“Il Vangelo di Moloch”, ovvero dove le religioni del capitalismo osano quando non si osa osservarle dritto nel centro dei loro complotti. La società del consumo facile, la religione dell’oggetto, la divinazione dell’obsolescenza programmata. Noi tutti, schiavi di un dio dalle fauci di fuoco, in corsa verso la singolarità aguzza, comodamente piantati nel sedile di un carrello da supermercato, grande magazzino delle memorie smarrite, il volto assorto nel deprecabile selfie che di noi rimarrà, dopo di noi, unica memoria del mondo. Selfie Ergo Sum, come il titolo di uno dei brani principali dell’album. Nella musica la poesia sola sopravvive; nella poesia la musica sola sopravvive. E diviene caverna. Mito. Ogni brano una domanda irrisolta.
Gianni Venturi e Lucien Moreau, voce e musica del progetto, questa volta coadiuvati ed impreziositi dalle strutture vocali di impronta sciamanica di Debora Longini e dalle incredibili sonorità etno-jazz del sax internazionale di Emiliano Vernizzi, grandi ospiti ed essenza migrante dell’album.
Il video musicale del singolo, intitolato “Dinosauria” come l’omonima profetica poesia di Charles Bukowski, è ancora una volta omaggio alla poesia dei poeti Beat, alla libertà di parola, alla ricerca di senso e significato mediante i toni tribali, progressive ed elettronici, dai tratti urban jazz, della musica. Scritto e diretto da Lucien Moreau, il video segue il percorso di un uomo (Gianni Venturi) nella suburbana dimensione di una periferia divorata dalla grande distorsione finale, dalla venuta del sacro glitch, che strappa e deforma, che annienta e divora le umane costruzioni per ricondurle, apparentemente, alla purezza del loro stato originale. Ed il viaggio è attraversamento di ferite inflitte nel tessuto della realtà, sul margine dell’abisso, per raggiungere la cabina telefonica al centro dell’universo, dalla quale il messaggio restituente sarà convogliato verso l’Atomo Centrale: orecchio cosmico di un dio che, assente, risponderà mediante segreteria telefonica dall’altro capo dell’apparecchio ricevente.
Dalle periferie sgretolate comincia il manifesto del Vangelo di Moloch. Ancora una volta album musicale, reading poetico, movimento di avanguardia artistica, speculazione antropologica, incursione filosofica tra synth e taiko drums, tra linguaggi moderni e antichi, tra musica sinfonica e diplofonie rock, sempre e comunque dai toni assolutamente cinematografici.
Il Vangelo di Moloch
Gianni Venturi & Lucien Moreau
Descrizione
Credits
Gianni Venturi · testi e voce
Lucien Moreau · strumenti e synth
Featuring
Debora Longini · canto e voce
Emiliano Vernizzi · sax e flauto
Ilaria Boffa · poesia
Federico Viola · effetti, mix e master
@ Animal House Studio
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