“Post Meridian Soul” è il nuovo lavoro dei March Division, band milanese arrivata al secondo disco dopo l‘esordio del 2012 con “Radio Daydream”, primo passo di un percorso che è servito per mettere a fuoco quella miscela di brit-rock ed elettronica da dancefloor che tutt‘oggi caratterizza il sound del quartetto.
Il disco giunge al pubblico anticipato da due ep usciti nel 2014 (“Post Meridian Soul EP” e “Metropolitan Fragments”) ma soprattutto dopo l‘ottimo riscontro di critica del lavoro precedente e un‘intensa attività live culminata con la doppia apertura, rispettivamente a Neil Young nel 2013 e a Paolo Nutini nel 2014, per il festival Rock in Roma.
“Post Meridian Soul”, in questo senso, è l‘ideale continuazione del primo disco, ma con una particolare attenzione volta ad ottenere un suono il più possibile suburbano, quale lente ideale per fotografare al meglio l‘impasse senza un futuro certo che caratterizza le giovani generazioni contemporanee.
In altre parole “Post Meridian Soul” è il disco della prese di coscienza, laddove “Radio Daydream” rappresentava la fuga dalla realtà per rifugiarsi nel sogno. Da qui deriva l‘atmosfera maggiormente scura dei brani del nuovo disco, che uno dopo l‘altro creano un‘opera decisamente notturna ma con improvvisi squarci di luce, spesso abbagliante, che tagliano cieli lividi e non rappresentano necessariamente delle possibili vie d‘uscita o delle soluzioni.
Del resto i March Division raccontano una realtà gravida di insicurezze, dove gli individui si aggirano privi di riferimenti certi e disanimati da una profonda povertà che va ben oltre gli aspetti materiali e si annida nell‘interiorità dell‘individuo. Il cervello/labirinto della copertina è così il simbolo visuale dello smarrimento che annebbia le persone e la possibile visione globale di un mondo schiavo.
Nel ritrarre tutto questo i March Division riscrivono secondo il loro gusto e la loro personalità le istanze migliori del pop-rock britannico anni ‘90 ma seguendo anche l‘esempio di quelle formazioni che hanno portato il rock nel dancefloor e viceversa. Dunque chitarre, basso e batteria da una parte e synth, loop, programmazioni dall‘altra. A delineare uno stile che si nutre di trip-hop, house, techno e drum‘n‘bass ma con l‘impatto di una rock band canonica. Prima di innamorarsi dell‘elettronica e di imparare nel giro di un solo anno a maneggiare anche dal vivo le macchine i March Division erano infatti una canonica rock band, che anche dopo l‘incontro con l‘elettronica ha mantenuto lo stesso impatto e la stessa compattezza di suono. Solo così i March Division sono riusciti a ottenere le canzoni mesmeriche e potenti di “Post Meridian Soul”.
Post Meridian Soul
March Division
Descrizione
Credits
ANDY VITALI (Vocals, guitars, bass, synths,programming & production)
EMANUELE PLATANIA (Drums, percussions & drum machines)
MATTIA PISSAVINI (Keyboards, synths & production)
STEFANO LAI (Bass, synth bass, programming & production)
Produced, recorded and mixed by Andy Vitali - Arranged by March Division
All songs written by Andy Vitali.
Additional production by Emanuela Platania, Mattia Pissavini, Stefano Lai.
Recorded and mixed at Morning Park Lodge between May 12 - Dec 13.
Artwork by Emanuele Platania - emanueleplatania.it
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