Musica Automata

Musica Automata

Leonardo Barbadoro

2023 - Sperimentale, Jazz, Classica

Descrizione

Musica Automata rappresenta una svolta nella ricerca compositiva e strumentale di Leonardo. Pur portando con sé parte dell'eredità estetica dei lavori precedenti, questo progetto si avventura in un campo inesplorato. Una musica che faccia convergere due dimensioni comunemente percepite come incompatibili, se non antitetiche: le sconfinate possibilità espressive ed esecutive dell'elettronica, messe tuttavia in atto da un corpo strumentale acustico, che agisce nella realtà sensibile, percuotendo, vibrando, soffiando.

Questo ensemble di automi musicali include numerosi strumenti classici (percussioni, legni, ottoni, organi, piano), così come anche molti strumenti non convenzionali, facendo di essa l’orchestra di automi più ampia esistente. Le possibilità espressive di questi automi, grazie alla ricchezza di parametri controllabili in remoto, sono innumerevoli: questi infatti non si limitano al controllo delle note, ma anche dinamica, inviluppo del suono, controllo microtonale e molto altro.

Molteplici sono le motivazioni che hanno sedotto Leonardo, guidandolo verso la linea di incontro tra elettronica e acustica: se è vero infatti che una composizione elettronica possa favorire l’invenzione compositiva, osando là dove il musicista, per limite anatomico, non potrebbe arrivare (accordi con intervalli molto distanti o ricchi di note, accelerazioni ed evoluzioni su percorsi umanamente impraticabili) è altrettanto vero che il suono prodotto da una vibrazione in uno spazio reale, abbia delle caratteristiche fisiche tali da rendere molto affascinante l’unicità sonora di ogni singolo evento.
C’è poi un secondo aspetto: il controllo capillare di ogni sfumatura esecutiva. Tradizionalmente il compositore affida lo spartito ai musicisti, i quali lo interpretano traducendo i segni in azioni. In questo scenario vi è quindi uno scarto ineliminabile tra la concezione dell’autore e il suo farsi evento sonoro.
Questo, nel caso di Musica Automata, non avviene: Leonardo ha potuto calibrare e disegnare ogni dettaglio timbrico per ogni singola nota eseguita. Quello che si ascolta, dunque, è l’istantanea esatta ed arbitraria del fatto musicale immaginato dall’autore che, così facendo, veste anche il ruolo di interprete del proprio lavoro. In questo Musica Automata, pur sgorgando da una sorgente digitale, ha sede in un principio diametralmente opposto rispetto alle attuali ricerche in campo AI.

Per essere fedele alla natura pratica dell’esecuzione dei brani, Leonardo ha scelto una linea radicale: nessun artifizio è stato aggiunto in fase di post produzione, anche i riverberi dei singoli strumenti sono quelli registrati nell’ambiente reale, e con loro i suoni delle meccaniche degli automi in movimento che, in qualche misura, entrano a far parte della musica stessa.

Al di là degli aspetti formali del progetto, ci sono intenzioni intrinseche all'approccio compositivo essenziali per definirne la natura. Musica Automata, infatti, evita i confini dei generi. Da un lato si avvicina alla classica contemporanea d'avanguardia, sia per quanto riguarda i timbri che per una certa componente narrativa con una progressione musicale distinta; dall'altro prende le distanze dalla musica classica contemporanea, privilegiando gli aspetti armonici e ritmici rispetto a quelli strettamente concettuali e sperimentali.

Vi è poi una attenzione costante nel non abbracciare le possibilità esecutive dei robot per farne motivo di virtuosismo: le possibilità esecutive dell'orchestra di robot, pur offrendo scenari compositivi altrimenti impossibili, non si pongono come fine ultimo in Musica Automata, ne sono piuttosto il mezzo. La scrittura infatti non contempla esibizioni al solo scopo di mostrare le possibilità tecniche degli strumenti, ogni singolo segno ha un ruolo funzionale alla costruzione dell'ingranaggio musicale, dialogando con tutte le particelle che ne costituiscono l'insieme.

Così come la matrice generativa di Musica Automata ha luogo nella convergenza di due condizioni contrarie (elettronica e acustica), l’estetica stessa delle composizioni oscilla tra poli opposti del linguaggio musicale: le variazioni agogiche e dinamiche si fanno strada tra crescendi, rapide contrazioni così come aprono su scenari contemplativi, dove l’urgenza della massa orchestrale densa di motivi, timbri, direzioni, lascerà posto all’essenzialità di un singolo elemento, emergendo e deflettendo la prospettiva su una diafana placidità.

La ricerca tonale ha un ruolo prominente e determina l’identità dell’intera opera. Le armonie scivolano dalla stabilità modale su cui fonda la quasi totalità della musica occidentale, evolvendo su intervalli microtonali che esplorano condizioni di sottile precarietà, oppure, in altre occasioni, compaiono apparati che procedono poggiando sull'intersezione di differenti tonalità, in movimenti elusivi eppure coerenti.

Altra eredità dell’esperienza in ambito elettronico di Leonardo, riversatasi negli spartiti di Musica Automata in modo pervasivo è la sezione ritmica. A volte organiche altre perentorie e meccaniche, le percussioni sono un ingranaggio cesellato in divenire che, prima che guidare la direzione di un brano, abbracciano e contrappuntano la sezione armonica, permutando con essa in un flusso imprevedibile, in costante rivoluzione, eppure rigoroso e necessario in ogni sua battuta. Il mosaico percussivo in molte occasioni segue piste poliritmiche, ampliando il rapporto con i livelli armonici in uno spazio dove il mutamento delle forme e delle coordinate è principio sovrano.

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