“Perì Fiuseos” è l’EP d’esordio del produttore e compositore Lorenzo Minozzi. Nato a Roma, classe ’97, Minozzi compie la sua formazione negli States, dapprima presso la Los Angeles Recording School dove si diploma in Recording Arts, e successivamente lavorando presso lo Studio City Sound al fianco dell’ingegnere del suono vincitore di un Grammy Tom Weir.
Rientrato in Italia, Minozzi lavora da diversi anni come produttore e arrangiatore, sia nell’ambito prettamente discografico – collaborando con Warner Music su progetti italiani e internazionali (Il Tre, Kidult, All In 5) – che nell’ambito teatrale e performativo, lavorando insieme ad attori e registi come Filippo Timi, Giovanni Onorato, Claudio Larena, oltre che come sound artist per istituzioni museali (Museo del Novecento di Firenze) e gallerie d’arte contemporanea (Soho House, Cosmo).
“Perì Fiuseos” nasce da un viaggio compiuto dall’artista attraverso il Nord Europa, da Skjolden, villaggio che sorge lungo i fiordi norvegesi, a Brunico, con un passaggio nella foresta nera tedesca nei pressi di Tubinga. Al suo fianco un registratore portatile, grazie al quale boschi, fiumi, fiordi e strade di paese sono diventati il materiale di base per la costruzione di batterie e tessuti sonori alternativi, nuclei centrali per la produzione dei brani. Oltre al fornire i suoni primari per lo sviluppo delle produzioni, i paesaggi hanno contribuito nel costruire l’immaginario e le ambientazioni del progetto.
Riferendosi all’opera filosofica di Parmenide, il titolo del disco, ‘’Perì Fiuseos’’ (Sulla natura), mette in luce questa ricerca sonora e questa attenzione verso le forme e i suoni naturali. Nello stesso senso si muovono le voci che cantano nei brani, che prive di parola e senso logico si esprimono in una forma quasi primordiale.
La scrittura è in parte frutto delle influenze di artisti come i Sigur Ròs e Bon Iver, unite al tentativo di costruire un linguaggio sonoro attraverso l’editing e la manipolazione dei campionamenti ambientali.
Il progetto musicale è affiancato da un progetto visuale curato dall’artista visivo Marco Celentani, che ha seguito il processo di scrittura e produzione dei brani e ha realizzato cinque opere ad essi ispirati. Le opere, realizzate con inchiostro su carta tradizionale giapponese, fanno da copertine ai brani del disco e ne incarnano l’essenza musicale. Le forme emergono dalle macchie d’inchiostro spontaneamente, sfuggendo ad una volontà di controllo.
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