Questo doppio album racchiude visioni, esperienze, stati d’animo che spaziano approdando ai vari generi da cui Andrea Tich attinge a piene mani, si va dal beat-psichedelico degli Hollies al free rock Zappiano, dalla dark-vawe dei Joy Division, al naif-acustico degli XTC con un’occhiata al country rock dei Creedence Clearwater Revival per passare poi nell’elettronicosmico tedesco con stravaganti attinenze del primo Battiato, il tutto mescolato in maniera originale dall’estro di Andrea che da sempre caratterizza la sua musica. La luce sonora che traspare dalle sue canzoni (che a detta dell’artista, andrebbero ascoltate in cuffia, rilassati e con un po’ di tempo a disposizione), è la chiara e netta direzione nel quale Andrea vuole distinguersi, alieno da tutto ciò che è convenzionale, mantenendo sempre la sua formula personale e cioè: testo e sua interpretazione strumentale che dà spazio all’irreale, creando nell’ascoltatore, polaroid di immagini, come in una colonna sonora di un film . Le composizioni, come scritto nelle note di copertina, racchiudono un periodo che va dagli anni settanta ad oggi, manipolate, ristrutturate e riarrangiate con intarsi originali presi dal suo quotidiano, perché Andrea ama collezionare registrando, porzioni di vita privata per inserirle nelle sue canzoni come note musicali. Una cometa di sangue, è quasi un “concept album” che segue un percorso senza previsioni, come un tour nell’ignoto, nella casa dei misteri al luna park.. Alcune delle canzoni contenute, avrebbero fatto parte del secondo progetto discografico mai realizzato con l’etichetta Cramps record, la stessa che pubblicò il suo primo LP “masturbati” nel 1978.
una cometa di sangue
Andrea Tich & le Strane Canzoni
Descrizione
Credits
Andrea Tich - chitarre elettriche, acustiche, armonica, VST e voce
Claudio Panarello - batterie e percussioni
Enzo Bianca - armonizzazioni vocali in “siamo soli più che mai”
Raffaella Riva - voci in “parallasse secondo me”
Francesco Lombardo - chitarra basso in “puoi cantare”
Maurizio Marsico - pianoforte in “strade di città” e tastiere elettroniche in “parallasse secondo me”
Diego Pascal Panarello - synth umano in “puoi cantare”
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