Black Album

Black Album

Le-Li

2011 - Cantautoriale, Pop, Indie

Descrizione

Black Album è il secondo album di LE-LI, ma dell’estetica del “nero” ha solo l’eleganza. Undici brani che giocano con le lingue: il lato A è in italiano mentre il lato B è in inglese, un solo pezzo è in francese. Black è il titolo non ufficiale: proprio come accadeva nel ’91 per il Black Album dei Metallica – uno dei dischi preferiti di John – e, come accadeva nel ’68, per il White Album dei Beatles – uno dei dischi preferiti di Leli.

Black Album è una scommessa: il nero è l’insieme di tutti i colori e i LE-LI giocano nel risalire ogni sua sfumatura. Un album che costruisce un mondo sospeso tra la fiaba e il pop degli anni ’50 ambientato nella casa della Bambola con cui giocavamo da bambini. Anche i maschietti.

Con Black Album i LE-LI confermano la loro voglia di combattere la staticità mentale e l’incapacità di sognare. I ritornelli rimangono in testa e accompagnano la fantasia: fanno venire voglia di guardare il mondo con la testa in su a guardare palazzi, cielo e nuvole, sorridendo. La voce sussurrata di Fishbowl è una pioggierella primaverile mentre l’ukulele di The letter porta con sè la spensieratezza di una passeggiata tra i monti vicentini. In Alla befana Leli si mette completamente a nudo, con tutte le sue debolezze, invocando la Befana come salvatrice ed elevandola a sua eroina, con la scusa di non averla mai disturbata da bambina, mentre Bambola va a toccare il “black” della fragilità femminile. A cosa servono le tonsille? è una canzone divulgativa, alla Endrigo, che racconta di quella strana tendenza, tipica degli anni ’80, di asportare le tonsille in fanciullezza. Subito dopo il primo mal di gola. Leli e John, entrambi senza tonsille, scrivono così a quattro mani una canzone che si schiera contro l’interventismo ad ogni costo. Valentine’s Day è un omaggio all’estetica di Bollywood: una dichiarazione d’amore alla
musica indiana e all’influenza che certe canzoni dei Beatles hanno avuto nella musica della band.
I LE-LI giocano per tutto il disco: con le parole, con gli strumenti, con le sensazioni, con le lingue, con i ricordi. Sono musiche che tranquillizzano e stimolano l’immaginazione verso un mondo colorato dove rifugiarsi dal nero che ci circonda. Nell’infanzia dei due ci sono anche il punk e il rock&roll: No fun, cover degli Stooges, ne è la testimonianza e Sheena was a punk rocker si propone come un ipotetico sequel del più celebre “Sheena is a punk rocker” dei Ramones, raccontando la storia di Sheena dopo essere stata una punkettona.

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