Descrizione

Irish Caravan è forse il disco di musica irlandese più strano che vi troverete ad ascoltare. Un disco che rende in pieno l’idea di che cosa sono i Meneguinness adesso: da un lato totale libertà e follia, dall'altro coscienza e rispetto della tradizione.
Il tema dell’album è antico come il mondo, più che mitologico: il viaggio, una dimensione nota e cara agli irlandesi tanto quanto agli italiani. Il continuo peregrinare si traduce in musica con influenze e sonorità estranee e 'straniere' rispetto a quello a cui gli amanti del genere sono abituati, ma allo stesso tempo perfettamente consapevole di quanto ci sta alle spalle.
La pietra fondante rimane sempre quella della nostra patria d’adozione, un’Irlanda vicina e lontana, continuamente evocata in un intreccio di generi e stili diversi.
A bordo di una tipica carovana gypsy, i Meneguinness in versione travellers incontrano terribili spettri di fanciulle bellissime, passando per campagne solitarie e stupende fino a lanciarsi nell’oceano in cerca di nuove avventure e nuovi mondi. La speranza di un futuro migliore, che oggi tutti viviamo ad ogni latitudine, riempie il disco di atmosfere ora malinconiche e ora allegre, secondo il classico stile di emigrati pronti al futuro con un forte passato dietro le spalle.

Descrizione Tracce
Irish Caravan
Il carrozzone traveller che dà il nome al disco rappresenta appieno il senso del disco. È un pezzo strumentale che inizia come una giga irlandese, ma che si trasforma presto in qualcosa di assolutamente insolito e folle.

Night of the Banshee
La banshee è una figura tipica del folklore irlandese e ormai mondiale, uno spirito femminile a volte maligno che si aggira in luoghi tenebrosi. Un po’ in stile La sposa cadavere, un po’ Beetlejuice, in questo brano la fuga dei Meneguinness dagli spiriti suona ska con risvolti orrorifici.

Ramelton
Ramelton è un piccolo villaggio nel Donegal, nel nord dell’Irlanda: qui, un uomo ormai vecchio guarda per l'ultima volta il sole che tramonta, con un pensiero alla sua terra e al suo passato. Un walzer dolce e nostalgico che potrebbe far scendere qualche lacrima.

October Sea
Lasciare la propria terra per cercare un futuro migliore altrove è una cosa che conosciamo tutti fin troppo bene: a volte il ricordo è tutto ciò che rimane di un periodo felice, ma che doveva inevitabilmente finire. Una ballata punk rock con un finale epico.

Runaway
Diversi anni fa, mentre eravamo in viaggio, ci è capitato di ascoltare questo meraviglioso brano di Aurora: già dal primo ascolto rimanemmo folgorati sia dalla qualità artistica che dal livello di produzione del brano. Ci ispirò quindi un’energia ancestrale, e iniziammo a chiederci come sarebbe stato  suonare una nostra versione del brano: l’ennesimo caso di sperimentazione e influenze di ogni genere.

Mo Ghile Mear
Una delle canzoni in gaelico irlandese più celebri, interpretata, tra gli altri, dai Chieftains con Sting. Cantare nella lingua originale dell’Isola di Smeraldo, una lingua che ormai sta scomparendo, è sempre stato un nostro sogno, finalmente realizzato.

Viva la Quince Brigada
Spesso le canzoni irlandesi parlano di libertà, di rivolta e di guerra. Ma qui la lotta si trasforma in una festa fatta di melodie di bassotuba, tromba, violino, mandolino, banjo, fisarmonica e ukulele che si mischiano in un’esplosione di allegria, per ricordare l’eroica lotta in terra straniera della XV Brigata Internazionale contro l’esercito franchista.

O’Connor Gun
L’emigrazione di un irlandese dalle isole Aran agli Stati Uniti diventa un’epopea western che simboleggia in musica la voglia di riscatto e il sentimento per la madrepatria che caratterizza tutti gli esuli in terra straniera.

Spancil Hill
Scritta nel secondo Ottocento, questo pezzo descrive in prima persona la nostalgia per la terra natia che, sin da che se ne ha memoria, caratterizza il popolo irlandese. Un brano malinconico e suggestivo in un arrangiamento molto particolare con atmosfere drammatiche.


Castle Kelly
Un famoso reel irlandese interpretato in una chiave personalissima che richiama sonorità del rock anni ‘70.

Desaparecido
L’album si chiude con un brano che si rifà alla storia recente, ovvero alla tragedia dei desaparecidos, gli “scomodi” che nell’Argentina della dittatura militare venivano portati via dalle loro famiglie nel cuore della notte e, letteralmente, scomparivano. Una canzone commovente e drammatica, ma che si chiude con un risvolto di speranza.

Credits

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