Il nuovo singolo PIETRA prende vita da campionature di sintetizzatori, riff eterei di chitarra elettrica, beat minimalisti elettronici e ci lascia con un finale "ad libitum sfumando" di chitarra acustica e voce in un' atmosfera acquatica di fondo, tesa a suggerirci la possibilità che l'ardore iniziale di cui la voce narrante ci racconta, possa spengersi in qualche modo, lentamente, col tempo.
Le parole, sempre più nitide e percettibili con l'avanzare della musica, si celano tra le note di una nenia che, accompagnata dallo xilofono e dalle campane/carillon, ci fa tornare bambini. Ma è solo un'illusione che fa da preludio alla vittoria delle atmosfere cupe dell'ultimo ritornello che, con un beat decisamente industriai, ci conduce al climax del brano. O forse no.
Perché appunto, l'outro di chitarra acustica e voce ci dona quella che potrebbe benissimo essere la genesi della canzone, scarnificata di tutta l'impalcatura sonora costruita in precedenza.
Un'uscita che ci proietta in una stanza oscura, con sei corde e un flebile spiraglio di luce che si fa spazio da una fessura nella porta, un pallido lumicino che mostra un foglio stropicciato con scarabocchiate sopra parole di un'inquieta malinconia.
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