L’11 novembre uscirà Rosso Profondo di Moci. Più che un EP, un primo tassello di una serie di uscite con cui il giovane cantautore romano vuole portarci a scoprire la sua parte più intima e fragile, attraversando gli aspetti più bui dell’animo umano.
Il titolo fa riferimento al film Profondo Rosso (1975). In un’intervista, Tarantino, ha dichiarato che dare forma attraverso le immagini ai suoi incubi peggiori lo ha aiutato ad esorcizzarli, riportandoli più vicino alla realtà.
Moci ha cercato di replicare lo stesso risultato attraverso questo EP, raccontando i suoi dolori e traumi più intimi, mettendosi a nudo partendo dalle sue paure più profonde. La paura che genera ansia, dolore, spaesamento, come protagonista di queste quattro tracce che sono nient’altro che l’incipit di un percorso di pubblicazioni a tappe in cui il giovane artista romano si spoglia attraverso la musica più che per presentarsi agli altri, per imparare a conoscere se stesso.
Ogni pezzo affronta la paura in tutte le sue forme: nell’INTRO la protagonista è la paura della perdita, delle cose che spariscono e diventano irrecuperabili, la paura di vedere scivolare in uno spazio buio e di silenzio.
Con MI FACCIO PAURA, primo singolo estratto dell’EP, Moci affronta il tema dell’autolesionismo, di come la paura prenda un sopravvento così impattante da trasformarsi in qualcosa di così profondamente masochista.
DARK MOOD racconta invece la paura del “diventare grandi”, di gettarsi nel mondo e non essere in grado di affrontare le responsabilità e le aspettative che l'età adulta genera.
CAREZZE E K DI BAD VIBES chiuse l’ep, ed è un pezzo fortemente generazionale: la paura di esprimersi e non essere accettato, di non essere all’altezza delle cose che cambiano troppo velocemente per chi ha affrontato due anni di stallo, in quella fase dell’età in cui invece si dovrebbe costruire e scoprire il mondo. Una vera e propria paura sociale, in un contesto in cui prendersi cura della salute mentale viene visto come un lusso.
L’EP si apre con una domanda Ti fa paura il silenzio quando ogni suono scompare? e si chiude con una risposta Giuro non volevo crescere per non vivere più.
Quello che c’è nel mezzo è il tentativo personale di dare voce alle paure che sono quelle di un’intera generazione, con un tappeto di chitarre distorte e distrutte, selezioni ritmiche nevrotiche e linee vocali disperate.
“L’obiettivo principale in questa nuova scrittura e produzione è quello di riportare l’impatto e lo sfogo di un potente concerto post punk in un formato bedroom pop, come far entrare un’intera band nella cameretta di un giovane producer in quarantena ma senza ricorrere ad un’ imitazione. “
Lo scopo preposto non viene più raggiunto “imitando” i suoni veri ma campionandoli, maneggiandoli e spesso distruggendoli, il bedroom pop diventa quindi una sorta di “bedroom rock”.
Alle storiche influenze di Mac De Marco, dei Beatles e del grande cantautorato italiano si aggiungono invece quelle della scuola emo americana, delle post-punk allucinato di King Krule e dell’R&B senza regole di Tyler, The Creator e Yves Tumor, e di tutto il grunge anni 90, i pezzi sono stra conditi di Smashing Pumpkins, Nirvana e Verdena.
L’intero disco è registrato e auto prodotto da Moci ed Alessio Leo presso lo Sbaglio Studio di Roma.
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