Esce l’8 marzo TOTEM, primo album dei Mefisto Brass. Per Rubik Label e MGM.
Un TOTEM è un'entità naturale o soprannaturale che ha un significato simbolico, è l'emblema di un passato mitico che possiamo sperimentare attivando la nostra connessione con esso.
Da questa figura nasce e si sviluppa l’idea che è stata la traccia seguita dai Mefisto Brass nella scrittura e produzione di questo disco: i pezzi girano attorno a dei veri e propri mantra sonori, con l’intento di celebrare rituali collettivi, liberare i corpi ed esaltare il suono.
Ed è quello che avviene, ascoltando le sette tracce presenti nel disco, i fiati e le percussioni si amalgamano in una perfetta produzione totalmente strumentale che loro stessi definiscono techno strumentale.
Un culto urbano senza connotati. Una pulsazione aerea. Un idolo da dimenticare.
Il live è sicuramente la vera forza dei Mefisto Brass, sia per l’energia percussiva e ipnotica del loro sound, che per l’energia e il carisma del loro approccio a quello che di fatto diviene ogni volta un vero e proprio show.
Da questa idea sono partiti nella stesura del loro album. L’idea o meglio, l’intenzione, era quella di riportare all’interno del disco un po’ dell’estetica musicale del loro live.
Da questo punto di vista TOTEM si discosta dal loro Ep d’esordio “Amhardcore” , che aveva un sound nudo e crudo; per questa produzione si è seguito l’intento era quello di utilizzare l'effettistica per modificare il suono degli strumenti al fine di costruire dei passaggi sonori più articolati tanto da ricreare la sensazione di essere immersi in un concerto dal vivo.
C’è un largo uso di riverberi e filtri per ampliare la gamma cromatica degli strumenti e creare un ambiente di sospensione ed esplorazione sonora.
I Mefisto Brass giocano con i delay per indurre un effetto di spaesamento nell’ascoltatore.
La loro ricerca sonora si è mossa nella direzione della de-neutralizzazione del timbro; in una contemporaneità dove tutto si muove sempre di più verso la digitalizzazione, il lavoro è stato quello di spingere gli strumenti verso territori poco battuti, avvicinandoci a questo limes digitale per poi riemergere sul pelo dell’acqua della realtà fisica e tangibile con lo spettro più marcatamente acustico del loro sound d’appartenenza.
LA TECHNO STRUMENTALE DEI MEFISTO BRASS
Con Techno strumentale i Mefisto Brass intendono una reinterpretazione strumentale prevalentemente analogica, grazie all’utilizzo di percussioni e fiati, sia della musica techno che dei vari generi di musica elettronica ballati sui dancefloor del mondo. Techno, House, minimal, jump style, dubstep, drum and bass, psy-trance, EDM, IDM e dance music sono tutti generi da cui traggono ispirazione per il loro lavoro.
Questa operazione implica anche utilizzare tecniche non convenzionali e stratagemmi per portare i loro strumenti ad avvicinarsi alle sonorità a cui si punta:
Sax baritono e susafono nel loro registro più grave esasperano la loro timbrica richiamando la pasta sonora tipica dei sintetizzatori; l’utilizzo di tecniche di overtone, growl e multiphonics oltre il convenzionale registro dello strumento permettono di creare alcuni degli effetti peculiari della musica elettronica; tecniche come il doppio staccato portato all’estremo nel sax tenore permettono di ricreare ostinati ritmici che stanno alla base del linguaggio della musica elettronica.
La scelta di frammentare la batteria in due percussioni separate permette di intervenire in maniera estemporanea sulle sonorità degli strumenti, sia in termini di esecuzione che in termini di timbrica.
La formazione, costituita da cinque strumenti indipendenti, consente di avere un approccio alla composizione simile a quello di un producer che utilizza campionatori e drum machine.
L’obiettivo è quello di proporre un live in cui la formazione infrange le classiche barriere che dividono il pubblico da un dj e/o il producer, trascinando invece l’ascoltatore in un vortice in cui si è tutt’uno con la band.
