Aquí Me Encuentro
“!Aquí Me Encuentro¡” vuol dire “Eccomi Qui!”, è il progetto musicale dove metto a nudo la mia sensibilità di interprete e di compositore. E' una dichiarazione di amore per la musica e per un genere musicale, il flamenco, al quale sono dedito da più di 15 anni. È il punto in cui si incontrano tutte le influenze musicali che ho assorbito e che negli anni mi hanno emozionato, prendendo la forma del flamenco, la musica con cui risuono di più attualmente.
Perché il flamenco? Perché esprime una musicalità popolare e complessa al tempo stesso, mi ricorda molto il jazz negli anni d’oro. Mi interessa il linguaggio del flamenco perché è in pieno sviluppo ed è una cultura eccezionalmente viva. Nei bar dei paesi andalusi si parla più di flamenco che di calcio e questo è tutto dire...
È un linguaggio interessante perché è un contenitore in cui si possono inserire tanti altri linguaggi, infatti è proprio quello che capita a me. Il tipo di flamenco che suono è un flamenco moderno, sull’onda di artisti come Vicente Amigo e Diego Del Morao. Questi artisti si spingono dal flamenco, la loro cultura musicale originaria, verso linguaggi come il jazz e la musica latino americana. Per me invece Il percorso è diverso, perché il flamenco non è la mia cultura originaria, ma l’ho voluta apprendere. Mi piace usare proprio il verbo a-pprendere, da l’idea di qualcuno che si va a prendere qualcosa, infatti per me è stato proprio così. Sono andato in Andalusia a prendere una cultura e a farla mia. Non è stato facile perché è un dialetto musicale molto lontano dal nostro, con delle regole armoniche, melodiche e ritmiche che sono un po’ all’opposto rispetto ai nostri canoni. Dopo lunghi soggiorni in Andalusia ho appreso le “regole del gioco” e le ho fatte mie, mischiandole con le regole musicali di altri generi che avevo studiato e interiorizzato. Risultato è un flamenco, secondo il mio punto di vista, molto fresco e melodico. A detta delle persone che ascoltano la mia musica è anche molto fruibile da chi non conosce il genere.
Il progetto è frutto di anni di composizione e di studio, in cui piano piano sono andato forgiando il mio linguaggio, che a questo punto vedo abbastanza originale e riconoscibile. Nasce come un progetto live, insieme al percussionista Luca Caponi, con cui abbiamo fatto uno sforzo notevole per arrangiare i brani per chitarra e Cajón set (il cajón set è una via di mezzo tra una batteria e un cajón, una invenzione di Luca).
Ho deciso di registrare questo progetto perché in Italia non ci sono progetti autoriali nell’ambito del flamenco. Sono stati portati avanti progetti di fusione tra flamenco e jazz ad esempio, ma un progetto di flamenco moderno non è mai stato portato su disco e questo da una certa originalità al lavoro che sto portando avanti, almeno per quando riguarda il panorama italiano. Ora che ho completato questo lavoro, ho già in mente nuove avventure musicali, come un concerto da solo, uno spettacolo con un gruppo più ampio, in cui l’improvvisazione avrà un ruolo centrale, un concerto per chitarra flamenca e orchestra è un progetto incentrato sul cante flamenco...a disfrutar!
I brani
Ogni brano nasce da un idea, da un emozione e si trasforma in note attraverso il corpo e lo strumento. Questo è un assaggio delle idee e delle emozioni che voglio trasmettere a me stesso e a chi ascolta questi brani. Queste idee ed emozioni hanno guidato la composizione e sono un canovaccio mentale per le mie esecuzioni dal vivo.
-Visión
(Tangos)
Come uno scultore davanti al blocco di marmo vede nella sua testa la sua opera già compiuta, anche io all’inizio di questo percorso ho visto davanti a me questi brani che vi presento oggi. Meglio, li ho sentiti. Sentivo la sonorità, il ritmo, le pause, un susseguirsi di tensioni e risoluzioni che fluivano come una poesia musicale nella mia immaginazione. Ho provato una emozione fortissima, data dalla possibilità di riempire questi brani/contenitori col mio sentire, col mio vissuto, versando giorno dopo giorno gocce/note che piano piano si mischiavano l’un l’altre, si integravano, sempre nuove a comporre il puzzle musicale. Visión è il primo brano che ho composto di questo progetto, ed è tributo ai visionari, a coloro che hanno saputo guardare oltre l’orizzonte ed immaginare nuovi mondi.
