“Dopo tre album politicamente scorretti avevo voglia di scrivere canzoni leggere, che parlano d'amore strizzando l'occhio, anzi l'orecchio, all'It.pop.
Anche se qualcuno dice che l'indie, ormai mainstream, è destinato a morire”.
Ed ecco il singolo Tokio, orecchiabile e brillante, pensato per le radio e per le playlist.
Il brano è stato registrato per intero da Loris Dalì, in veste di polistrumentista, negli studi di Piratech, mix e master a cura di Mirko Marcattilli, grafica Penny Santiago.
Lui non ha messo benzina, forse è un cantautore spiantato, ma ha messo le scarpe da cafone e passa a prenderla nel bar dove lavora.
I suoi occhi la vedono come Tokio, la protagonista della Casa di carta, bellissima e difficile..
Ad una cena all you can eat, forse in fame chimica, ordinano il Giappone e l'Appennino sembra il Fujiiama.
E' la fase dell'innamoramento quando tutto sembra bellissimo, anche i difetti, quando ci si avvicina all'orecchio per un “Ci guardano tutti, sarà che sei troppo bella..”
Facile innamorarsi, difficile amarsi per sempre.
Questo Loris Dalì ce lo racconterà con i prossimi due singoli “Spoti-fai” e “Branko non sbaglia mai”, una trilogia sulle fasi dell'amore, quello che finisce.
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