L’effetto che ne deriva è anche spiazzante perché il pubblico si trova di fronte ad una band di formazione classico strumentale, che invece li accompagnerà in un'esperienza non convenzionale simile a quella dei rave, dei club o dei festival di musica elettronica.
TRACKLIST TOTEM
FANTASMI
L’album si apre con il pezzo “manifesto” di TOTEM . In Fantasmi infatti confluiscono le varie scelte stilistiche e di produzione che sono alla base dell’intero disco. Un viaggio tra i vari stili di musica elettronica, facendo convergere in modo sincronico incalzanti ritmi terzinati a sprazzi di jump-style e campate di techno: nella produzione del pezzo sono stati largamente usati delay e octaver, soprattutto nell’incipit, questo a permesso di dare profondità al suono e di dare all’ascoltatore l’idea di essere al centro della pista, circondato dalle vibrazioni degli strumenti.
Il brano si apre con lo scoppiettio del fuoco da cui emerge il sax baritono, proprio come un TOTEM nel mezzo di un rituale. L’ ostinato sassofono con l’assenza della grancassa crea un effetto straniante: non si capisce bene in che punto del brano cada il battere fino all’ingresso delle percussioni. Dopo l’introduzione tutti gli strumenti contribuiscono a creare l’atmosfera in cui I fantasmi del passato e i fantasmi del dancefloor si uniscono in un rituale collettivo. Il brano culmina in un climax, proprio come in un rituale, caratterizzato da un ritmo terzinato che si rifà agli stilemi della psytrance.
MASSIVE MOTH
Se ognuno di noi ha un animale guida, la falena è quello dei Mefisto Brass: essere notturno ma fortemente attratto dalla luce, come i ravers e clubbers che animano la scena in cui la band si muove.
Il pezzo nasce proprio dall’immagine simbolica e metaforica di una falena gigante che “presta” le sue ali a chi ne è sprovvisto, per poter raggiungere la luna e a metà del viaggio una tappa obbligata è quella ad uno dei concerti della band.
L'atmosfera trasognata della prima parte del brano si trasforma quasi subito acquisendo dei connotati più aggressivi, sviluppandosi fino a un climax. Sono stati utilizzati octaver sugli strumenti a fiato, creando un ulteriore livello sotto il primo strato di suono per gonfiare l’ascolto.
La predominanza dei sassofoni si va attenuando verso la metà finale del brano. Levari, ossessività percussiva, grancassa e rullante filtrati che emergono dallo sfondo per creare più tensione. Sono stati usati dei campioni ricavati da note singole di sax tenore e suonati rendendoli percussivi, ad esempio i sedicesimi che salgono verso l’alto con una scala cromatica per creare movimento nel brano.
L’aggiunta del white noise al rullante è la chicca usata per simulare il battito d’ali della falena.
SATISFACTION
Il terzo pezzo è un doveroso tributo a Benny Benassi con una rivisitazione in chiave Mefisto Brass di Satisfaction, uno dei suoi maggiori successi.
L’elettronica di Benassi ha fortemente influenzato ed ispirato la band che ne ha dato una propria interpretazione in chiave totalmente strumentale e acustica, in quello che risulta essere un lavoro profondamente genuino e spontaneo, come una vera e propria pulsazione a cui non si è potuto resistere.
AMNEZIA HAZE
Una spiaggia su un’isola, un fuoco acceso e gente che salta, balla e canta introno alla luce accessa delle fiamme, sotto un cielo stellato. Questo è quello che i Mefisto Brass si sono immaginati durante la produzione del pezzo, ma la verità è che AMNEZIA HAZE è un pezzo perfetto da ascoltare a piedi scalzi in casa, camminando in mezzo alla folla, ballandola sia in un club o ascoltandola ad un concerto al tramonto. Il pezzo esprime perfettamente la versatilità e la trasversalità del mondo Mefisto Brass, che ha però una cifra stilistica riconoscibile in ogni sua forma: la qualità della musica che riescono a tirare fuori.
