TESTO
Scriverò del benefico giogo
che felicemente ci imprigiona
in un sonno preciso nel vetro
l'esattezza dell'ora che suona
una linea retta di pura saggezza
la perfezione che ci accarezza
esporterò la risma che loda
la forzata guida
Una crepa nell'acciaio scolpita
la mia certezza vacilla
Oltre lo squarcio di una prima estate
tenue una luce brilla
Crolla il sonno la mente respira
risalgo dal pozzo della ragione
lento il dubbio a galla riaffiora
c'è troppa aria e troppa confusione
tutta colpa di lei
colpa sua
mi ha trascinato in un mondo diverso
poi viene e va via
lasciandomi accartocciato e perso
Vibra la mente e vibra lo spazio
dal primo volo del vetro di un razzo
fino al calar delle tenebre fitte
una breccia aperta nel muro verde
contuso, confuso
non voglio guarir dalla mia malattia
e volo su e ancora più su
la libertà di una scelta mia
ma qualcuno mi correggerà
e giù nel fango della perfezione mi riporterà
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DESCRIZIONE
Questa canzone è dedicata al capostipite dei romanzi antiutopici del 1900, cioè "Noi" di Evgenij Zamjatin. Il romanzo, come la canzone, parla fra le altre cose anche della necessità e della bellezza delle imperfezioni e dell'irrazionalità dell'animo umano.
ALBUM E INFORMAZIONI
La canzone La città di vetro si trova nell'album Anziani a vent'anni uscito nel 2010.
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L'articolo Manovalanza - La città di vetro testo lyric di Manovalanza è apparso su Rockit.it il 2024-09-09 11:23:00
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