Gang Of Four) per approdare ad un linguaggio più personale, che prosegue il percorso iniziato dal precedente "Propaganda" ma che qui trova lo spazio e il minutaggio per esprimersi al meglio (El Salvador Offshore e Signor Costa! parte II), anche attraverso un uso più massiccio e consapevole dell'elettronica (L'incapiente e X), e con il primo singolo Il Tagliateste a fare idealmente da ponte con la scatenata slam dance in salsa electro/post-punk del passato.
"Da un punto di vista musicale questo nuovo lavoro è nato molto più dall'improvvisazione rispetto ai due dischi precedenti– raccontano i Lebowski -. Nella stesura dei brani l'approccio è stato più libero e non abbiamo voluto porci alcun limite a livello di appartenenza di genere, ma lasciare piuttosto che le canzoni prendessero forma spontaneamente. Dal punto di vista dei contenuti invece abbiamo sentito la necessità di affrontare la realtà che ci circonda, il cinismo della quotidianità, i limiti della società in cui viviamo e le sue prospettive asfittiche. Abbiamo cercato di farlo usando l'arma dell'ironia, che ci caratterizza fin dall'inizio, senza essere invadenti, senza visceralità, nel tentativo di dire cose interessanti senza pesare su chi ascolta. Se fino ad oggi l'aspetto ludico era predominante e i testi erano paradossali e non-sense, stavolta abbiamo deciso di dare una struttura unitaria alla poetica del disco: i protagonisti delle sette storie narrate sono accomunati dall'essere stati tutti sedotti e abbandonati dalla vita. "Disadottati" appunto, ognuno in un periodo diverso della propria esistenza. Potremmo dire che se un tempo Lebowski era il suono che produceva l'uomo bionico quando si scopava la donna bionica, oggi è il pianto del loro figlio bionico abbandonato all'orfanotrofio."
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