Mentre il mio cervello era ancora tristemente un insipido olio per cervella, sgocciolai macchiando la mia non troppo bella pigiamarmatura, che ancora mi intimoriva e mi ricordava che non mi sembrava per niente un Buongiorno dato che dovevo difendermi dalla ampiezza di quella triste casa vuota in cui era difficile anche prepararsi qualcosa che assomigliasse a del buon caafe, ma a volte farlo prima di pensarci è l’unico modo di provare a svegliarsi davvero.
Era amaro e la moka era l’unica rude roba che stonava con l’ambiente un po’ bianco un po' minimale nel quale i miei piedini erano i freddi padroni indiscussi e dettavano tirannicamente legge. Non erano sovrani malvagi ma erano esteriormente tristi perché sognavano di svegliarsi ed essere della braccia per essere in mezzo alle tue braccia e basta. E basta.
“Forse, forse dovremmo fargliela pagare “ pensavano riferendosi a quel buon “solito “ idiota “lattaio”, che al contrario non ha mai nulla a cui pensare oltre a quel buffo maglione rosso bucato dalle tarme che qualche ballerina gli aveva probabilmente regalato e che lui pensava sempre di indossare nell’indomani per invitarla a fare un giro come un altro per sperare di dare una svolta a quella sua vita che non aspettava altro che un altro domani. Volevano fargliela piegare, i piedini, al povero lattaio perché sentivano che quella svolta era una voragine che generava un panorama di nausea di panico che tanto aspettava come non ci fosse un altro domani ma che infondo non era maggiore, importante,più nauseabonda di quella che gli generava il bio negozio all'angolo che infondo era solo un rivenditore di quel sogno che molti di noi hanno di diventare biodegradabili per scomparire di brutto, dando il nostro contributo o forse no.
Successe però che, quella sera, tornò a casa dalla sua lattaia , la sua mamma, che gli cantò la più bella canzone d’amore che una mamma abbia mai cantato al suo cucciolo; faceva così , proprio così:”OH mia pulce, OH mio pulcino, sei una biglia sul cuscino. Una perla di sapone che se stringo squilla via”.
A questa dolce melodia i freddi piedini si commossero ed ebbero pietà di lui, il loro piccolo cuore di piccoli piedini si scaldò e tutta questa storia venne dimenticata finché al lume di una brace un signorotto la trovò su un isola sperduta scritta nella ruggine e decise di offrir questa al successivo banchetto di Garrincha dischi invece di champagne e mortadella.
COMMENTI (10)
non riesco a smettere di ascoltarlo
bbelisimmo!!!
Mentre il mio cervello era ancora tristemente un insipido olio per cervella, sgocciolai macchiando la mia non troppo bella pigiamarmatura, che ancora mi intimoriva e mi ricordava che non mi sembrava per niente un Buongiorno dato che dovevo difendermi dalla ampiezza di quella triste casa vuota in cui era difficile anche prepararsi qualcosa che assomigliasse a del buon caafe, ma a volte farlo prima di pensarci è l’unico modo di provare a svegliarsi davvero.
Era amaro e la moka era l’unica rude roba che stonava con l’ambiente un po’ bianco un po' minimale nel quale i miei piedini erano i freddi padroni indiscussi e dettavano tirannicamente legge. Non erano sovrani malvagi ma erano esteriormente tristi perché sognavano di svegliarsi ed essere della braccia per essere in mezzo alle tue braccia e basta. E basta.
“Forse, forse dovremmo fargliela pagare “ pensavano riferendosi a quel buon “solito “ idiota “lattaio”, che al contrario non ha mai nulla a cui pensare oltre a quel buffo maglione rosso bucato dalle tarme che qualche ballerina gli aveva probabilmente regalato e che lui pensava sempre di indossare nell’indomani per invitarla a fare un giro come un altro per sperare di dare una svolta a quella sua vita che non aspettava altro che un altro domani. Volevano fargliela piegare, i piedini, al povero lattaio perché sentivano che quella svolta era una voragine che generava un panorama di nausea di panico che tanto aspettava come non ci fosse un altro domani ma che infondo non era maggiore, importante,più nauseabonda di quella che gli generava il bio negozio all'angolo che infondo era solo un rivenditore di quel sogno che molti di noi hanno di diventare biodegradabili per scomparire di brutto, dando il nostro contributo o forse no.
Successe però che, quella sera, tornò a casa dalla sua lattaia , la sua mamma, che gli cantò la più bella canzone d’amore che una mamma abbia mai cantato al suo cucciolo; faceva così , proprio così:”OH mia pulce, OH mio pulcino, sei una biglia sul cuscino. Una perla di sapone che se stringo squilla via”.
A questa dolce melodia i freddi piedini si commossero ed ebbero pietà di lui, il loro piccolo cuore di piccoli piedini si scaldò e tutta questa storia venne dimenticata finché al lume di una brace un signorotto la trovò su un isola sperduta scritta nella ruggine e decise di offrir questa al successivo banchetto di Garrincha dischi invece di champagne e mortadella.
uau
Respect!
Pem
Commento vuoto, consideralo un mi piace!
PIEDINI everywhere !
L'attesa è stata ampiamente ripagata.
Album bellissimo