-De Muy Lejos
(Bulerías)
Dedicato a Enza e Claudio.
Le origini, le nostre. Padre e Madre, DNA, spezzoni di frasi ascoltate, idee, concetti e paure... è questo ciò di cui siamo intessuti, un vestito che spesso ci sta stretto, ma che è anche uno stupendo regalo per noi, se lo sappiamo aggiustare come farebbe un buon sarto. Allarga un po’ qui, stringi di là, con arte, pazienza, verifica possiamo approfittare della nostra “origine” senza esserne schiavi. Questo brano è proprio questo, una rielaborazione delle mie origini musicali orientate e rilette nel linguaggio e nella forma del flamenco.
-Amor
(Farruca)
Io mi amo! Questa è la partenza! Amo ciò che sono ora in questo momento, con tutti i miei “difetti”, con ciò che voglio cambiare di me. Non spreco la mia energia per criticare come sono, ma per navigare verso la mia visione, verso ciò che posso divenire, senza paure. E nonostante io sia “muy lejo” da dove voglio arrivare so che un passo dopo l’altro, giorno dopo giorno, ci arriverò, perché grazie alla mia visione sento già nella carne il cambiamento.
-Alegría
(Alegrías)
Immaginate una nave che si è già allontanata dal porto di Cadiz e l’equipaggio è rapito da una nuova energia, pervaso da felicità incontenibile, data dallo sperimentare nuove possibilità ed un orizzonte sempre nuovo. Questo brano è così, frizzante e complesso, energico come una alegrías deve essere per sua natura.
-Paz
(Fantasía Flamenca entre Zapateado y Tanguillo)
Non la quiete prima della tempesta, ma la quiete nella tempesta.
Fuori c’è la tempesta, dentro la pace...è una possibilità importante da coltivare. Questo lo dico a me stesso: sei nella tempesta? Fai un respiro lento e profondo, rilassati! È così che anche la tempesta sarà gravida di insegnamenti e nuove possibilità.
Questo brano è un inno alla semplicità e sostenibilità della pace.
-Soledad
(Soleares)
In questo brano faccio i conti con me stesso, è un brano composto e suonato per una chitarra sola. È la ricerca di un equilibrio emozionale che va affrontato da soli pur sempre nella relazione con gli altri. La ricerca di un emozione, di un linguaggio interiore e la ricerca di un linguaggio esteriore, di un suono. E la fine del brano è un ricongiungersi con l’insieme, con il ritmo che fa da collante al dono che ogni strumento apporta.
-Nacer
(Bulerías)
La nascita come un frutto di un percorso che ci fa scoprire nuovi in ogni istante. L’attenzione che ci regala uno sguardo nuovo su noi stessi è frutto di un impegno, di una costante ricerca. Nacer è una Bulerías che nasce proprio dal desiderio di rinascita musicale, dalla necessità di nascere ad un nuovo linguaggio, frutto di un orientamento dato ai “sapori” musicali che porto dentro...la gioia di sperimentare e di creare una nuova ricetta ogni giorno, seppure con gli stessi ingredienti!
-¡Fiesta!
(Rumba)
La celebrazione, la festa che facciamo insieme per sottolinearci il risultato, la nuova nascita, il piccolo passo di un percorso che fa parte del lungo viaggio che è la vita. Un viaggio che per me trova il suo senso nella ricerca di se stessi, nella ricerca della parte migliore di noi, di quel noi eccellente, per donarlo a noi stessi e agli altri. È questo il senso della festa, il dono della propria dote e quindi…¡Fiesta!
¡Aquí Me Encuentro!
Matteo D’Agostino - Chitarra Flamenca - Flamenco
Descrizione
Credits
Matteo D'Agostino - chitarra, basso, Palmas, mandola
Luca Caponi - cajón set
Juan Carlos Zamora - armonica
Roberto Boarini - violoncello
Eleonora Giusuè - violino, viola
Arrangiamento per quartetto d'archi di "Amor" di Roberto Boarini
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