www.decadenza.net " La storia dei Malameccanica è un percorso sonoro ed artistico nato, esploso e definitivamente maturato in poco più di un anno. La provincia toscana che non ti aspetti inizia e finisce ad Arezzo, patria sofferta e visceralmente vissuta dal gruppo, dove si agitano le perturbazioni sonore delle meccaniche malameccaniche e dove le esperienze e la voce di Gio sembrano trovare un naturale luogo di conservazione. Non è facile affrontare temi sonori elettronici/trip-hop senza pagare qualcosa al già sentito , ma i Malameccanica non possono essere certamente etichettati come un giro di manopola di synth. La loro musica è un continuo incontro/scontro tra radicalismi sonori apparentemente inconciliabili, tra fughe, passaggi nervosi e una base ritmica sofisticata e minimale. A rendere il progetto straordinariamente innovativo, tuttavia, è l'impatto vocale. Giò, alla voce, è capace di raccontare, con estrema lucida follia, le perversioni emotive di una vita vissuta tra un'idea e il suo esatto contrario, tra desideri di banale normalità inespressa ed evocativi sentimentalismi. Il suo non è nè un cantato nè un parlato in senso stretto. Si tratta, piuttosto, di un recitato, anche se la parola, da sola, non è in grado di rendere perfettamente giustizia al suo stile. Hai l'impressione, ascoltando i pezzi, che Gio li stia rivivendo, ricordando e raccontando nel preciso momento in cui li interpreta. Niente appare, dunque, come una forzatura gratuita quanto, piuttosto, una confessione "carnale" in punto di morte. Le quattro tracce raccolgono l'esperienza di un anno di fortunate sperimentazioni. E se Castigo delle ossa, con la sua inquietante acidità, riassume perfettamente il malameccanica sound, è Portfolio il pezzo con il quale si entra, per davvero e una volta per tutte, nella meccanica malata ".
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www.decadenza.net " La storia dei Malameccanica è un percorso sonoro ed artistico nato, esploso e definitivamente maturato in poco più di un anno. La provincia toscana che non ti aspetti inizia e finisce ad Arezzo, patria sofferta e visceralmente vissuta dal gruppo, dove si agitano le perturbazioni sonore delle meccaniche malameccaniche e dove le esperienze e la voce di Gio sembrano trovare un naturale luogo di conservazione. Non è facile affrontare temi sonori elettronici/trip-hop senza pagare qualcosa al già sentito , ma i Malameccanica non possono essere certamente etichettati come un giro di manopola di synth. La loro musica è un continuo incontro/scontro tra radicalismi sonori apparentemente inconciliabili, tra fughe, passaggi nervosi e una base ritmica sofisticata e minimale. A rendere il progetto straordinariamente innovativo, tuttavia, è l'impatto vocale. Giò, alla voce, è capace di raccontare, con estrema lucida follia, le perversioni emotive di una vita vissuta tra un'idea e il suo esatto contrario, tra desideri di banale normalità inespressa ed evocativi sentimentalismi. Il suo non è nè un cantato nè un parlato in senso stretto. Si tratta, piuttosto, di un recitato, anche se la parola, da sola, non è in grado di rendere perfettamente giustizia al suo stile. Hai l'impressione, ascoltando i pezzi, che Gio li stia rivivendo, ricordando e raccontando nel preciso momento in cui li interpreta. Niente appare, dunque, come una forzatura gratuita quanto, piuttosto, una confessione "carnale" in punto di morte. Le quattro tracce raccolgono l'esperienza di un anno di fortunate sperimentazioni. E se Castigo delle ossa, con la sua inquietante acidità, riassume perfettamente il malameccanica sound, è Portfolio il pezzo con il quale si entra, per davvero e una volta per tutte, nella meccanica malata ".