Blaxploitation

“L'idea di BLAXPLOITATION nasce dalla voglia di localizzare a livello regionale ma
anche ibridare con altre influenze un genere oramai ampio e sfaccettato come il blues
divertendoci a stravolgere gli schemi sia con la musica sia nei testi dove termini
dialettali o modi di dire vengono tradotti in inglese evocando così atmosfere a noi
familiari legate agli ascolti che ci accompagnano da una vita intera. Non a caso i brani
altro non sono che piccole esperienze quotidiane di sofferenza, di rivalsa o di
incredulità verso un mondo più grande di noi oppure semplicemente digressioni di
fantasia che semplicemente ci siamo divertiti a sviluppare e portare avanti.
Non c'è un vero e proprio filo conduttore e i brani vengono accomunati solo dai mondi
sonori che vogliamo evocare “a valvole e sudore”, proprio come nel blues elettrico più
primitivo”.
Esordio discografico del duo toscano, BLAXPLOITATION prende il nome da un
sottogenere cinematografico degli anni '70 che vedeva gli afroamericani per la prima
volta protagonisti dei film e che aveva colonne sonore principalmente funky e soul,
una scelta più che azzeccata considerato il meltin pot di black music, progressive,
country e rock che troviamo al suo interno, un mix di generi che detto così suona
difficile da immaginare in un solo ibrido ma che trova in questa opera prima
un'equilibrata coesistenza. I brani poi sono racconti scanzonati dove la visione
americanizzata della piccola Toscana fa da sfondo a storie di disavventure reali e
fantasie epiche dall'ampio respiro cinematografico che creano nel complesso un vero
e proprio universo surreale e parodistico abitato da pesci siluro, creature grottesche o
personificazioni di figure gergali e dialettali; il tutto eseguito da una formazione che è
una vera e propria one man band di due persone e che vede Miguel (Michele
Serafini) alla voce, chitarre acustiche, armonica, kazoo, grancassa e rullante a
pedale e La Muerte (Marco Fedele) alla voce, chitarre elettriche, banjo, basso,
kazoo e armonica.