Il titolo del brano vuole evocare nell’ascoltatore la sensazione che si prova risvegliandosi dopo una festa memorabile.
Caratterizzano la produzione l’utilizzo di octaver sugli strumenti a fiato per rendere il suono più pieno e un sidechain aggressivo su tutto il pezzo per creare la sensazione di una pulsazione cardiaca che abbraccia l’intero brano donandole calore. Il tema è uno dei più melodici e orecchiabili di tutto il disco ed è stato pensato per essere ascoltato con i finestrini abbassati e il tramonto di fronte.
CREVALCORE
Il pezzo nasce da una jam in un “teatro di paglia”, struttura autocostruita dai membri di una comunità artistica dove i Mefisto Brass hanno avuto la possibilità di fare una piccola residenza. Il brano nasce quindi tra balle di fieno nel cuore della notte. L’uso dei delay e dei filtri nel pezzo, combinato con un side-chain aggressivo ha proprio l’intento di replicare l'atmosfera di quella sera intrisa di una venatura di antica ritualità pagana.
MIRROR MAZE (pt. 1 & 2)
Mirror Maze è l’ultimo pezzo composto per “TOTEM”. Divisa in due parti perché ,come ogni casa degli specchi che si rispetti, l’ingresso non è che una sorta di anticamera emotiva dell’adrenalina che sta per scoppiare.
Un brano a tratti oscuro ma che brilla a contatto con la luce, come una palla a specchi, che poi è l’emblema del labirinto dove ai Mefisto Brass piace perdersi.
Mirror è stato anche il primo brano mixato provando a inserire l’effettistica che caratterizza poi tutto il disco; ha quindi in qualche modo determinato anche la cifra stilistica di TOTEM.
Per dare l’impressione del labirinto di specchi è stato usato a più riprese delay a ping pong e scritto riff basati su cicli ritmici e poliritmie.
CORVO ROSSO
Corvo Rosso chiude TOTEM come si chiude un cerchio. Come l’ultimo punto di inchiostro sul foglio quando si è tracciata l’intera linea. Unico pezzo in cui è presente il cantato, seppur filtrato e per brevissimi intermezzi. Più che un apparizione infatti, la voce si inserisce nel pezzo come un emersione e non è una scelta casuale.
“La speranza è sempre quella di riemergere, quella di una catarsi psicoacustica che avviene tramite la musica e la danza.”
In questo brano è stato sovrapposto alla grancassa anche un sample elettronico per darle una sonorità differente. Le voci sono presenti in questo ultimo brano non casualmente ma ricordano quello che avviene in ogni concerto dei Mefisto Brass, in cui il pubblico, ormai parte della band, intona cori e canti rompendo la quarta parete.
MEFISTO BRASS
Il progetto Mefisto Brass nasce nel 2019 a Milano da Giacomo Bertazzoni (sax tenore), Lorenzo Faraò (Sax baritono), Niccolò Pozzi (Susafono), Fabio Danusso (Rullante), Davide Turolla (Grancassa).
Il gruppo, in forma di Street Band, propone un repertorio originale, frutto di un metodo di composizione collettivo basato sull’improvvisazione e la rielaborazione di sonorità tipiche della musica elettronica, riformulandole e adattandole a una formazione composta esclusivamente da strumenti a fiato e percussioni.
La band si inserisce nella scena milanese e in breve tempo comincia a farsi conoscere in tutta Italia grazie anche a un’intensa attività di busking e performance di strada che portano il gruppo a collezionare numerose esibizioni presso locali, sale da concerto e festival, per più di 170 date. Nel 2020 i Mefisto pubblicano il loro primo EP “Amhardcore” che gli conferisce una certa popolarità nella scena underground italiana e non.
A marzo 2024 viene pubblicato il loro primo album, TOTEM.
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