FREDDIE

Il 24 novembre del 1991 alle 18.48 il mondo fu scosso dalla morte di Farrokh Bulsara, per tutti Freddie Mercury.
Farrokh esalava il suo ultimo respiro e Freddie diventava mito, leggenda… icona.
Era un uomo felice Farrokh? Quanto è stato alto il prezzo da pagare per realizzare Freddie?
Una vita tranquilla, o una vita al massimo.
O tutto o niente…e se poi nel codice genetico della tua indole hai quel maledetto cromosoma dell’artista, questo dualismo genera scintille ogni volta che il pensiero si avvicina ad una delle due parti.
Ma forse da questo dualismo ne siamo afflitti un po’ tutti, anche se siamo bravi a nasconderci dietro le abitudini e la nostra quotidianità.
Di questi tempi dove siamo tutti pirati in mare aperto ma capaci di perderci in un “bicchiere d’ansia”, “Freddie” vuole essere un'intima riflessione tra sogni, mostri e solitudini.
Freddie è per tutti quelli che hanno sempre avuto timore nel mostrarsi nella loro vera natura, sensibili al giudizio della gente, imbrigliati dagli stereotipi di una società che si proclama inclusiva ma, di fatto, avvezza alla facile ghettizzazione.
“FREDDIE” è piena di noi.
Un dialogo folle, delicato e introspettivo.
È una canzone che punta dritto alle parti più nascoste dell’anima e ci intima di spogliarci da tutte le maschere che indossiamo.
E’ una canzone vera, ridotta all’essenziale, piano e voce che ci inchioda davanti ai tanti quesiti che nascono spontanei dopo averne metabolizzato il testo.