“Sopra il Tetto Sotto Terra” nasce dalla distanza, nella distanza.
Nell'estate 2016 Pier Giorgio si trasferisce a Singapore, ed il progetto Morose continua svilupparsi per corrispondenza e nelle sessioni che hanno luogo in occasione dei suoi saltuari rientri in Italia.
È nell'ultima di queste sessioni, nel gennaio 2018, che vengono alla luce i primi brani del disco; poi, da fine estate, con il suo definitivo ritorno in Italia, i ritiri nel casolare di Casesa (Sp) si fanno più frequenti. Qui, nelle colline che si affacciano sulla vallata del Magra, prende forma e viene registrato l’album.
Il verso di René Chair che lo apre è citato da Michel Foucault nel suo “Storia della Follia nell’Età Classica” e viene trasformato in un’esortazione, un invito a «sviluppare la nostra legittima stranezza/estraneità».
Nella dialettica tra individuo e società è necessariamente implicita una componente di violenza a cui tutti noi, seppur in misura diversa, siamo soggetti. È dai tentativi, talvolta tragici, eroici, o ironici, dei protagonisti dei testi di difendere la propria identità che scaturisce la poesia che attraversa tutto il disco. È nelle loro storie che la musica determina improvvise epifanie, malinconiche fughe, tumulti di protesta e speranze disperate.
Sopra il tetto sotto terra
Morose
Descrizione
Credits
Il disco è stato suonato interamente da
Davide Landini (voce, chitarra classica) e
Pier Giorgio Storti (chitarra elettrica, mellotron, farfisa, violoncello, harmonium, zither, balalaika, clarinetto, suling, piano, percussioni) e registrato dagli stessi.
Il mastering è di Andrea Denittis (Ratafiamm, deNITTIS),
la produzione di Ribéss Records e Under My Bed Recordings,
le immagini di Riccardo Tedoldi (che collabora con il gruppo sin dal 2002) e
il layout di Patrizia Casadei.
COMMENTI