Descrizione

Il 28 aprile esce Blu Periodo, più che un EP, può essere considerato il secondo atto della “trilogia di MOCI”, inaugurata lo scorso novembre da ROSSO PROFONDO, e che prevede una terza pubblicazione nei prossimi mesi.
Attraverso questo viaggio a tappe MOCI cerca di dare voce a quelli che sono i sentimenti e i disagi di un’intera generazione, post pandemica, post moderna, post speranza.
In ROSSO PROFONDO aveva approfondito il tema della “paura” e dei mostri che questa può generare, quanto può diventare autodistruttiva. In Blu Periodo il tema è sempre lo stesso ma cambia la prospettiva da cui viene affrontato; al centro non c’è più il danno personale che la Paura provoca bensì il suo prolungamento, il suo estendersi fino ad inquinare i rapporti a rendere complesse le relazioni esterne. Moci si interroga su quanto possibile sia amare qualcuno quando la paura ci rende così profondamente insicuri di noi stessi.
In BLU PERIODO si mescolano immagini come in una carrellata di foto, sono tutte pellicole emotive che spesso si confondono e prendono significati diversi in base al momento. Il sentimento di inadeguatezza del bambino poco sicuro di sé o dell’adolescente che non accetta il suo corpo è cresciuto, mutando in qualcosa di diverso, un disagio amaro, un vero e proprio dolore che isola, che allontana dagli altri, svilente, che fa sentire inadatti a qualsiasi situazione. A questo si mescola un senso di spaesamento costante, di cui Moci racconta la complessità nel sentirsi perennemente fuori posto, non all’altezza delle situazioni. Un perenne impostore della propria storia.

Il titolo dell’EP si ispira al “periodo blu di Picasso”, che coincide cronologicamente e artisticamente con la sua depressione.
Nell'ep troviamo due collaborazioni. Su Ampere la produzione di Matteo Domenichelli, mentre su Santa Pazienza quella di Mark Ceiling con cui Moci si è confrontato e grazie alle quali è cresciuto aprendo nuovi orizzonti sonori al suo percorso .
L’EP suona tra il LO-Fi, l’alternative rock americano ed italiano e qualcosa di vagamente R&B, come un eco lontano. L’idea è quella di una produzione dalle atmosfere veramente indecise, disordinate e spesso borderline che si confondono, mescolandosi e straripando. C’è molto dell’estetica post millennium bug, anche nelle scelte di brand identity del progetto.

“L’obiettivo principale in questa nuova scrittura e produzione è quello di riportare l’impatto e lo sfogo di un potente concerto post punk in un formato bedroom pop, come far entrare un’intera band nella cameretta di un giovane producer in quarantena ma senza ricorrere ad un’ imitazione. “
Lo scopo preposto non viene più raggiunto “imitando” i suoni veri ma campionandoli, maneggiandoli e spesso distruggendoli, il bedroom pop diventa quindi una sorta di “bedroom rock”.
Alle storiche influenze di Mac De Marco, dei Beatles e del grande cantautorato italiano si aggiungono invece quelle della scuola emo americana, delle post-punk allucinato di King Krule e dell’R&B senza regole di Tyler, The Creator e Yves Tumor, e di tutto il grunge anni 90, i pezzi sono stra conditi di Smashing Pumpkins, Nirvana e Verdena.


TRACKLIST

Apre l’EP Santa Pazienza, una vera e propria preghiera. Marco si sente intimamente legato ad una persona che è venuta a mancare e che sente come proprio “angelo custode”. A questa figura quasi spirituale si affida nei momenti in cui l’ansia e il dolore prendono il sopravvento sulla sua lucidità. Santa Pazienza diventa il nome con cui Marco identifica ormai questa figura che è venuta a mancare, ma della cui presenza ancora “si serve” nei momenti peggiori. Un mescolarsi di ricordi, speranza, rimpianti e preghiere anima il pezzo.
Nato con suoni molto dolci e lenti, Mark Ceiling l’ha reso qualcosa di completamente diverso dal punto di vista produttivo ma incredibilmente più coerente con lo spirito da cui è nato e con il resto dell’EP.

Ampere è la canzone d’amore più emozionante che Moci poteva scrivere. Sfugge da qualsiasi canone o derivazione romantica degli ultimi anni, non è una dichiarazione, non parla di amori finiti, non affronta il romanticismo post adolescenziale classico. Parla di come l’amore, anche tra due ragazzi giovani, possa essere profondamente salvifico, maturo, accogliente. Di come faccia sentire così al sicuro e compresi da riuscire a mettersi a nudo, nonostante la paura e la vergogna. Parla, in definitiva, di ciò che l’amore dovrebbe essere. Sempre.
Il pezzo prende spunto dal periodo immediatamente dopo il primo lockdown in cui in Moci la depressione e le fragilità erano diventate così affoganti da portarlo a sperimentare per la prima volta l’autolesionismo. Le tracce di questo dolore si sono imposte nella relazione con violenza, ma con amore e cura sono state accolte, lenite, Marco ha trovato uno spazio sicuro in cui spogliarsi e mettere a nudo la parte più buia di se stesso. Matteo Domenichelli, che ne ha curato la produzione, ha compreso a pieno lo spirito del brano, arrangiando tutto con estrema raffinatezza e purezza. Su questa connessione artistica ed emotiva lui e Moci si sono trovati dando vita ad un pezzo che lascia un’impronta forte nella produzione di Moci.

Blu Periodo nasce come vero e proprio intermezzo, con un paio di loop di chitarre lo-fi super distorte, uno di batteria e uno di basso moog. Ma poi il pezzo è cresciuto diventando una fotografia perfetta di quello che MOCI stava attraversando in quei giorni durante la scrittura dei pezzi: ansia, aspettative, isolamento forzato fino a privarsi di ogni piacere, di ogni contatto umano, arrivando a percepire il dolore come unica emozione e rifugiandosi in questa solo per provare qualcosa. Nel ritornello, come un mantra da esorcizzare, tutte le giustificazioni che Moci da e si dà per giustificare questi “blu periodi” pur di sfuggirgli. un grido di dolore che diventa un coro da stadio: "Sento qualcosa che non va nella testa, confondo il piacere ma con la sofferenza".
Questo pezzo è una dichiarazione di fragilità profondamente onesta, così onesta da risultare brutale.

Penny è la sintesi perfetta di come Moci funzioni in modi a volte incomprensibili. In un EP che tocca temi così delicati, profondi e anche seri, questo terzo pezzo nasce da una ninna nanna scritta in quarantena per il suo gatto, Penny. La distanza era sia con il gatto che con la sua padrona, e da questo escamotage nasce quella che di fatto è la seconda traccia romantica del pezzo che è una vera e propria richiesta al gatto di prendersi cura della padrona in quei giorni di isolamento e lontananza.
Nel pezzo si sentono anche i rumori delle fusa del gatto, qualche chitarra, un sample orchestrale “rubato” e molti altri suoni volutamente imprecisi ma dolci.

COMMENTI

Aggiungi un commento avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia