“Il robot che sembrava me” è il secondo album della band, formato da dieci brani inediti che si inseriscono nel panorama indie, cercando un punto di incontro tra sonorità diverse. Le canzoni, pur mantenendo ognuna unʼidentità a sé stante, ascoltate una di seguito allʼaltra, compongono un quadro coerente in cui, tra alienazione, sconvolgimenti, ricerca di una stabilità e relazioni più o meno riuscite, si muovono diversi personaggi. Lʼispirazione è nata dallʼomonimo racconto di Robert Sheckley: alla title-track, in cui il robot si racconta in prima persona, seguono nove brani che narrano le vicissitudini degli altri personaggi - molto spesso gli stessi personaggi - colti in fasi diverse della loro vita e della loro personale ricerca della felicità.
Il Robot che sembrava me
Le Frequenze di Tesla
Descrizione
Credits
Matteo ed Enrico passano (sia in studio che in concerto) dalla chitarra al basso alle tastiere, mentre Vinicio si occupa della batteria e di tutte le percussioni, creando gli importanti scheletri ritmici su cui poggia lʼarchitettura dei brani.
La formazione è costituita da:
Enrico Fileccia: voce, chitarra ritmica e solista, basso, piano e tastiere
Matteo Cincopan: voce, chitarra ritmica e solista, basso, sintetizzatore
Vinicio Zanon Santon: voce, batteria, percussioni
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