In questi giorni esce l'attesissimo debutto dei Nemesi, annunciato qualche mese fa e arrivato alla luce grazie a Rude Records. Il genere dei cinque di Como/Lecco deve molto a quelli che furono crossover e nu-metal, ma ne rappresenta un'evoluzione ibrida, ben riuscita, e non un debito a senso unico. Non ne so abbastanza per parlarne con competenza, ma quello che sento è interessante, trasversale, mai ripetitivo; a cavallo tra i generi sopracitati, ma con chiari rimandi più rock, si serve di synth utilizzati in maniera appropriata e chitarre che occupano con prepotenza il ruolo centrale, assieme a testi che fanno dei Nemesi un gruppo da tenere in mente. In quello che di fatto è il loro primo vero album, i ragazzi si muovono bene e creano una identità ben definita.
Potente, frustrato, "L'Alba Dei Morti Viventi" è una presa di posizione, una dichiarazione, rappresenta la scelta di mettere da parte le stronzate, ma non solo: è la scelta di descrivere attraverso la metafora del titolo quel tramonto che è il mondo di oggi. I Nemesi ne parlano in italiano, con un linguaggio diretto e non costruito, perché sono "stanchi delle solite cose", stanchi delle solite scuse; mettono a punto un disco estremamente trasversale, con un'impronta decisamente critica ed efficace. Te lo dicono chiaramente, "non siamo i Linea 77": sicuramente l'eco di questa band può essere un punto di partenza per farsi un'idea del sound dei Nemesi, ma di certo non è un punto di arrivo. In "L'Alba Dei Morti Viventi" c'è molto di più: intensità, un senso di nausea, voci arrabbiate e autentiche. Pezzi come Il Mio Compleanno, L'Alba Dei Morti Viventi, Bla Bla Bla, sono diretti, orecchiabili (ma certamente non facili); anche gli intermezzi in Venerdì o di Anche No, che funge da preambolo a Incapaci e Inascoltabili, ha il proprio ruolo nel disco: i Nemesi non lanciano insulti, esprimono invece la sensazione di sentirsi insultati dal mondo di oggi. Non capolavori di tecnica o varietà, ma tutti brani senza riserve: non ne avevamo forse bisogno? Ascoltare un pezzo come Questa Città; la bella bomba Paranoia, che, se all'inizio ha quella carica rock'n roll che sa di già sentito, diventa poi uno dei momenti più incisivi del disco; una Milano che, lenta e intensa, ti ricorda che "L'Alba Dei Morti Viventi" non vuole essere solo una sberla in faccia.
L'attitudine e il cuore sono i punti di maggiore pregio dei Nemesi i quali, si potrebbe dire, rappresentano l'antimusica italiana. Non scendono a compromessi, non si vendono a un genere o a un'etichetta, né vogliono fare i simpatici; e soprattutto, lo senti, parlano del marcio del mondo in maniera estremamente sensibile e intelligente. Probabilmente, se ascolti tutt'altro, la tua idea potrebbe essere che non ti si addicano, ma la loro è sincerità che difficilmente non ti contagerà; se sei un essere umano pensante, sei parte del target e primo protagonista della denuncia. Quella fenice che campeggia in copertina, assieme alle facce urlanti soffocate in stile Matrix dei cinque, è un auspicio che le cose possano girare per il verso giusto. Basta smettere di nascondersi, hai bisogno di poco altro. "Non starli a sentire", sembrano dirti i Nemesi, ascolta te stesso.
Tracklist:
01. Intro
02. Nitido
03. Il Mio Compleanno
04. L'Alba Dei Morti Viventi
05. Anche No
06. Incapaci e Inascoltabili
07. Questa Città
08. Paranoia
09. Quanto Fa Male
10. Milano
11. Venerdì
12. Bla Bla Bla
13. Somma Di Secondi
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