Mr.Kite

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2016 - Rock, Indie, Alternativo

Descrizione

Dopo 8 anni (gli esordi nel 2008 all’età di 15 anni) di concerti, esperimenti musicali, dischi registrati e poi buttati (sul serio!), siamo finalmente pronti a presentare il nostro primo lavoro autoprodotto.

In un periodo in cui si fa sempre più pesante la mano dell'elettronica nella produzione discografica (anche nei dischi italiani e internazionali che comunque ultimamente ascoltiamo e amiamo di più), abbiamo scelto di mantenere un impatto sonoro che fosse il più genuino possibile.

Un disco che evoca perfettamente la nostra dimensione live e, senza sovrastrutture di alcun tipo, vuole suonare puro e neutralmente diretto.
10 brani che bussano insistentemente alle porte della nostalgia - quella sana - che noi viviamo quando scriviamo e suoniamo un pezzo, emozioni che mettiamo sempre al primo posto.

La copertina totalmente astratta, frutto dell'intuizione del nostro cantante/grafico, allude a una bufera di colori e sensazioni, da quelle malinconiche e fredde a quelle più calde, solari e speranzose, che intrecciandosi trovano un loro equilibrio.

I Brani:

D'istanti: una canzone che parla delle occasioni della vita, dei treni che passano una volta sola, e quando capita solo tu puoi valutare se è il caso di salirci o no.
Un inno intimo a pensare con la propria testa, a lasciare tutte le chiacchiere degli altri alle spalle e di vivere le occasioni istante per istante, cercando di abolire qualsiasi paranoia.

Il Mitriante: un nome che apparentemente non significa nulla, e grammaticalmente è così, perché non è altro che l'anagramma di "Marinetti" che con "Zang Tumb Tumb" ci ha offerto uno spunto per scrivere questa canzone, facendoci riflettere sul senso della guerra, e che racconta il rapporto epistolare tra un soldato al fronte e la sua famiglia, descrivendo momenti di pace e speranza, alternati a momenti di inevitabile battaglia, enfatizzati dalle atmosfere musicali; calme e riposate nelle strofe e violente come una raffica di spari nei ritornelli.

Brenda di Banzi: un pezzo che da subito ci ha ricordato le sonorità e le atmosfere degli Smiths, e siccome non ci prendiamo mai troppo sul serio, abbiamo voluto intitolare il pezzo con una risposta data da un lucidissimo Morrissey durante un'intervista a Sanremo nel 1987, per noi è sempre fantastica: youtu.be/LxmjbSViglM

Bianco e nero: un lento straziante che descrive la monotonia e la tristezza dei giorni di un uomo rimasto solo, i suoi occhi e il suo cuore raccontano il desiderio di farla finita, rifiutando qualsiasi aiuto.
Il testo descrive questa sua condizione senza però arrivare a un epilogo, sarà un finale bianco o nero?

Primavera: una canzone che racconta i momenti di un rapporto tra due persone (amanti, amici o familiari) presentato metaforicamente attraverso la figura della rondine, che vive libera e nomade.
Si articola in tre momenti: dapprima il sentimento di protezione e disponibilità espresso incondizionatamente all'inizio della relazione interpersonale, per dare e ottenere fiducia.
Nel secondo momento si entra nel vivo del rapporto, che diventa quasi morboso e dipendente.
Il terzo momento è l'inevitabile interruzione di questa relazione a causa di forze maggiori, che addolora ma che lascia una forte speranza di poter riabbracciare la persona amata col ritorno della primavera.

Radici: un pezzo che parla della riscoperta di sé e del mondo circostante, dello stretto contatto con una natura che annienta, anche solo per un attimo, i problemi.
Il testo si conclude però con un'uscita ironica, e partorita casualmente durante le pre-produzioni del disco; "Sì, ma sulla burba", una frase nonsense nata da un dialogo con un amico cinquantenne, che ci raccontava con serietà di queste "burbette" ai tempi della leva militare, da lì per noi questa "burba" è diventata un tormentone infinito ad ogni prova, tanto da finire in un brano.

Lassù Albi rumba: uno strumentale post-rock/dream-pop che nasconde il significato dietro a questa fantomatica "burba", dopo aver proposto in più occasioni Radici dal vivo, in molti ci venivano a chiedere: "cos'è la burba?", ecco, mandando al contrario il pezzo offriamo una risposta cantata a questo quesito.
A questo punto è quasi superfluo aggiungere che "Lassù Albi rumba" non è altro che l'anagramma di "Sì, ma sulla burba".

Rock detector: la canzone musicalmente più aggressiva del disco, che fino alle pre-produzioni non ci aveva mai convinto per via dell’arrangiamento molto hard-core, quasi metal, e per l'appunto l'avevamo denominata scherzosamente "Metal detector".
Beh, dopo gli innumerevoli riarrangiamenti che ce l'hanno fatta apprezzare di nuovo, non poteva che diventare Rock detector.

Fuori è giorno: un brano che esorcizza l'insonnia che intrappola il cervello delle sue prede e lo alimenta con pensieri continui e paranoie; una lotta contro l'insonnia combattuta a fianco della luna, unica compagna che resta sempre sveglia, senza perdere il suo splendore, pur sapendo che solo in pochi godono del suo spettacolo che ci presenta ogni notte.

Polvere: il protagonista si vede come un puzzle, completamente fatto a pezzi al termine di una relazione.
Per rimettersi in gioco e tornare a vivere una nuova quotidianità, cerca e ricerca l'autostima, una "tessera" fondamentale del puzzle, rimasta tra le mani di chi quel puzzle l'ha distrutto.
Ognuno lascia e dedica una parte di se in una relazione, ma in questo caso cercando un po' ovunque, tra gli scaffali e le scatole impolverate, riesce a trovare la tessera mancante.

Credits

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