I MusRac tornano con Canzone del tempo (Trent’anni), un brano che esplora il trascorrere degli anni e il peso dei ricordi. Il testo racconta un amore che resiste nella memoria ma si scontra con il presente, in cui il protagonista si ritrova a fare i conti con ciò che è cambiato. Attraverso immagini evocative e un'atmosfera sospesa tra nostalgia e riflessione, la canzone affronta il tema del tempo che scorre inesorabile e della distanza che si crea tra ciò che è stato e ciò che è diventato.
Il brano si sviluppa su un crescendo emotivo, dove il protagonista si interroga su cosa sia rimasto della donna che un tempo amava, mentre la melodia accompagna questa riflessione con sonorità intime e malinconiche. Il tempo, elemento centrale del pezzo, non è solo uno spettatore silenzioso, ma un vero e proprio protagonista, capace di trasformare volti, legami e ricordi.
Il video: un racconto simbolico tra passato e presente
Diretto da Antonio Seganfreddo, il videoclip di Canzone del tempo arricchisce il significato del brano con una narrazione visiva intensa e fortemente simbolica. Per la prima volta, i MusRac compaiono come protagonisti in un loro videoclip, insieme a Giada Pretto e Nicola Vitillo, che danno volto ai personaggi principali.
Il video si sviluppa come un viaggio onirico in cui il protagonista, intrappolato in un cimitero, attraversa una villa abbandonata, rivivendo attraverso le sue finestre frammenti di una storia d’amore ormai perduta. Ogni finestra diventa una soglia aperta sul passato, rivelando ricordi che riaffiorano tra nostalgia e malinconia.
Dalla lettura di una lettera sotto la pioggia, al simbolismo del Carme 109 di Catullo, fino a un addio sussurrato attraverso un biglietto lanciato dal balcone, ogni scena è un tassello di una storia segnata dall’amore, dalla separazione e dal confronto con la propria esistenza. Il cimitero, luogo di partenza e di arrivo, rappresenta il ciclo della memoria, mentre la calla, presente in tutto il video, diventa il simbolo di un amore che, seppur svanito, continua a esistere nella dimensione del ricordo.
Questo concetto si materializza in un oggetto simbolico: l’elastico che la protagonista ha portato al polso per tutto il tempo. Alla fine, il protagonista adulto lo lascia a sé stesso giovane, trasformandolo in un veicolo attraverso il quale il passato e il presente si toccano, in un ciclo che sembra voler negare la linearità del tempo. L’elastico diventa il filo invisibile che collega l’uomo a ciò che è stato, un legame tra l’inesorabile scorrere degli anni e il desiderio impossibile di tornare indietro.
Simbolismo e riferimenti letterari
Il video è costruito su una forte componente simbolica, con richiami a miti classici, poesia e filosofia. Il dipinto di Dafne trasmutata in lauro rievoca il conflitto tra desiderio e castità, mentre la citazione di Catullo, trasforma l'amore in un patto eterno che supera la vita stessa. La trasformazione del quadro Chiusi fuori scuola nel celebre Morte a Venezia riflette la lotta interiore tra l'ordine borghese e il caos dell'arte e del sentimento.
Le location scelte amplificano il senso di sospensione tra passato e presente: il cimitero, l'ossario, la Valletta di Schio diventano scenari di un racconto in cui il tempo è protagonista assoluto.
Un brano che lascia il segno
Con Canzone del tempo (Trent’anni), i MusRac non si limitano a raccontare un amore finito, ma dipingono un quadro più ampio: il modo in cui il tempo trasforma le persone e le loro percezioni, il confine sottile tra ciò che è stato e ciò che resta. Il videoclip, con la sua narrazione intensa e le immagini evocative, dà ancora più forza al messaggio della canzone, rendendola un’esperienza visiva e musicale che lascia il segno.

Canzone del tempo (Trent’anni)
Musrac
Descrizione
Credits
Daniele de Marchi (Voce)
Efrem Filippi (Chitarra Elettrica)
Carmelo Tomaselli (Chitarra Acustica)
Alessandro Kaladan Casula (Pianoforte e Tastiere)
Stefano Costa (Batteria)
Luca Lorenzi (Basso)
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