Anno 1967, essere giovane significava molto, significava essere giovani per la prima volta, in un certo senso: la differenza tra un ragazzo di 20/25 anni e uno poco più che trentenne era grande, enorme. Era stato creato uno spartiacque dal quale non si sarebbe più tornati indietro.
San Francisco. Essere giovane e trovarsi a San Francisco nel 1967 voleva dire essere al centro del mondo: nel posto giusto al momento giusto. Se c'era una cosa più importante dell'essere giovane, a Frisco, nel 1967, era probabilemente essere una ragazza, proveniente da chissà quale parte dell'America, andata via di casa e trasferitasi sulla west coast per vivere di persona quello che, già all'epoca, era considerato come qualcosa di epocale. Se l'emancipazione giovanile stava vivendo una svolta fondamentale, quella femminile aveva dell'incredibile.
Tornando per un attimo al 2017, credo che una delle cose migliori dell'era digitale in cui viviamo, dell'enorme quantità di informazioni da cui siamo bombardati continuamente, sia la possibilità di ripescare storie di cui si erano perse le tracce: restando in campo musicale, un esempio su tutti è quello di Rodriguez. Un'altra storia che ha dell'incredibile è quella delle Ace of Cups, sembra venire fuori da uno di quei film nostalgici, in technicolor, sui figli dei fiori.
Mary Gannon, Marla Hunt, Denise Kaufman, Mary Ellen Simpson e Diane Vitalich sono 5 ragazze provenienti da varie parti degli USA: si ritrovano tutte a San Francisco e scoprono di avere in comune la passione per la musica. Nascono così le Ace of Cups, quello che viene considerato il primo gruppo rock al femminile. Come affermano loro stesse non è stata una cosa voluta però, è semplicemente successo.
Per le Ace of Cups comincia così quella che si prospetta una brillante carriera, hanno tutti numeri per rientrare nella cerchia di gruppi cardine di quel periodo: sanno stare sul palco, hanno qualcosa da dire e hanno anche gli agganci giusti. Uno dei fan numero uno delle ragazze è un tale per cui aprono anche i concerti, un certo Jimi Hendrix. Nonostante abbiano tutte le carte in regola, non riescono a fare il salto di qualità: sono conosciute e hanno anche collaborato ad album importanti (uno su tutti "Volunteers" dei Jefferson Airplane), quello che manca però è un album.
Ovviamente i contatti non mancano, le labels disposte a produrre e distribuire un album delle Ace of Cups ci sono, nessuna offerta soddisfa le ragazze e il loro managment però, nessuna è considerata all'altezza dalla band e non se ne fa nulla. Spesso nel mondo della musica va così, un giorno ci sei e il giorno dopo non hai più nulla in mano: farsi passare davanti l'occasione giusta significa, a volte, la fine. Con il passare del tempo subentrano altre cose, altre priorità.
Per molti anni non si hanno più tracce della prima "all girl" rock band e solo nel 2003 viene pubblicata una compilation dei loro brani live, ma nulla di più.
50 anni dopo, nel 2017, quattro di loro decidono di riunirsi e ritrovano, grazie alla High Moon Records, quella possibilità mancata di incidere le proprie canzoni: 4 signore con più di 70 anni vanno per la prima volta in uno studio di registrazione. George Wallace è il presidente dell'etichetta e quando ha scoperto che le Ace of Cups non avevano mai inciso un pezzo non poteva crederci e la ha subito riportate davanti al microfono, dove hanno dimostrato subito di non aver perso la verve di un tempo. Ancora non si sa la data di pubblicazione, ma il disco sta per essere ultimato. Potremo ascoltarlo nel 2018. Il mondo a volte è un posto meraviglioso.
(via)
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L'articolo La prima rock band di sole donne della storia inciderà un disco per la prima volta dopo 50 anni di Andrea Bonn è apparso su Rockit.it il 2017-09-11 11:00:00
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